Le Olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026, l’evento sportivo più atteso del prossimo anno, si avvicinano sempre di più e Milano si è già immersa nell’atmosfera olimpica. Il 19 e il 20 febbraio, all’Unipol Forum di Assago, sono scesi in pista 58 atleti provenienti da tutto il mondo per una manifestazione internazionale dello sport maggiormente seguito tra tutti quelli dei giochi olimpici invernali: il pattinaggio di figura.
L’obiettivo del Road to 26 Trophy è stato quello di testare, anche a livello organizzativo, il luogo dove il prossimo anno i pattinatori si sfideranno per la conquista delle ambite medaglie. Le due giornate di gara hanno visto gli atleti gareggiare in tre specialità: singolo (maschile e femminile), coppia artistico e coppia danza. Nel primo giorno, hanno portato i programmi corti, mentre nel secondo i programmi lunghi. Il livello della competizione era molto alto ma al suo termine si sono distinti alcuni pattinatori.
Singolo femminile

Nel il singolo femminile, il gradino più alto del podio se lo è aggiudicato l’estone Niina Petrokina che, dopo uno short programma non eccellente, è riuscita a recuperare con il programma lungo. Salti senza sbavature, energia e un’interpretazione della musica che non ha lasciato indifferenti i tifosi sulle tribune e nemmeno i giudici. La neo laureata campionessa europea è riuscita a conquistare la prima posizione con un punteggio combinato di 194.11, distaccandosi notevolmente dalle sue avversarie. La medaglia d’argento se l’è messa al collo la statunitense Isabeau Levito, leggermente sottotono rispetto al suo solito. La vice campionessa del mondo attualmente in carica si è appena ripresa da un infortunio e il Road to 26 Trophy è stata la prima competizione a cui la diciottenne ha partecipato dopo essersi ripresa. La poca pulizia delle catene di salti non l’hanno fatta vincere, ma è riuscita a distinguersi per le trottole eseguite eccellentemente e la sua eleganza. Ha ottenuto un punteggio di 188.64, solo qualche decimo in più rispetto al 188.19 dell’italiana Lara Naki Gutmann. Nello short program si era piazzata in prima posizione provvisoria, ma una caduta e la relativa difficoltà tecnica del suo programma non le hanno permesso di confermarsi come vincitrice, anche se questo non ha fermato i tifosi presenti dall’applaudire calorosamente l’atleta di casa.
Singolo maschile

Passando al singolo maschile, anche qui l’Italia è stata in grado di portarsi a casa una medaglia. Nikolaj Memola, poche settimane dopo il suo primo argento ai Campionati Europei di Tallinn, ottiene nuovamente un meritato secondo posto. Il pubblico pronto a tifare per lui gli ha dato la carica giusta per affrontare la competizione, ma non è bastato. Uno short program praticamente impeccabile lo aveva portato provvisoriamente in prima posizione ma, nonostante un’ottima prestazione, ha ottenuto un punteggio combinato di 254.21, non abbastanza per battere il francese Kevin Aymoz. A livello tecnico il programma lungo non era più complicato di quello di Nikolaj, ma quello che ha catturato l’attenzione è stata la sua interpretazione artistica, la creatività dei passi e l’apparente semplicità con la quale ha eseguito il disco di gara, che gli ha permesso di raggiungere un punteggio di 261.07. La medaglia di bronzo se la aggiudica il giapponese Sota Yamamoto. Chiudendo lo short program in quarta posizione a causa di un triplo axel non completo, l’atleta è riuscito a recuperare durante il programma lungo. Nonostante ben due cadute e le detrazioni dovute ad esse, ha portato a termine tre salti quadrupli, l’unico della competizione ad avere più di due quadrupli nel proprio disco. Si è aggiudicato un punteggio di 237.47.
Coppie artistico

La battaglia per la prima posizione nelle coppie artistico è stata agguerrita. Si sono imposti gli italiani Rebecca Ghilardi e Filippo Ambrosini, ottenendo il privilegio di salire sul gradino più alto del podio dimostrando il loro talento. Già dopo il programma corto, si erano piazzati in prima posizione, anche se con qualche errore in più rispetto al loro solito. Il long program è stato segnato da due cadute, ma questo non ha impedito alla coppia di vincere grazie alla loro coordinazione e sinergia sul ghiaccio. Hanno superato la soglia del 170, con un punteggio totale di 171.02. Appena dietro con un 165.76 c’è la coppia formata dagli statunitensi Katie McBeath e Daniil Parkman. Hanno eseguito dei programmi puliti, senza eccessive sbavature ma non sono riusciti a trasmettere quel qualcosa in più che li avrebbe portati alla vittoria. E’ stata comunque una prova positiva per i due contando il fatto che è stata la loro prima competizione internazionale dopo l’argento ai campionati nazionali. Chiudono il podio gli ucraini Sofiia Holichenko e Artem Darenskyi (164.05). Salti lanciati ben eseguiti e nessuna caduta in entrambi i programmi hanno regalato alla coppia dei vice campioni mondiali junior in carica un meritatissimo terzo posto.
Coppie danza

Per concludere, mancano le coppie danza, specialità spesso sottovalutata anche dai fan dello sport, ma che anche in questo caso ci ha offerto ottime perfomance. A dominare la classifica sono stati Juulia Turkkila e Matthias Versluis (201.71), una coppia finlandese che naviga in campo internazionale da diversi anni. Questa vittoria non può che essere di buon auspicio per gli atleti che alla loro scorsa Olimpiade si sono posizionati al quindicesimo posto. La seconda posizione se l’è aggiudicata un’altra coppia statunitense, formata da Caroline Green e Michael Parsons (196.11). Allenati da Charlie White (campione olimpico ai giochi di Sochi del 2014), sono scesi in pista con degli ottimi programmi, mantenendo la seconda posizione alla fine delle due giornate di gara. Infine, sul gradino più basso del podio, sono saliti i tedeschi Jennifer Janse van Rensburg e Benjamin Steffan (182.96). I due pattinano insieme dal 2016 e nonostante nel corso degli anni non siano arrivati grandi risultati, si è notata anche questa volta la sintonia che c’è tra i due quando si muovono insieme sul ghiaccio.












