Cantina Gorgo: dove il vino racconta la natura

Cantina Gorgo, tra radici familiari e visione sostenibile, racconta il suo legame profondo con il territorio di Custoza. Una storia di passione, identità e vino autentico.

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Roberta Bricolo
Roberta Bricolo

Fondata nel 1973 da Roberto e Alberta Bricolo, la Cantina Gorgo è oggi un punto di riferimento nella produzione di vini biologici nel territorio di Custoza. In questa intervista, la figlia dei fondatori ripercorre le origini della cantina e condivide il suo personale ritorno alla terra, tra passione, studio e rispetto per l’ambiente. Un racconto autentico che unisce tradizione familiare e innovazione, con uno sguardo rivolto al futuro attraverso l’accoglienza, la sostenibilità e la valorizzazione dei vitigni autoctoni.

Può raccontarci la storia della Cantina Gorgo e come è nata l’idea di fondarla?

L’Azienda Gorgo è nata nel 1973 grazie al coraggio e alla visione dei miei genitori, Roberto e Alberta Bricolo. Mio padre decise di seguire la sua passione per la campagna, lasciandosi alle spalle un percorso universitario già avviato. Insieme a mia madre, brillante negli studi e inizialmente destinata a una carriera nell’azienda del padre, scelse di costruire qualcosa di nuovo: un progetto fondato sull’amore per la terra e sulla volontà di valorizzare il territorio di Custoza, allora ancora poco conosciuto.

Fu una scelta controcorrente, dettata dalla passione e da un’intuizione forte: credere nel potenziale di queste colline moreniche e nella possibilità di produrre vini autentici, capaci di raccontare il legame profondo con il luogo da cui nascono. Oggi porto avanti questo sogno con lo stesso spirito, tra continuità e innovazione.

Roberta Bricolo

Qual è il suo legame personale con la viticoltura e con il territorio di Custoza?

È un legame che si è rafforzato nel tempo, nato in famiglia ma riscoperto davvero solo in età adulta. Dopo aver frequentato studi classici ed aver svolto una prima esperienza professionale come avvocato a Bologna, è cresciuto in me il desiderio di ritornare ai luoghi e al lavoro delle mie origini

I ricordi che mi hanno riportata qui non sono legati solo alla campagna, ma a quel senso di semplicità e convivialità genuina che si respirava intorno a un calice di vino. Mi ha attratto il valore umano che questo mondo porta con sé, fatto di relazioni sincere, gesti quotidiani e passione condivisa.

Con umiltà ho deciso di ricominciare a studiare per comprendere a fondo il mondo del vino dal punto di vista agronomico ed enologico. Da questo è nata una passione autentica, che oggi guida ogni mia scelta: una passione per il vino e per tutto ciò che rappresenta, per il territorio e per il senso profondo che può trasmettere.

In che modo la cantina unisce tradizione e innovazione nella produzione dei suoi vini?

Cerchiamo di onorare le nostre radici valorizzando i vitigni locali e le pratiche tradizionali, ma al tempo stesso investiamo in tecnologie che ci permettano di lavorare in modo più sostenibile ed efficace. La scelta del biologico è un esempio concreto: è un ritorno a un’agricoltura più naturale, ma richiede tecnologie moderne, competenze e organizzazione. Anche in cantina, l’intervento umano è minimo: vogliamo che ogni vino racconti l’annata, il suolo e il clima, senza sovrastrutture.

Ci sono valori o principi guida che ispirano la filosofia produttiva della Gorgo?

La scelta del metodo biologico è alla base della nostra filosofia produttiva. Questo approccio si fonda su un modello di sviluppo sostenibile, che rispetta l’ambiente e la salute del consumatore, e mira a valorizzare le risorse naturali. Il biologico ci permette di lavorare la terra in modo naturale, evitando l’uso di sostanze chimiche e pesticidi, e concentrandoci sulla qualità anziché sulla quantità. 

Crediamo che il successo di un vino inizi nel vigneto, dove l’attenzione alla vigna e il rispetto per le caratteristiche del territorio siano essenziali per produrre vini che siano autentici e fedeli alle nostre radici.

Come definirebbe l’identità dei vini Gorgo? Quali caratteristiche li distinguono?

L’identità dei nostri vini si fonda su equilibrio, eleganza e tipicità: sono vini che raccontano il carattere delle colline moreniche tra Verona e il Lago di Garda, con le loro note sapide e minerali.

Credo fermamente che un vino non possa essere separato dal percorso umano che lo ha generato. Ogni bottiglia racchiude le emozioni, le scelte, le sfide e le visioni di chi l’ha pensata e realizzata. 

Quali sono i principali vitigni coltivati e come influenzano il profilo dei vostri vini?

Coltiviamo principalmente varietà locali della zona di Verona: Garganega, Fernanda e Trebbiano per i bianchi, Corvina, Rondinella e Molinara per i rossi e rosati. Queste uve sono perfette per esprimere freschezza, sapidità e una bella bevibilità. Sono varietà che raccontano il territorio e che ben si adattano al nostro approccio biologico.

Quanto conta la sostenibilità nel vostro approccio produttivo e in che modo viene applicata?

La sostenibilità è uno dei cardini del nostro lavoro. Siamo certificati biologici dal 2018, ma il percorso è iniziato molto prima, come scelta consapevole e coerente con i nostri valori. Coltivare senza pesticidi, utilizzare fertilizzanti naturali, lavorare la terra con attenzione e rispetto: sono pratiche impegnative, ma per noi necessarie.

Il nostro impegno, però, va oltre il vigneto. Sostenibilità significa anche scegliere materiali naturali e riciclati, bottiglie leggere, energia da fonti rinnovabili (abbiamo ultimato un impianto fotovoltaico per l’energia solare). Anche la cantina è stata progettata con criteri ambientali, costruita in pietra locale e pensata per integrarsi nel paesaggio. È un approccio che coinvolge ogni aspetto della nostra attività, perché crediamo che produrre vino significhi anche prendersi cura di ciò che ci circonda.

Roberta Bricolo

C’è un vino a cui è particolarmente legata? Se sì, perché?

Il vino a cui sono più profondamente legata è senza dubbio la denominazione Custoza DOC, emblema delle nostre origini e del legame con questo territorio straordinario. Proprio per questo, ricopro con grande senso di responsabilità il ruolo di presidente del Consorzio Tutela Vino Custoza DOC

Tra le diverse versioni che produciamo, oggi sento particolarmente mio il Custoza Riserva “Sub 27”, un progetto che unisce memoria familiare, ricerca e visione. È una riserva pensata per esprimere la longevità e la nobiltà del Custoza, e viene prodotta solo nelle annate migliori, con l’ambizione di rappresentare il vertice qualitativo della denominazione.

Come ha vissuto le sfide degli ultimi anni, tra cambiamenti climatici e mercato globale?

Le sfide degli ultimi anni sono state complesse, trasversali e, in parte, strutturali. Ci confrontiamo quotidianamente con l’impatto del cambiamento climatico, che ci impone nuove strategie agronomiche e un’osservazione sempre più attenta della natura. Al tempo stesso, come imprenditori del vino siamo chiamati a presidiare i mercati internazionali, a comunicare il valore delle nostre produzioni e a dialogare con consumatori sempre più consapevoli.

A ciò si aggiungono scenari globali caratterizzati da instabilità economica, tensioni geopolitiche e una nuova ondata di pensiero che tende a ridurre il vino alla sola dimensione alcolica, oscurandone il valore culturale, sociale e ambientale.

Di fronte a questo contesto, il mio impegno è stato e continua a essere quello di riaffermare, con coerenza e determinazione, l’identità del vino italiano: un prodotto unico al mondo, frutto di biodiversità, territorio, tradizione e stile di vita. Raccontare il vino significa raccontare la bellezza dell’Italia, e questo è il mio compito, prima ancora che una strategia aziendale.

Quali sono i progetti futuri per la Cantina Gorgo? Ha in mente nuove etichette o iniziative?

Guardiamo al futuro con l’obiettivo di crescere restando fedeli alla nostra identità. Continueremo a valorizzare le uve autoctone, la coltivazione biologica e il legame con il territorio, ma al tempo stesso stiamo investendo sempre di più nell’accoglienza e nell’esperienza.

“Il Brolo”, lo spazio che abbiamo creato per ospitare i visitatori, nasce proprio con questo spirito: offrire un luogo dove vino, architettura e paesaggio dialogano in modo autentico.

Siamo convinti che oggi il vino debba raccontare qualcosa in più: un modo di vivere, un’emozione, un territorio. E sì, ci saranno anche nuove etichette, ma sempre con la stessa coerenza che ci guida da sempre.

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