Malattie reumatiche e ricerca scientifica, ce ne parla il dottor G. Adami

Più di 5 milioni di persone nel nostro Paese appartenenti a diverse fasce d’età, sono affette da queste patologie, la ricerca si sta pertanto adoperando al fine di garantire ai pazienti un trattamento efficace e una migliore qualità della vita.

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Foto del Dott.Adami in un congresso
Il Dottor Adami durante un congresso

Le malattie reumatiche, caratterizzate dall’infiammazione di articolazioni, muscoli e talvolta organi interni, si articolano in 150 tipologie diverse a seconda della loro frequenza e gravità. Compaiono senza inizialmente dare evidenti segni di sé, sono talvolta scatenate da fattori genetici, ambientali o dello stile di vita. Chiarezza su questi temi è stata fatta dal dottor Giovanni Adami, medico chirurgo specialista in Reumatologia presso l’ospedale di Borgo Trento di Verona, membro della Società Italiana di Reumatologia, autore di oltre 120 pubblicazioni scientifiche in ambito reumatologico pubblicate su riviste internazionali e vincitore di numerosi riconoscimenti e premi scientifici. Fa parte di un’Unità Operativa Complessa di Reumatologia magistralmente diretta dal Professor Maurizio Rossini e dal Professor Davide Gatti.

Risultano essere maggiormente diffuse le patologie reumatiche più semplici e meno gravi. Tra di esse vi è l’artrosi, malattia cronica non infiammatoria caratterizzata dal progressivo deterioramento della cartilagine che riveste le superfici ossee delle articolazioni, causata dall’invecchiamento e dall’usura di queste ultime. Si presenta soprattutto nelle persone più anziane e non risulta essere una patologia particolarmente invalidante e disabilitante. Piuttosto frequente è anche l’osteoporosi che comporta il deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo e una conseguente riduzione della massa ossea. Si tratta quindi di una malattia sistemica dello scheletro che aumenta la predisposizione alle fratture di chi ne soffre e provoca la riduzione della resistenza al carico meccanico.  

Meno diffuse sono malattie come l’artrite reumatoide, patologia cronica e autoimmune che determina dolore e tumefazione nelle zone colpite, ovvero le articolazioni, arrecando difficoltà nell’esecuzione di movimenti quotidiani. Un’altra patologia autoimmune è il lupus eritematoso sistemico (LES), frequentemente caratterizzata da manifestazioni eritematose cutanee e mucose con sensibilità alla luce del sole, può colpire qualsiasi organo e apparato del corpo.

I sintomi più comuni delle malattie reumatiche dipendono dalla sede colpita, possono variare dal dolore, gonfiore e rigidità delle articolazioni ai sintomi da coinvolgimento degli organi interni ad esempio insufficienza renale, difficoltà a respirare e nell’ingerire alimenti arrivando ai sintomi da infiammazione sistemica come febbre e stanchezza eccessiva. È inoltre necessario non trascurare una tumefazione che compare velocemente senza un motivo apparente così come un rigonfiamento di una o più articolazioni in assenza di trauma. Possono essere segnali della comparsa di una malattia reumatica anche lo sbiancamento delle dita  delle mani per esposizione al freddo o variazioni climatiche e la sensazione di secchezza e polvere negli occhi unita a bocca secca e dolori muscolari e/o articolari

Comparsa e prevenzione delle malattie reumatiche
Fattori che possono contribuire all’insorgenza di malattie reumatiche e fattori che possono prevenirne la comparsa

Come per la maggioranza delle patologie, spesso non si riesce a risalire alle cause dell’insorgenza di una malattia reumatica, vi sono tuttavia diversi fattori che potrebbero favorirne la comparsa. Uno di questi è la predisposizione genetica, ovvero la presenza di qualche gene in grado di provocare la malattia, bisogna ricordare poi la familiarità. Altre  cause scatenanti possono essere rappresentate dal fumo di sigaretta e dall’alcol, è stato infatti dimostrato che incrementano il rischio della comparsa delle patologie reumatiche . Anche fattori ambientali come l’inquinamento atmosferico possono determinare l’insorgenza di una di queste malattie.

