Matilde Zago, studentessa del liceo scientifico Alle Stimate di Verona, è una giovane promessa dell’equitazione italiana. Nonostante la sua carriera sportiva sia in continua crescita, riesce a gestire con successo anche gli impegni scolastici, grazie al supporto della sua scuola, che le offre un percorso pensato per gli studenti-atleti. Questa organizzazione le consente di conciliare allenamenti intensi e competizioni internazionali con gli studi, portando avanti entrambi con impegno e dedizione. L’abbiamo incontrata per scoprire di più sulla sua passione per questo sport.
Quando hai iniziato a praticare equitazione e cosa ti ha spinto a scegliere proprio questo sport?
“Ho iniziato equitazione a cinque anni. Non c’è stato un motivo preciso che mi abbia spinto a iniziare, ma vedendo mia sorella praticarlo, me ne sono innamorata. Inizialmente mia mamma non voleva che lo facessi, perché pensava fosse solo un’imitazione. Così, per un periodo, andavo al maneggio senza cavalcare, limitandomi a pulire i pony. Poi è diventato evidente che era una passione vera e ho iniziato davvero. Da quel momento sono entrata nel mondo dei pony e, ancora oggi, faccio fatica a staccarmene, nonostante quest’anno compia diciassette e non possa più gareggiare con loro. Infatti, sono considerati pony solo quelli che non superano 1,49 m di altezza e raggiunta questa età, in Italia, è obbligatorio passare ai cavalli. Può sembrare solo una questione di statura, ma per me è qualcosa che sento nel cuore.”
Qual è stata la tua esperienza più emozionante in gara?
“Le emozioni che provo sono tante, dalle gare di routine fino a quelle in cui indosso la divisa del Veneto e dell’Italia. Ho partecipato ai Campionati Mondiali Pony Club a Lamotte, in Francia, dal 22 al 24 luglio. Dopo la selezione, scoprire di essere nella squadra italiana è stata un’emozione unica. Era un mio obiettivo fin da quando ero piccola, e realizzarlo è stato incredibile.
Il primo giorno, il 22 luglio, abbiamo partecipato alla sfilata delle Nazioni: è stato emozionante sapere che c’erano atleti provenienti perfino dalla Cina e dalle Bahamas. Le gare sono state intense: la prima prova si è svolta il 23 luglio e la seconda il 24. In quei giorni ho cercato di dare il meglio di me stessa per ottenere un buon risultato per la squadra. Anche il mio pony, Innocent Van De Bernum, castrone belga del 2004, ha dato il massimo e sono molto contenta di ciò che abbiamo raggiunto. Dopo due prove impegnative, la squadra italiana si è classificata al quarto posto. Era un traguardo che sognavo da tempo, e ho capito di aver realizzato il sogno di quella piccola me di tanti anni fa.”

Cosa provi quando sei in sella?
“Quando sono in sella, provo una sensazione di libertà, ma allo stesso tempo di concentrazione. Cerco sempre di dare il meglio di me stessa, soprattutto nei momenti di difficoltà. A volte, salire a cavallo è la mia cura: anche nelle giornate più complicate, mettere il piede nella staffa e sentire il legame con il mio cavallo mi aiuta a ritrovare l’equilibrio.”
Come si costruisce un buon rapporto con il cavallo e quali sono le regole più importanti da rispettare nell’equitazione?
“Secondo me, un buon rapporto con il cavallo si costruisce non solo attraverso premi come biscottini, ma soprattutto facendolo sentire parte della propria vita. Io cerco di considerare i miei cavalli come un punto di riferimento, come una spalla su cui contare. Questo legame è fondamentale perché, nelle competizioni, basta un attimo di incomprensione per commettere un errore. Passo molto tempo con il mio cavallo anche a terra, per rafforzare il nostro rapporto. Voglio che capisca quanto è importante per me, così che, quando ne avrò bisogno in gara, lui possa darmi tutto il suo supporto. Nell’equitazione ci sono molte regole, ma per me la più importante è il rispetto per il cavallo. Non è solo un compagno di sport, ma un vero e proprio compagno di vita.”


Hai mai incontrato un campione di questo sport?
“Ho avuto l’opportunità di incontrare molti campioni e mi piace molto guardarli nelle gare importanti per imparare sempre di più. Osservando le loro competizioni, mi rendo conto che anche i migliori possono commettere errori, e questo mi aiuta a pretendere meno da me stessa. Oltre a studiare le loro tecniche, cerco di osservare anche come reagiscono agli errori: il loro atteggiamento e la loro capacità di riprendersi mi insegnano molto. Tra tutti, la mia amazzone preferita è Edwina Tops-Alexander, un’atleta australiana che ammiro tantissimo per il suo stile e la sua determinazione.”
Come riesci a conciliare il tempo per gli allenamenti con gli impegni scolastici e in che modo la tua scuola ti supporta come studentessa-atleta?
“Frequento un liceo impegnativo, quindi cerco sempre di organizzarmi la settimana con anticipo per conciliare studio e allenamenti, perché tengo molto a entrambi. Le mie giornate sono molto intense: la mattina vado a scuola, appena esco corro subito agli allenamenti e, una volta terminati, torno a casa e mi concentro sullo studio senza perdere tempo. Gli allenamenti mi portano via molte ore, dato che mi alleno quasi tutti i giorni, ma grazie a una buona organizzazione riesco a non trascurare nulla. La mia scuola mi aiuta molto: insegnanti e compagni capiscono i miei impegni e questo mi permette di continuare a dare il massimo sia nello sport che nello studio.”
Quali sono i tuoi obiettivi futuri, sia nello sport che nella tua carriera scolastica?
“Ho molti obiettivi, tra cui alzare sempre di più il mio livello agonistico, ma senza dimenticare da dove sono partita. Per quanto riguarda la carriera scolastica, ho ancora molte strade aperte davanti a me e sto cercando di capire quale sia quella più adatta.
Matilde conclude dicendo: “Guardando al futuro, il mio sogno è continuare a crescere, sia come amazzone che come persona, e affrontare ogni sfida con la stessa passione che mi ha guidato fin qui. Ogni passo, ogni gara, ogni allenamento mi avvicina al mio obiettivo: vivere pienamente il mio sogno sportivo, sempre con il cuore in sella.”













