Nuove figure professionali nell’Esercito Italiano 

Con la Legge 119 del 2022 sono state introdotte delle modifiche nel reclutamento dei militari di truppa per incrementare le dotazioni organiche di personale altamente specializzato.

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L'addestramento dei VFI presso l'85°RAV
I giovani Volontari dell'85°Reggimento Addestramento Volontari "Verona"

Sono passati oramai vent’anni da quando è stato sospeso nell’Esercito Italiano il servizio di leva. La legge n.226 del 23/8/2004 ha, infatti, decretato definitivamente la decadenza del servizio obbligatorio e l’istituzione della figura del Volontario in Ferma Prefissata (VFP) di uno e quattro anni (VFP1 e VFP4). Recentemente, con l’entrata in vigore della legge n.119 del 5 agosto 2022, è stato introdotto un nuovo modello di reclutamento nelle carriere inziali delle Forze Armate, sulla base di ferme triennali, incentrato sulla figura del Volontario in Ferma Iniziale (VFI) e del Volontario in Ferma Triennale (VFT), sostitutive degli attuali profili VFP1 e dei VFP4.

Le principali novità della figura del Volontario in Ferma prefissata Iniziale sono innanzitutto una permanenza più ampia, passata da uno a tre anni, garantendo un percorso di formazione specialistico più avanzato e la possibilità di operare da subito all’interno delle unità operative dell’Esercito Italiano sia in missioni nazionali sia all’estero. È stato inoltre abbassato il limite di età per i giovani  che volessero entrare nella grande famiglia dell’Esercito come volontari, restringendo la selezione ai cittadini che, alla pubblicazione di ciascun bando, hanno tra i 18 e i 23 anni. Un’ulteriore novità riguarda la retribuzione mensile media che passa dai 960 euro per i VFP1 ai 1.135 euro per i VFI

“Il riscontro positivo credo che stia arrivando. Come comandante dell’85° Reggimento Addestramento Volontari stiamo assistendo a un graduale incremento nei volumi di giovani che aderiscono al processo di arruolamento. È chiaro che sarà più facile apprezzarne il trend positivo soltanto fra qualche mese o alla fine del 2025, quando i primi VFI avranno consolidato la propria esperienza presso i Reparti Operativi e potranno, anche attraverso il word of mouth, testimoniare la bontà del nuovo modello professionale” dichiara il Colonnello Nicola Castello, Comandante dell’85° Reggimento Addestramento Volontari “Verona”

Già dal dodicesimo mese di servizio i giovani Volontari potranno aderire ai concorsi nelle forze di Polizia oppure, dopo aver trascorso due anni nell’Esercito, partecipare ai concorsi per i Volontari in Ferma prefissata Triennale. Con quest’ultimo passaggio si ha un ulteriore incremento stipendiale, oltre a ulteriori compensi accessori come il lavoro straordinario e quello forfettario di guardia e d’impiego. I Volontari in Ferma Triennale potranno transitare, al termine della ferma, nei ruoli del Servizio Permanente dell’Esercito, stabilizzando definitivamente la loro posizione professionale.

Il percorso di arruolamento per i VFI prevede l’adesione a un bando di concorso indetto dal Ministero della Difesa. A oggi, si è già conclusa la presentazione delle domande per il primo blocco 2025, mentre si può ancora aderire all’arruolamento nel secondo e nel terzo blocco. In fase di selezione, i candidati devono superare delle prove che si tengono presso i Centri di Reclutamento dislocati su tutto il territorio nazionale. Queste prove hanno lo scopo di valutare le capacità fisiche e attitudinali dei candidati che desiderano intraprendere la carriera nel mondo delle armi. Coloro che saranno dichiarati idonei, verranno avviati alla frequenza di un corso basico di addestramento della durata di 12 settimane presso i Reggimenti Addestramento Volontari che sul territorio nazionale sono tre: l’85° RAV “Verona”, il 235°RAV “Piceno” e il  17° RAV “Acqui”.

“È un corso che sancisce il passaggio dallo status di civile a militare ed è, credo, un primo passo fondamentale per rendere disponibili al Paese dei bravi militari, oltre che ottimi cittadini” aggiunge il Colonnello Castello. Nel corso delle 12 settimane di addestramento, i Volontari vengono sottoposti a diverse valutazioni con le quali verificare la progressione addestrativa e la loro idoneità a proseguire il percorso professionale intrapreso nell’Esercito Italiano. 

crest 85°RAV
Crest dell’85° Reggimento Addestramento Volontari “Verona” (fonte: www.esercitostore.it)

Viene innanzitutto considerato l’aspetto comportamentale, della disciplina e dell’etica. Si valuta poi l’abilità tecnico-professionale su materie prevalentemente applicative come la pratica con le armi, le trasmissioni e i regolamenti. Infine è necessario superare delle prove fisiche (corsa sui 3000 metri, piegamenti sulle braccia, addominali, marce con dieci chili di zavorra e il superamento degli ostacoli in un percorso ginnico-militare).

I volontari, prima di essere assegnati ai Reggimenti operativi dell’Esercito Italiano, consolidano la propria formazione presso le scuole di specializzazione a cui vengono avviati a seconda dell’incarico attribuito. Ad esempio, i fucilieri e i bersaglieri intraprendono un ulteriore percorso di addestramento presso la Scuola di Fanteria. Diverso è l’iter da seguire per coloro che sono stati selezionati come Operatori delle Forze Speciali. Con la fase di specializzazione, i militari acquisiscono le competenze, ossia la capacità di saper fare ed essere specializzati in una particolare mansione.

“Credo che il comando sia innanzitutto un privilegio che consente di indirizzare il lavoro di tanti bravi collaboratori verso gli obiettivi condivisi dalla Forza Armata. Consente di essere investiti da responsabilità che investono la sfera etica e motivazionale, oltre a quella addestrativa e tecnico professionale” afferma orgoglioso il Comandante dell’85°RAV.  

In conclusione, l’istituzione delle figure dei Volontari in Ferma prefissata Iniziale e Triennale garantirà all’Esercito Italiano professionisti addestrati e specializzati, mossi nel loro operato dai valori di servizio verso la Patria per garantire un futuro di pace e prosperità alla nostra Nazione.

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