La villa romana di Negrar, meglio conosciuta come Villa dei Mosaici, è una domus tardoantica di circa 3000 mq, scoperta per la prima volta nel 1885 quando, a seguito di alcuni lavori, furono trovati, sotto un vigneto, dei mosaici, successivamente trasportati al Museo Archeologico di Verona. Successivamente, nel 1922, l’archeologa Tina Campanile condusse uno scavo esplorando circa 270mq della villa, di cui con il tempo si è persa la posizione esatta.
Nel 2018, per iniziativa della Soprintendenza di Verona e con la direzione dell’archeologo Gianni De Zuccato, sono state intraprese delle indagini che hanno portato l’anno successivo alla riscoperta della villa. Tra il 2020 e il 2022, sono stati portati alla luce circa 3000 mq, ovvero la quasi interezza della proprietà, che comprende una parte residenziale, una produttiva e addirittura delle terme.
Recentemente sono stati stanziati 1,5 milioni di euro per il proseguimento dei lavori di restauro e di valorizzazione della Villa.

La redazione ha avuto il piacere di intervistare l’archeologo Gianni De Zuccato per parlare dello scavo e del recente finanziamento:
Come verrà utilizzato il finanziamento? Quali sono le priorità?
Il finanziamento sarà utilizzato principalmente per il restauro dei mosaici e delle strutture, con una spesa stimata di circa 500.000 euro. Inoltre, parte dei fondi sarà destinata alla realizzazione di un modello 3D della villa, utile sia per lo studio che per valorizzare l’area, offrendo esperienze immersive ai visitatori.
Serviranno nuovi stanziamenti in futuro?
Sì, sono necessari ulteriori fondi per affrontare criticità come la mancanza di parcheggi adeguati, servizi essenziali, biglietteria e shop, oltre alla costruzione di una copertura definitiva per proteggere l’area archeologica e renderla pienamente accessibile.
Verranno utilizzate nuove tecnologie?
Certamente. Il modello 3D sarà un elemento chiave per valorizzare la villa, non solo con rendering, ma anche con esperienze tramite visori e realtà aumentata. Queste tecnologie permetteranno ai visitatori di esplorare virtualmente la villa e di comprenderne meglio la struttura e la storia.
Qual era l’utilizzo della villa? Si hanno notizie sul proprietario?
La villa, costruita dopo la metà del IV secolo, aveva una parte residenziale con mosaici e terme, e una produttiva dedicata alla coltivazione della vite e alla produzione di vino. Sul proprietario non abbiamo trovato molto: all’inizio avevamo ipotizzato si potesse trattare di Lucio Valerio, molto influente in Valpolicella, ma successivamente abbiamo accantonato l’idea.
Qual è lo stato dei mosaici?
I mosaici sono certamente il gioiello della villa, ma purtroppo a causa di popolazioni passate e scavi svolti in precedenza, alcuni sono stati rovinati in modo irreversibile; fortunatamente, per altri, grazie a innovative tecniche di restauro, sarà possibile tornare allo splendore di un tempo.
Sono stati ritrovati altri reperti oltre ai mosaici?
Sì, sono state rinvenute oltre duecento monete, fibule e frammenti di vetri da finestra. Tuttavia, sono pochi i resti di ceramiche e vasi, il che suggerisce che la villa sia stata spogliata prima dell’abbandono. Inoltre, sono stati identificati elementi architettonici come capitelli e frammenti di colonne.
C’è la possibilità che vengano scoperte nuove stanze o strutture in futuro?
Sì, è probabile. Potrebbero esserci altre strutture, come padiglioni separati o un’aia, oltre alla strada di accesso e a un cimitero della servitù, ancora da individuare. Inoltre, a nord della villa, ci sono stanze non ancora esplorate sotto l’attuale strada.
Quali ripercussioni può avere questa scoperta sul territorio?
La villa può diventare un’attrazione turistica di grande rilievo, portando benefici economici e culturali. Può anche accrescere la consapevolezza degli abitanti sulla storia del loro territorio, valorizzando la tradizione vinicola e il patrimonio archeologico locale.
Cosa ha significato per lei partecipare a questo progetto?
È stata un’esperienza incredibile, soprattutto perché è arrivata verso la fine della mia carriera. Non era un progetto pianificato, ma è nato dalla passione e dalla curiosità. Vedere la villa tornare alla luce è stato emozionante, e spero che il progetto possa essere completato e valorizzato nel migliore dei modi.













