Dal 15 al 22 maggio l’Arena di Verona ha ospitato PalaJova 2025, l’ultima esperienza musicale di Lorenzo Cherubini. Sei serate sold out, in cui l’artista ha trasformato ogni concerto in una vera celebrazione condivisa, alternando brani storici a hit del suo nuovo repertorio.
Ogni serata si è aperta con l’esibizione di Nicol, giovane cantautrice conosciuta grazie ad Amici e Sanremo Giovani, che ha scaldato l’atmosfera prima dell’ingresso di Jovanotti sul palco.

Il concerto prende il via quando Lorenzo sale sul suo tappeto orientale, che definisce come il suo “luogo di rifugio”, simbolo delle tante emozioni, felici e tristi, vissute nel corso della sua carriera. La scaletta si apre con “Montecristo”, seguita da “L’Ombelico del Mondo”, e prosegue con un viaggio tra i suoi più grandi successi, come “Mi fido di te”, “Una tribù che balla”, “A te” e “Ragazzo fortunato”. Non mancano naturalmente i brani tratti dal nuovo album, come “Il corpo umano” e “Occhi a cuore” che aggiungono freschezza e novità all’evento. Accanto a lui, una band di 14 elementi ha dato vita a un sound potente: l’amico Saturnino al basso, Adriano Viterbini alla chitarra e Christian Rigano alle tastiere sono solo alcuni dei musicisti che hanno reso unico il live.

Jovanotti ha scelto di concentrarsi su alcuni temi a lui particolarmente cari, come la primavera. Sul palco sono stati allestiti grandi fiori meccanici, dal peso di circa 1300 chili ciascuno, che animavano lo spettacolo con giochi di luce suggestivi, creando un’atmosfera coinvolgente.
Dopo l’incidente in bici del 2023 a Santo Domingo, che gli ha causato la rottura del femore e della clavicola, due operazioni e una lunga e difficile riabilitazione, Lorenzo è letteralmente rinato e come lui stesso ha dichiarato “Non si può fermare la primavera”. Il nuovo album, intitolato “Corpo Umano”, è un segno di rinascita e un inno alla vita, ispirato sia a eventi personale sia a una riflessione più ampia sull’esistenza umana.

Ma oltre le luci, i fiori meccanici e la scaletta impeccabile, quello che colpisce davvero è il legame tra Jovanotti e il suo pubblico. Generazioni diverse si sono ritrovate in sei serate a cantare le stesse parole, a ballare con la stessa energia, a lasciarsi trasportare da un artista che riesce a farti sentire parte di qualcosa. Durante tutte le serate, non ha semplicemente cantato: ha riso, ha parlato, ha reso ognuno parte di quel concerto. I momenti più profondi, venivano alternati con delle vere e proprie esplosioni di entusiasmo, con canzoni che creano un equilibrio perfetto tra festa ed emozione. E così, tra luci, risate e felicità, si chiude PalaJova 2025 nell’Arena di Verona. Dopo l’incidente e dopo il dolore, Jovanotti torna con una forza nuova e una consapevolezza più profonda.
“Questa è la mia casa», dice guardando il pubblico, “ma anche la vostra. La mia felicità non è completa se non la condivido con voi“. All’Arena di Verona si è percepito il desiderio di stare insieme, di vivere la vita, e di sentirsi appartenere a qualcosa di più grande. Sul suo tappeto orientale, Jova diventa narratore, showman, fratello maggiore e complice. Salta, ride, si commuove, si ferma. Parla della primavera come “una cosa che accade dentro, anche quando fuori sembra tutto fermo”.
La vita di Jovanotti è il riassunto di un percorso in cui ogni caduta è diventata una spinta verso l’alto e ogni battito un passo. PalaJova 2025 è quindi stato un nuovo inizio e Jovanotti lo sa bene: è tornato per annunciarlo con ogni parola e ogni canto su quel palco.