“Abbiamo condotto un progetto con il PNRR, che è questo finanziamento su base europea, proprio per vedere se l’inquinamento può determinare l’insorgenza di malattie reumatiche, e in particolare dell’artrite reumatoide, che si sa abbastanza che il fumo di sigaretta faccia male e faccia venire e aumentare il rischio dell’artrite reumatoide” ha dichiarato il Dottor Giovanni Adami.  “Quello che è poco noto è se l’inquinamento ambientale, che assomiglia molto per certi versi al fumo di sigaretta, basta pensare al diesel, allo scarico dei motori delle macchine, possa effettivamente aumentare il rischio di questa malattia. E i dati preliminari, alcuni studi già pubblicati nel nostro gruppo, hanno dimostrato proprio questo, cioè che c’è un aumentato rischio nelle zone più inquinate e non solo, chi vive in queste zone più inquinate ha anche un rischio di una malattia un po’ più grave, un po’ più cattiva, un po’ più aggressiva, con più dolori articolari” ha successivamente aggiunto.

Esempio di inquinamento atmosferico
Alcune industrie che contribuiscono all’inquinamento atmosferico

Molte malattie reumatiche, contrariamente a quanto solitamente si pensa, colpiscono anche i giovani. L’artrite reumatoide è infatti quella più frequente nei giovani e  vede il suo picco di incidenza, ovvero il momento considerato più a rischio per una persona, nella fascia d’età compresa tra i 20 e i 30 anni; pertanto questa patologia non riguarda solamente le persone anziane. Esistono poi delle forme di artrite che nascono nei bambini come l’artrite idiopatica giovanile (AIG), termine con cui si identifica un gruppo di patologie che si manifestano prima dei 16 anni attraverso un’infiammazione articolare che persiste per almeno 6 settimane consecutive nelle stesse articolazioni. Rigidità, gonfiore, tumefazione, versamento, dolore e indolenzimento articolare caratterizzano queste patologie, le manifestazioni articolari possono essere simmetriche o asimmetriche, e coinvolgere le piccole e/o le grandi articolazioni. I metodi di trattamento dell’artrite idiopatica giovanile hanno fatto tuttavia grandi passi in avanti e grazie a ciò i bambini e ragazzi che ne soffrono hanno una qualità di vita molto simile a quella dei propri coetanei e la patologia, se diagnosticata e trattata in tempi adeguati, va spesso incontro a remissione.

Il Dottor Adami ha raccontato la sua esperienza nell’ambito della ricerca reumatologica e i traguardi da lui raggiunti attraverso studi condotti con estrema attenzione e dedizione. “Quello che è stato diciamo così più riconosciuto e più premiato è proprio stato uno studio sull’inquinamento, per cui ci sono stati alcuni riconoscimenti e anche e soprattutto il finanziamento in abito PNRR, quindi uno studio proprio che guardava, con un’analisi molto particolare, su tantissimi pazienti, se c’era un aumento della cattiveria, di quanto è aggressiva l’artrite reumatoide in pazienti più esposti all’inquinamento”, ha dichiarato soddisfatto. “Io ovviamente sono contento di aver ottenuto alcuni risultati, c’è tantissimo lavoro da fare, ovviamente bisogna sempre migliorarsi e sempre puntare a fare qualcosina in più del giorno prima per la ricerca, questo è fondamentale, è quello che fa avanzare poi la ricerca, e io ovvio che sono fortunato perché lavoro in un gruppo che sostiene la ricerca e questo è importantissimo, perché da soli non si fa assolutamente niente, bisogna avere un team, un gruppo di ricerca e anche un gruppo che ti supporta con la parte clinica, la parte di attività quotidiana che è fondamentale in medicina” ha concluso il Dottor Adami sottolineando l’importanza della collaborazione nell’ambito medico.

Nel campo delle malattie reumatiche la ricerca ha raggiunto traguardi significativi consentendo di conoscere a fondo queste patologie al fine di trattarle nel più efficiente dei modi, è pertanto necessario promuoverla e favorirla per farla avanzare e progredire.

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