Ritorno della “Maturità”: un nome che parla da sé. A partire dal 2026, il temuto “Esame di Stato” torna a chiamarsi “Maturita’”, esattamente come una volta, in base a ció che è stato stabilito con il Decreto scuola n.127/2025.La decisione, presa dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, ha uno scopo ben preciso: restituire la giusta valenza a uno dei momenti più importanti della carriera scolastica, sottolineando non solo le conoscenze scolastiche, ma anche la crescita personale dello studente e quindi la sua “Maturitá”.

L’esame inizierá con le prove scritte:
● La prima prova è di Italiano, che avverrà secondo data stabilita il 18 giugno, alle ore 8.30. È uguale per tutti gli istituti, ed è composta da sette tracce ministeriali dove lo studente può scegliere in base alle sue preparazioni e capacità.
● La seconda prova, decisa per il 19 giugno, ore 8:30, avrá per tema le materie che caratterizzano ciascun indirizzo.
Gli scritti saranno seguiti dall’orale, oggetto anch’esso di cambiamento, infatti il colloquio sarà focalizzato su quattro materie indicate ogni anno a gennaio attraverso un decreto del ministro. Un’altra importante modifica riguarda l’inizio della prova, scomparirà infatti il documento iniziale, introdotto nella riforma del 2017, che per rompere il ghiaccio prevedeva l’uso di una foto, immagine o testo; questo sará invece sostituito da domande dirette sulle materie, con lo scopo di valutare le competenze acquisite rispetto alle capacitá d’improvvisazione. Ma l’orale diventerá anche un momento per enfatizzare il valore e l’importanza delle esperienze extrascolastiche e dei percorsi formativi.

Infine, dopo le numerose proteste avvenute alla maturità passata, Valditara ha esplicitamente chiarito che la nuova riforma stabilisce che chi non si presenta all’esame o decide di fare scena muta, con l’intento di boicottare l’orale, anche dopo aver completato le prove scritte, sarà automaticamente bocciato.
Il ministro ha infatti annunciato: «Comportamenti di questo tipo non saranno più possibili. Se un ragazzo non si presenta all’orale, oppure volontariamente decide di non rispondere alle domande dei suoi docenti non perché non è preparato, cosa che può capitare, ma perché vuole ‘non collaborare’ e quindi ‘boicottare’ l’esame, dovrà ripetere l’anno».













