Dopo il passaggio del Club gialloblù dalla gestione dell’ex patron Setti, che ha preso il ruolo di Senior Advisor of Football Operations, al fondo texano Presidio Investors, facciamo il punto con la manager Simona Gioè sul futuro della squadra scaligera che si prepara a scrivere un nuovo capitolo della sua storia, iniziata nel 1903.
Un cambio di passo a stelle e strisce all’insegna della continuità, con la conferma del direttore sportivo Sean Sogliano a cui spetta portare la nave in porto, per poi ricostruire l’Hellas Verona 2025/26, e di Simona Gioè, manager reggina classe 1980 approdata a Verona nel 2017, che resta tra le figure apicali dell’Hellas con l’incarico di Direttore Finanziario.

Simona Gioè, quali benefici l’acquisto del Club da parte di Presidio porta con sé?
Essendo in una fase iniziale, Presidio sta ancora studiando per comprendere al meglio come agire per il futuro della squadra. In ogni caso, quella di acquisire il Verona è stata una scelta basata sull’enorme potenziale sia del Club che della città. Entrambi potranno sicuramente trarne benefici, grazie all’esperienza del CdA, unita al supporto finanziario della nuova proprietà e al management già presente e confermato.
Dopo l’ingresso dei nuovi azionisti, com’è il clima internamente?
Stiamo collaborando insieme attivamente per delineare le giuste strategie finalizzate ad apportare miglioramenti all’Hellas Verona. Lavoriamo in maniera coesa per il bene del Club e siamo favorevoli a qualsiasi iniziativa che possa portarci al raggiungimento degli obiettivi che ci siamo posti.
Come CFO, che ruolo gioca all’interno del Club?
Oggi il CFO ha un ruolo molto importante. Mi concentro su leggi, regolamenti e normative che riguardano ogni società di calcio. Come giusto che sia, ci sono molti controlli ed è fondamentale rispettare, nei tempi e nei modi giusti, tutti gli obblighi burocratici.
In che modo verrà preservato il legame con Verona e la sua comunità dopo il cambio di proprietà?
Sappiamo quanto sia importante il legame profondo che lega il Club, la città e i veronesi. L’Hellas Verona continuerà a preservare e rafforzare il suo legame con la comunità cittadina attraverso iniziative sociali, culturali e di coinvolgimento dei tifosi, come ha sempre fatto, rimanendo un punto di riferimento per tutto il territorio.
Ci sono passi avanti sul progetto di riqualificazione dello stadio Bentegodi?
Lo stadio gioca sicuramente un ruolo importante nella crescita di ogni club. Al momento non è prevista la presentazione di alcun progetto, ma la nuova proprietà ha già dichiarato di essere aperta a ogni opportunità e al dialogo con Amministrazione comunale e possibili investitori.
Come si garantisce una gestione dei conti virtuosa in un calcio sempre più competitivo?
Il calcio si evolve periodicamente e il nostro è un campionato sicuramente in crescita. Di conseguenza, dobbiamo farci trovare pronti per raggiungere i nostri obiettivi ogni anno. In primis, è fondamentale la collaborazione all’interno del Club: lavoriamo ogni giorno per il Verona con un continuo confronto tra le diverse aree della società.
Come affronta questo nuovo ruolo?
Il mio impegno rimane immutato. Conosco questo ambiente da tanti anni e porto con entusiasmo le mie conoscenze e competenze alla nuova proprietà per aiutarli a comprendere al meglio cosa rappresenta l’Hellas Verona e in generale il calcio in Italia.
Che cosa significa essere una dei pochi manager donna della serie A?
Non distinguerei tra uomo e donna. È sicuramente un ambiente maschile in cui è più difficile trovare una figura femminile in posizioni apicali; di fatto, ed io ne sono una prova, nulla è precluso a chi crede in quello che fa e quotidianamente si applica con passione e convinzione.
Qual è il suo background e quali competenze ci vogliono per essere il CFO di un Club di serie A?
Dopo una prima esperienza in uno studio commerciale, ho iniziato a lavorare nella società di calcio della mia città, appassionandomi e dedicandomi a ciò che facevo. Poi nel 2017 sono approdata all’Hellas dove ho rivestito diversi ruoli. Direi quindi che ciò che serve sono tanta esperienza e conoscenza approfondite della società, abbinate agli studi di natura economica che hanno contribuito al mio accrescimento personale e professionale.
Qual è la parte del suo lavoro che le piace di più e quella che richiede più nervi saldi?
Mi ritengo una persona fortunata: il mio lavoro mi piace moltissimo in tutte le sue sfaccettature ma, sicuramente, tutto ciò che attiene all’aspetto economico-finanziario è ciò che mi appassiona in maniera particolare; i numeri mi rilassano! Ho imparato, crescendo, che mantenere i nervi saldi, in ogni situazione, aiuta a risolvere anche le situazioni più complesse.
Qual è la soddisfazione più grande della sua carriera e, se c’è stato, il momento più difficile?
È dai momenti più difficili che si ha la possibilità di un’effettiva crescita allorquando si affrontano con passione le sfide che la vita riserva; per rispondere alla domanda posso dire che sono stati tanti i momenti difficili durante la mia carriera (25 anni!) che, una volta affrontati, si sono trasformati in momenti di grandi soddisfazioni.
Quali consigli e indicazioni si sente di dare a tutte le donne che vogliono misurarsi con una carriera in ambiti considerati, a livello mainstream, “prettamente maschili”?
Mai porsi dei limiti, tanto più lasciandosi condizionare dall’essere donna che, al contrario, può rappresentare un valore aggiunto più che un limite. Per cui, avanti tutte verso l’obiettivo senza mai farsi distrarre da pregiudizi o condizionamenti.













