Finalmente in via Portoni Borsari nel pieno centro di Verona sono stati rimosse le impalcature che nascondevano la famosa Porta al pubblico. Sottoposta a diversi lavori di restauro, mirati a preservare le superfici lapidee, negli ultimi tempi la porta più forse più celebre della città, che permetteva l’entrata nella Verona Romana, è stata coperta da manifesti pubblicitari. Il cantiere di restauro avviato nel settembre 2023 e guidato dall’architetto Massimiliano Valdinoci è stato anche oggetto, data l’importanza, di visite scolastiche e turistiche e si è concluso in questi giorni di festa permettendoci di ammirare nuovamente la bellezza di questo monumento.
Anche dopo numerosi interventi, la porta presenta evidenti segni di usura, dovuti soprattutto al nubifragio del 2020 che ha rimosso tutti gli strati di protezione risalenti agli Anni 80. Ora però sia i turisti sia i locali possono vederla e ammirare la sua bellezza.



Storia
Porta Borsari è un elemento architettonico importante per Verona in quanto era una delle porte che apriva l’entrata nelle mura romane della città. Costruita intorno alla seconda metà del I secolo a.C., in contemporanea a Porta Leoni, in essa venivano fermati e controllati i viandanti. L’importanza della porta è subito intuibile dal nome: inizialmente chiamata Porta Iovia in onore del tempio dedicato a Giove situato nelle vicinanze, divenne l’ingresso principale in quanto posta davanti al decumano massimo: la Via Postumia.
Il nome poi venne modificato in Porta Borsari in rimando ai Bursarii, ex soldati che riscuotevano dazi vescovili al suo ingresso. La costruzione presente ora non è quella originaria in mattoni e tufo, bensì in pietra calcarea bianca.













