Degrado edifici a Verona sempre più diffuso: problema irrisolvibile?

Il fenomeno nella città scaligera tocca limiti sempre più preoccupanti ed estesi, per questo motivo ne abbiamo parlato con un esperto, l'ingegner Raffaele Berto.

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Ing. Raffaele Berto nel ruolo di Direttore dei Lavori.
Ing. Raffaele Berto nel ruolo di Direttore dei Lavori.

Il problema del degrado architettonico tocca ogni zona, anche se la città di Verona, incluso il centro storico, registra un tasso superiore alla media. A causa della sua diffusione, tale fenomeno si trasforma in un crescente degrado sociale, che si manifesta nelle case oggetto di occupazioni abusive.

Il problema è quindi molto ramificato e sempre più complesso, provocando anche molte conseguenze indirette. Abbiamo deciso di intervistare l’Ing. Raffaele Berto, attivo dal 2004 sul territorio veronese nel settore edile con specializzazione in Progettazione, Direzione lavori e Sicurezza cantieristica, consulente energetico e tecnico ufficiale Biosafe, per poter comprendere meglio il fenomeno e, se possibile, trovare delle soluzioni.

Ing. Raffaele Berto, consulente energetico, Consigliere del comune di Vigasio e tecnico ufficiale Biosafe.

Cosa si intende quando si parla di palazzi in stato di degrado?

Per degrado di un edificio si intende una costruzione che versa in stato di semi-abbandono, usurata e non abitata stabilmente. Il problema del degrado architettonico perdura nella provincia veronese da ormai un ventennio, ma adesso più che mai si sta facendo evidente.

A quali categorie appartengono gli edifici in degrado?

Diciamo che gli edifici in degrado appartengono principalmente a due categorie: i palazzi storici e quelli risalenti alla seconda metà del secolo scorso.

Edificio risalente agli anni 70, abbandonato sulle Torricelle e oggetto di occupazioni abusive.

Gli edifici storici sono da sempre soggetti a fragilità strutturali e necessitano di una manutenzione costante, che chiaramente comporta dei costi non indifferenti; invece i palazzi residenziali della seconda metà del ‘900 risalgono ai tempi del boom economico del nostro Paese e della nostra regione e spesso sono costruiti con materiali poco performanti, talvolta di riciclo, che però in ogni caso mostrano necessità di una manutenzione che deve avvenire.

Una sfida ardua, ma che porterebbe senza dubbio i suoi benefici, sarebbe il rinnovamento e l’adattamento degli edifici alle norme vigenti non solo dal punto di vista edilizio e costruttivo, ma anche dal punto di vista estetico.

Perché il problema del degrado è diventato così evidente soprattutto negli ultimi tempi?

Innanzitutto, per chiarire l’entità e la diffusione del problema vorrei diffondere un dato contenuto nel dossier pubblicato dall’ordine degli architetti veronesi, il quale evidenzia che il tasso di edifici in condizioni di degrado nella provincia oscilla tra il 70 e il 75%. Questa percentuale così elevata è dovuta al fatto che oltre agli edifici storici, gli unici in condizioni di degrado fino agli anni ’90, con il nuovo millennio si sono aggiunti anche -e, direi, soprattutto- gli edifici costruiti nello sviluppo economico del Paese, che ormai dopo qualche decennio mostrano, come avevo sottolineato prima, i segni del tempo.

Esistono alcuni potenziali interventi da apportare sulle singole strutture per risolvere questo problema nel caso dei palazzi storici?

Certamente, il principale problema degli edifici storici è che questi disperdono molta energia e vengono detti “energivori“. Inoltre i grandi ostacoli del nostro territorio sono le escursioni termiche stagionali molto accentuate, unite ai fenomeni di umidità e nebbia. Dal mio punto di vista, bisognerebbe utilizzare un sistema di isolamento a cappotto, oppure -se proprio non è possibile fare ciò- agire su un impianto termico più efficiente e sostenibile. Molti edifici storici sono tenuti sotto osservazione dalla Sovrintendenza, ecco perché reputo molto difficile la possibilità di applicare un sistema isolante dall’esterno. Piuttosto credo sia migliore l’alternativa di applicarlo dall’interno, magari installando anche un sistema di riscaldamento più efficiente, come quello a pavimento.

Situazione di degrado in via Arcidiacono Pacifico, nei pressi del Duomo, in centro a Verona.

Invece per i palazzi del secolo scorso quali soluzioni vengono consigliate?

Per questi edifici i vincoli sono di gran lunga minori, se non quasi assenti. La situazione in tal caso è molto più variegata, eppure in linea di massima le soluzioni sono le stesse per gli edifici storici. Comunque è necessario, anche nella decisione degli interventi da apportare, rivolgersi a figure qualificate quali ingegneri e termotecnici per ideare un progetto su misura.

Esistono dei materiali fortemente consigliati per l’adattamento termico?

Senz’altro! Il materiale più quotato è il Multipor, prodotto dall’azienda Ytong; capace di respingere l’umidità e con un alto tasso di igroscopicità e resistenza al calore, esso vanta anche notevoli proprietà acustiche. Il costo del materiale è senza dubbio più elevato, eppure la qualità che garantisce lo rende assolutamente consigliabile. Per l’applicazione non si usano i ponteggi e vengono corretti i ponti termici.

Immagine di posa in opera di Multipor, prodotto dall'azienda Ytong.
Immagine di posa in opera di Multipor, prodotto dall’azienda Ytong.

Se le soluzioni ci sono, perché allora non vengono messe in atto?

Purtroppo gli ostacoli sono molti, e anche diversi da situazione a situazione. Spesso i proprietari, poiché possiedono gli edifici ma non vi abitano, sono disinteressati a ristrutturazioni; eppure questo, sul lungo periodo, può rendere l’edificio più fragile, aumentando i rischi di crolli interni o esterni, ma anche di incendi e, potenzialmente, costituendo un rischio concreto per la cittadinanza intera. Il Comune dovrebbe obbligare i proprietari a intervenire, mentre dal punto di vista statale bisognerebbe varare nuovi sostegni economici usufruibili da ogni ceto e snellire la burocrazia.

Abbiamo dunque capito che il degrado architettonico è un problema complesso, ma al tempo stesso attuale, che merita decisioni e scelte al più presto, eppure “Se ci impegniamo in maniera determinata e costante, sostenendo questi rinnovamenti degli edifici, sicuramente ci sarà un miglioramento non solo in un’ottica ambientale ma anche da un punto di vista socio-economico” dichiara l’ingegner Berto. Combattere il degrado è dunque un grande gesto d’amore verso la comunità e verso il territorio.

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