Vinitaly 2025: il bilancio di questa fiera colma di incognite

In occasione della 57esima edizione di Vinitaly, che ha visto cantine provenienti da tutta Italia, abbiamo intervistato Alberto Marchisio, direttore generale della cantina Cadis 1898 di Soave.

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Anche quest’anno si è svolto a Verona il Vinitaly and the city, il salone internazionale dei vini e dei distillati. Si è svolto dal 6 al 9 aprile riscontrando, come ogni anno, un grande successo. L’evento variava tra le differenti location nel centro storico di Verona ai diversi e numerosi padiglioni allestiti in Fiera. I numerosi padiglioni erano divisi per regioni e ospitavano al loro interno i diversi stand delle cantine delle rispettive regioni. 

Molti eventi sono stati dedicati ai “Wine lovers”, ovvero coloro che non sono esperti ma che nutrono una profonda curiosità nel mondo enologico e che degustano esprimendo giudizi e documentandosi. Per andare incontro alle nuove generazioni sono stati allestiti eventi dove il vino ha incontrato il mondo dell’estetica, come i due eventi svolti domenica 6 aprile “Wine nails” e “Red wine make up”; organizzati entrambi da Coin Excelsior Verona offrivano ai visitatori delle esperienze glamour caratterizzate dai colori del vino rosso. Sempre domenica si sono svolti molti eventi dove i turisti hanno potuto conoscere meglio la Verona storica tramite tour nella Verona sotterranea, visite guidate alla Villa Romana di Valdonega e corsi di Archeologia presso il Museo Archeologico Nazionale di Verona. 

Questo Vinitaly, però, è iniziato con molte domande e preoccupazioni, causate dalla decisione di porre i dazi in America dal proprio presidente. Per saperne di più su questa edizione del Vinitaly e sulla questione dazi abbiamo intervistato Alberto Marchisio, direttore generale della cantina Cadis 1898 di Soave, un borgo situato nel veronese.

Alberto Marchisio, direttore generale della cantina Cadis 1898 di Soave
Alberto Marchisio, direttore generale della cantina Cadis 1898 di Soave

Come è iniziata questa edizione del Vinitaly, parlando soprattutto dell’incremento dei dazi in America?

Questo Vinitaly è iniziato con molte domande e molte incognite: i dazi, i consumi…C’era un po’ di pessimismo. Al contrario però, riuscivamo a concludere ogni giorno con dell’ottimismo, vedendo che da parte dei nostri partner, situati in tutto il mondo, c’era molta volontà di mettersi in gioco e di cercare di risollevarsi da questa situazione che vede il vino sotto attacco, essendo una bevanda a base alcolica. Ma non possiamo soffermarci a questo, dobbiamo infatti cercare di andare più in profondità e di far passare un messaggio che comunica una grande tradizione e cultura, di territorio e persone.

Com’era il pubblico? C’era un range di età giovane?

Sono un po’ di anni che assistiamo a una presenza di un pubblico più professionale. Notiamo, difatti, che sta persistendo la partecipazione di un pubblico giovane e molto preparato, che fondamentalmente sono i Wine Lover.

Il padiglione del Veneto alla Fiera del Vinitaly
Il padiglione del Veneto alla Fiera del Vinitaly

Recentemente succede spesso che tra i giovani si preferisca bere bevande superalcoliche al posto di bevande molto più raffinate come il vino. Cosa si può fare per cercare di spingere i giovani ad apprezzare i prodotti del territorio, come il vino, consumandoli consapevolmente?

Per molti anni il mondo del vino ha comunicato in maniera elitaria, facendo molta distinzione  da chi conosceva il vino e da chi non lo conosceva e questo ha,sicuramente, creato un po’ di distanza da coloro che non si sentivano preparati in questa avventura. Oggi la comunicazione sta cambiando per cercare di essere molto più immediata. Essa dev’essere molto più d’impatto e non solo legata al vino, ma anche al territorio. Dobbiamo quindi sfruttare il canale del turismo per far apprezzare più ai giovani questa realtà, per non rischiare che questi si accontentino di bere solamente bevande mixate che non hanno nulla a che vedere con il vino. c’è stato, infatti, un cambio dei consumi, legato soprattutto alla ricerca di prodotti a basso contenuto di alcol, i low alcol. Il mondo enologico sta, quindi, cercando di trovare vitigni più adatti per proporre prodotti a ridotto contenuto di alcol e zuccheri, per andare incontro al consumatore. Pensiamo che sia una delle tendenze dei prossimi anni e, quindi, tutto quello che possiamo fare è mettere in campo la scienza e la tecnologia per arrivarci.

Come si può riassumere, quindi, questa edizione del Vinitaly?

Il Vinitaly ci ha visto incontrare molti esponenti di tutto il mondo del vino. Vi erano distributori dal Giappone, dall’Oriente e dall’Occidente. Stiamo notando che sta diventando, sempre di più, la fieri di riferimento per il vino italiano; mentre per alcuni anni le fiere internazionali come il ProWein di Düsseldorf e il Vinexpo distoglievano un po’ di attenzione dal Vinitaly, grazie al lavoro fatto dalla Fiera, vediamo una qualità superiore e un miglioramento del pubblico che viene a visitare i padiglioni. Tra i padiglioni sono presenti anche delle aree dedicate ai vini internazionali però chi viene al Vinitaly, di solito, ha l’obiettivo di confrontarsi con i produttori italiani.

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