Anche quest’anno Verona, in corrispondenza del 27 gennaio, ospita l’iniziativa del ‘Vagone della Memoria’ in piazza Bra. Esso fu usato dal 1943 al 1945 per la deportazione nei campi di sterminio. Al suo interno si può percepire un clima di solennità e immensa serietà, unita anche allo stupore e allo sconforto nei confronti di un gesto così disumano. Alle pareti interne sono appese diverse fotografie dotate di didascalia. È presente anche un elenco di tutte le medagliette che venivano usate per classificare i prigionieri dei campi. Quando si entra si nota subito la piccola dimensione del vagone che rende già difficile il movimento di solo 20 persone al suo interno. Il vagone è dotato di una sola finestrella che presenta ancora oggi il filo spinato che era utilizzato per evitare l’evasione dei deportati.
Durante la nostra visita al Vagone abbiamo avuto l’opportunità di fare qualche domanda a Eugenio Iafrate, presidente della sezione veronese dell’ANED.
Perché ha scelto di fare il volontario per il ‘Vagone della Memoria’?

“Sono il nipote di un deportato politico da Roma, nella prima deportazione politica dall’Italia verso il terzo Reich, avvenuta il 4 gennaio 1944, fino al campo di sterminio di Mauthausen. Il campo di sterminio di Mauthausen non era un campo di sterminio diretto, come quello di Auschwitz-Birkenau, ma fu un campo di sterminio sul lavoro. Difatti, questo zio da me mai conosciuto, fu gasato, come tanti altri, nel famoso Castello di Hartheim. Questo è il motivo per cui faccio volontariato: questo è per me un pezzo di vita e mi ci dedico quotidianamente. Quando abitavo a Roma ero vicepresidente della sezione dell’ANED degli ex deportati politici nei lager nazisti, mentre ora, qui a Verona, sono dal 7 dicembre il nuovo presidente della sezione di Verona. Questo, per me, più che volontariato è un compito importante per riuscire a trasmettere un po’ di storia e, nello stesso tempo, per coinvolgere di più i giovani, che sono il futuro.”
Ha un messaggio da rivolgere ai giovani?
“Studiare, leggere e conoscere, perché sono dei passaggi importanti per la libertà e, quindi, il futuro. Una volta lessi una frase bellissima per un gruppo di giovani che entravano durante le cerimonie internazionali a Mauthausen: ‘Studiare è importante e fare memoria dà il diritto alla libertà’”.

Il ‘Vagone della Memoria’ sarà aperto al pubblico fino al 2 febbraio. Davanti al vagone sarà anche presente un tendone allestito dall’associazione ‘Figli della Shoah’ dove verrà presentata la mostra ‘I giusti fra le nazioni’. È possibile visitare l’allestimento con una visita guidata a partire dal 26 gennaio al 2 febbraio.
Oggi si terranno diverse celebrazioni istituzionali: la deposizione di due corone di alloro, una al Monumento ai Deportati ed una al Cimitero Ebraico; inoltre, al Sacrario del Cimitero Monumentale, verranno letti i nomi dei deportati veronesi caduti nei lager dagli Allievi Agenti della Scuola di Polizia di Peschiera del Garda. Inoltre, nell’Aula magna del Polo Zanotto, sarà proiettato il film ‘La zona di interesse’ per gli studenti delle scuole superiori.
La programmazione completa di tutti gli eventi organizzati dal Comune di Verona in occasione della Giornata della Memoria si può trovare al link qui sotto:












