Giorgia Meloni, il 21 febbraio, dopo un viaggio notturno in treno durato parecchie ore, è arrivata nei territori interessati dal conflitto russo-ucraino, facendo subito visita a due delle città più devastate: Bucha e Irpin.

A Bucha le autorità l’hanno scortata e le hanno raccontato la storia e i retroscena che si celavano dietro a quell’orrore che gli si presentava davanti agli occhi. La premier, commossa, ha donato agli abitanti, soprattutto a quelli più piccoli, rose, peluche e giochi. A Irpin, invece, è stato particolarmente significativo il suo gesto di scrivere sulla bandiera dell’Ucraina: “At your side”.
Dopo tutto ciò, il Presidente del Consiglio si è recato a Kiev, presso il palazzo presidenziale Mariinskij dove ha incontrato il presidente ucraino. Durante l’assemblea ha confermato a Zelensky l’impegnò del governo italiano per l’Ucraina, ha sottolineato la disponibilità italiana per la ricostruzione e ha annunciato una probabile conferenza Italia-Ucraina che dovrà tenersi nei territori della nazione mediterranea ad aprile.

Il presidente ucraino ha ringraziato la Meloni, ma ha anche approfittato dell’occasione per rispondere a Silvio Berlusconi, che alcuni giorni prima aveva detto che se fosse stato il presidente del consiglio non sarebbe mai andato a Kiev. Zelensky ha disprezzato queste parole e aggiunto che Berlusconi non ha mai vissuto in situazioni anche lontanamente vicine a quelle a cui ha dovuto far fronte la popolazione ucraina.
Giorgia Meloni dopo questo intervento ci ha tenuto a confermare, al di là di alcune dichiarazioni, che l’Italia è sempre stata compatta e la volontà della maggioranza è quella di aiutare. Ha poi concluso la conferenza stampa affermando: «L’Italia darà ogni possibile assistenza perché si creino le condizioni per un negoziato, ma fino ad allora sarà a Kiev ogni genere di supporto finanziario e civile»..