Il 28 febbraio Verona ospiterà la sfilata dei famosissimi carri allegorici, uno degli eventi più attesi e significativi del Carnevale veronese. L’evento sarà anticipato, come da tradizione, dall’elezione del nuovo “Papà del Gnoco“, il 495°, detto anche il “Sire di Verona”, che quest’anno avrà luogo il 19 gennaio, domani, in Piazza San Zeno, dando il via a una nuova edizione del Carnevale che si preannuncia ricca di festeggiamenti, colori e tradizioni. La città si prepara a vivere con entusiasmo una delle manifestazioni più amate, che, con la sua storia e la sua allegria, continua a essere un’importante parte del patrimonio culturale scaligero.

La parata di febbraio coinvolgerà un grande numero di partecipanti, tra cui maschere, musicisti e danzatori. La sfilata partirà da Corso Porta Nuova e attraverserà le vie più celebri della città, passando per Piazza Brà, Via Roma, Corso Castelvecchio, Largo Don Bosco, Via San Zeno Oratorio, Rigaste San Zeno, Piazzetta Portichetti, Via San Giuseppe e Piazza Corrubbio, concludendo infine in Piazza San Zeno.
Durante la sfilata, il “Papà del Gnoco“, figura simbolica del Carnevale veronese, darà il benvenuto alla folla, vestito con il tradizionale costume carnevalesco. Il “Papà del Gnoco” è una delle figure più amate della tradizione, incaricato di mantenere viva la cultura e l’allegria del Carnevale, accompagnando i carri allegorici e salutando il pubblico con risate e applausi.

Ma com’è nato il carnevale?
Le origini antiche
Questa ricorrenza, risalente a dei riti celebrativi religiosi che segnalavano l’avvio delle attività agricole dopo la fine della stagione fredda, trova la propria origine in celebrazioni periodiche quali le feste dionisiache, dedicate appunto al dio Dioniso. Durante queste, ad esempio, i celebranti si esibivano in balli frenetici e commedie satiriche, nei quali, dunque, si possono riconoscere alcune tradizioni carnevalesche moderne .
È possibile, inoltre, trovare un legame tra il Carnevale dei nostri giorni e i Saturnali dell’antica Roma, un’antica festività romana dedicata a Saturno dio dell’agricoltura e del raccolto. Queste celebrazioni si tenevano nel mese di dicembre e scandivano l’inizio del nuovo anno, festeggiando, inoltre, l’arrivo della stagione calda. In questa occasione i cittadini erano soliti mascherarsi, condividere i pasti e organizzare attività ludiche.
Il Carnevale con l’affermazione del Cristianesimo
A seguito dell’affermazione del Cristianesimo molte delle tradizioni pagane antiche furono adattate al calendario liturgico, motivo per cui il Carnevale fu, poi, interpretato come un periodo di preparazione: l’abbondanza e la spensieratezza di questa festa si contrapponevano alla rigidità della Quaresima.
Il Carnevale durante il Medioevo

il Carnevale acquisí, poi, una struttura più definita, diventando una tappa fondamentale del calendario delle festività comunitarie e religiose. I sacerdoti, infatti, pur non apprezzando alcune usanze di questa ricorrenza, la riconobbero come un periodo di transizione che precedeva la Quaresima, caratterizzata dalla tradizionale inversione dei tipi sociali: i servi potevano assumere il ruolo del padrone per un giorno, mentre i nobili partecipavano all’umile vita popolare. Questa usanza, volta principalmente a far fronte alla disuguaglianza sociale, prevedeva l’utilizzo delle maschere e dei costumi, che permettevano di superare le rigide gerarchie sociali e di nascondere l’identità dei cittadini.
Il Carnevale Rinascimentale e Barocco
Durante il periodo del Rinascimento e del Barocco, il Carnevale divenne, invece, più sfarzoso. Le sfilate dei carri allegorici, le feste di corte e le maschere eleganti si diffusero sia nelle corti aristocratiche sia nelle piazze della città dove questa festa divenne un fenomeno di massa.
Le tradizioni del Carnevale veronese

Fonte: Wikipedia
Il Carnevale veronese affonda le proprie radici in tempi molto antichi, quando le celebrazioni erano legate a usanze popolari e a eventi storici significativi. La figura centrale di questa tradizione è il “Papà del Gnoco”, che nasce nel 1530, durante una grave carestia che colpì la città. I cittadini, stremati dalla fame, insorsero contro i fornai, ma fu un gruppo di veronesi, tra cui il medico Tommaso Da Vico, a sedare il tumulto. A proprie spese, infatti, Da Vico distribuì pane, burro, vino e farina in Piazza San Zeno, guadagnandosi il titolo di “Vero Padrino del Carnevale”. Questa sua generosità divenne una tradizione tramandata dai suoi discendenti, fino a essere ufficialmente riconosciuta come “Venardì Gnocolar“, che si celebra ogni anno l’ultimo venerdì di Carnevale.
Il “Papà del Gnoco”, uomo dalla pancia generosa e dalla lunga barba bianca, è l’emblema di questa festa. Egli porta risate e sorrisi a tutto il pubblico, intrattenendolo con il suo spirito allegro e coinvolgente durante le sfilate dei carri allegorici. Ogni anno, il “Papà del Gnoco” viene eletto in un evento che segna l’inizio delle celebrazioni carnevalesche, un momento tanto atteso da tutti i veronesi.



Rimanendo in attesa anche quest’anno di immergerci nel pieno spirito burlesco, ricordiamo ai lettori che…
“A CARNEVALE OGNI SCHERZO VALE!”












