Borgo Santa Croce: riparte il doposcuola contro l’abbandono scolastico

Un progetto per i ragazzi delle medie che rende lo studio meno pesante e più di “comunità”

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Alcuni ragazzi durante le ore di studio del doposcuola

Nella chiesa di Santa Croce, nell’omonimo quartiere a Verona, già da un mese è attivo il servizio di doposcuola, rivolto ai ragazzi delle scuole medie e alle loro famiglie. Proprio qui, in due delle tante stanze presenti al di sotto della chiesa del quartiere, ogni giorno dal lunedì al venerdì circa trenta ragazzi si alternano per studiare e fare compiti una, due o tre volte alla settimana.

L’ingresso principale dell’oratorio di Santa Croce

Il pomeriggio si svolge così: un primo ritrovo, dalle 15.15, in cui per mezz’ora i più scatenati e i più temerari, durante l’inverno, possono giocare nei campetti dell’oratorio. Dopodiché, inizia il momento più serio della giornata e anche quello più faticoso: un’ora e mezza piena e intensa di lavoro e studio, anticipata però da un momento “formativo”, divenuto ormai un must have. Il responsabile racconta fatti interessanti su persone famose (di cui in realtà poi nessuno sa mai nulla), con la rubrica dedicata; o parla del “Whammageddon”, sfida natalizia a cui ogni anno il doposcuola partecipa con grande spirito.

Ma dopo il dovere arriva sempre anche il piacere: mezz’ora di svago meritato tra calcetti, ping-pong e mega partitone di calcio e pallavolo nei campi da gioco dell’oratorio.

Quest’anno, come missione da animatrice, ho avuto la fortuna di iniziare questo percorso: siamo in molti a dedicare queste poche, ma preziose ore ai ragazzi. Non solo ragazzi volontari delle superiori che seguono il percorso di animazione con me, ma anche servizio civilisti, ragazzi del FSL (Formazione Scuola-Lavoro) e adulti volontari.

I campi da gioco dell’oratorio

Ma cosa porta una parrocchia a mobilitarsi così tanto per un servizio che possiamo trovare anche online attraverso video e siti web, o con le ripetizioni a casa? Come tutti sappiamo, dal 2018, tutti gli studenti frequentanti il terzo anno delle scuole secondarie di primo grado devono affrontare, oltre all’Esame di stato conclusivo del primo ciclo di istruzione, le Prove Invalsi. Pur non influendo direttamente sul voto o sull’ammissione all’esame, è obbligatorio sostenerle.

Come ogni anno è l’Istat (Istituto Nazionale di Statistica) a raccogliere e pubblicare dati ufficiali riguardanti questo argomento; tra tutti gli studenti valutati, troviamo i cosiddetti “Low performers”, ovvero coloro che non raggiungono la sufficienza in queste prove. Durante l’anno scolastico 2024/2025, risultavano essere il 41.4% in italiano e in matematica il 44.3%.

Il Veneto, a differenza di altre regioni, in particolare quelle del Sud Italia e delle Isole, è tra i territori in cui si registra un risultato migliore sul raggiungimento degli esiti educativi, ossia i risultati che i bambini e gli studenti ottengono in termini di competenze cognitive (come le capacità alfabetiche, numeriche, linguistiche) e personali-sociali (che riguardano aspetti come le competenze relazionali ed emotive, la capacità di interazione fiduciaria e la regolarità del percorso scolastico) a seguito del percorso educativo e formativo (Vedi Figura 4).

Quindi, dietro al progetto dell’oratorio, non c’è solo la volontà di rendere la scuola meno pesante e quindi di ridurre il fenomeno dell’abbandono scolastico che avviene in seguito a questi anni scolastici molto importanti; c’è il pensiero di creare una comunità in presenza, non dietro a degli schermi, con cui crescere, imparare ma anche divertirsi.

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