Per l’ex presidente del Chievo Verona, Luca Campedelli, le cose non stanno andando bene: dopo lo smacco di esser stato superato dal capitano della sua ex squadra nell’asta per l’acquisizione del marchio Chievo, in questi giorni è arrivata anche la notizia del rinvio a giudizio emesso dalla Procura di Verona ai suoi danni: è infatti accusato di aver falsificato i bilanci della società, permettendo così alla squadra di poter partecipare regolarmente al Campionato; inoltre, la procura lo accusa sia di aver creato plusvalenze fittizie, ovvero di aver venduto e comprato giocatori a determinati valori (troppo alti per quei giocatori) per far gonfiare i conti, sia di aver dichiarato bancarotta fittizia, ovvero di aver chiuso la società per non pagare i debiti rimasti.
La storia del Chievo Verona
Il Chievo Verona nasce nel 1929, a opera di un gruppo di appassionati di calcio provenienti dal borgo di Chievo, a Verona. Dopo essersi sciolta durante la Prima Guerra Mondiale, la società viene rifondata nel 1948, con il nome di AC Chievo; dopo molti anni di scalata nelle serie minori, finalmente sul finire degli anni 50’ viene promossa in prima categoria, l’attuale Serie A, dove rimane fino al 1963.

Viene acquistata nel 1964 da Luigi Campedelli, uomo d’affari veronese a capo della Paluani. Dopo circa 25 anni di cambi di proprietà, Campedelli diventa definitivamente il Presidente del Chievo, lasciando in eredità la società al figlio, che ha dato il via ad una serie di stagioni di grande successo, fino ad arrivare alla promozione in COPPA UEFA nell’annata 2006/2007. Questa annata ha segnato il punto più alto della storia del Chievo, che rimarrà in Serie A per 11 anni consecutivi, dall’annata 2008/2009 a quella del 2018/2019.

Dopo la retrocessione e alcune stagioni in Serie B, il Chievo viene escluso da ogni tipo di campionato professionistico, a causa delle inadempienze finanziarie del Club. In seguito al fallimento della società, la bandiera e storico capitano Sergio Pellissier ha tentato di fondare una nuova società calcistica proprio col nome e col simbolo del Chievo, ma questa operazione gli è stata impedita proprio da Campedelli, che aveva provato due fusioni, prima col Sona e poi con il Vigasio, ma entrambe fallimentari. Nel 2023 è stato messo all’asta il marchio del Chievo Verona che si è aggiudicato Pellissier con 330.000 euro, superando Campedelli e aggiudicandosi il diritto di poter attribuire alla sua società già esistente, la Clivense, il nome di AC Chievo Verona.













