Riso Gallo è una delle più grandi e antiche industrie risiere italiane. La sua storia inizia nel lontano 1856, più precisamente a Genova, spostandosi in seguito anche in Argentina. Ma perché proprio il gallo? L’idea nasce in questa nazione dell’America Latina, dove l’analfabetismo era ancora molto diffuso, e le varietà di riso erano indicate con le figure di animali, e tra questi c’era il gallo ,la varietà migliore; quindi da qui la scelta.
Nel 1856 Giobatta Preve, insieme ad un socio, apre a Genova la sua prima attività, che venne tramandata successivamente a Giovanni, Cesare ed Alberto, i quali inaugurano il primo stabilimento a Buenos Aires. In seguito Riccardo Preve, trasferisce la sede a Robbio, dove si trova ancora oggi, con il marchio Riso Gallo. Nonostante ciò, il nome Riso Gallo viene ufficialmente dato all’azienda da Mario Preve nel 2004.

Mario Preve nasce nel 1941 a Correntes, in Argentina, dove vive per ben 29 anni; successivamente, dopo la laurea, inizia a lavorare nell’azienda a Buenos Aires con i suoi fratelli Alberto e Cesare. Tuttavia, la gestione dell’azienda non è stata facile, così Mario diventa amministratore delegato in Italia, insieme a un nuovo socio, mentre i due fratelli rimangono in Argentina. In seguito, l’azienda resta in mano alla famiglia Preve. Mario ha portato molte innovazioni: dal lancio della nuova “Gran Riserva” alla creazione del riso pronto in due minuti. Ha ottenuto anche grandi riconoscimenti, infatti è stato il primo italiano eletto Presidente dell’Associazione industriali risieri europei. Nel 2022 ha lasciato l’azienda ai quattro figli: Carlo, Emanuele, Riccardo ed Eugenio. Nel febbraio del 2023 morirà all’età di 81 anni.
Ad oggi l’azienda è in continuo sviluppo e si augura col tempo di poter raggiungere grandi obbiettivi sia in Italia che all’estero. Anche a questo fine, la famiglia ha formalizzato un accordo per regolare la successione aziendale, fissandone i requisiti minimi: aver conseguito una laurea, conoscere tre lingue straniere e aver maturato almeno tre anni di esperienza lavorativa in un’azienda esterna al Gruppo.
Qui di seguito vi lasciamo alcuni estratti dell’intervista ad Emanuele Preve, uno dei figli di Mario:
Quali eredità ha lasciato Mario Preve all’azienda e che valori vi ha trasmesso?
Mario Preve ci ha lasciato l’eredità tramandata a lui dai suoi avi, ovvero l’importanza della qualità e dell’innovazione dell’azienda, l’obiettivo della crescita e, infine, l’impegno continuo nel mantenere sempre un’ambiente famigliare. Ciò ha portato a creare valori che si sono perpetuati negli anni e ci hanno permesso di arrivare a 170 anni. Oltre a questo, ci ha trasmesso valori come la partecipazione e il coinvolgimento di tutti, dai membri della famiglia ai dipendenti; questo è molto importante, poiché lavoriamo in un paese piccolo come Robbio.
Il mercato sta cambiando. Come pensate di far fronte alla concorrenza delle aziende estere in Italia e, allo stesso tempo, essere competitivi anche al di fuori del Paese?
Il mercato del riso si sta spostando di più verso un consumatore che ricerca sempre più prodotti pronti per cucinare di meno e noi, con l’introduzione del riso pronto in due minuti, andiamo verso questa direzione, anche se è un cambio generazionale e, quindi, è un processo molto lungo. Un altra strumento per fronteggiare il mercato è quello dell’ampliamento della gamma di prodotti, come patatine, muffin e biscotti, per andare incontro al consumatore anche in altri momenti della giornata, al di fuori del pranzo e della cena. Invece, all’estero, il nostro obiettivo è quello di continuare a diffondere la cultura del risotto italiano che è la nostra radice e il nostro tratto distintivo nel mondo.
Quali sono i lati positivi e quelli negativi del lavorare con i propri familiari?
Lavorare con i propri familiari non è facile, anche le statistiche dicono che le aziende familiari dopo due o tre generazioni tendono a chiudere. Uno dei motivi è sicuramente la parte emozionale, che entra dentro le logiche aziendali. Da un lato, questo limita e condiziona il business, ma, dall’altro, una persona della famiglia, che è coinvolta e che tiene all’azienda, è sicuramente più produttiva di un manager esterno che ha altri obiettivi.
E infine, che piani avete per il futuro?
Il nostro obiettivo è quello di crescere, perché siamo in una fase in cui i nostri concorrenti sono più forti e per farlo dobbiamo utilizzare linee esterne, quindi comprando altre aziende e diversificando.











