Tra le nuvole: la vita di un pilota

Il comandante Emanuele Albertini ci racconta il lungo percorso intrapreso per realizzare il sogno di diventare un pilota di aerei.

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Il comandante Emanuele Albertini in posa in divisa da pilota
Il comandante Emanuele Albertini in posa in divisa da pilota

I lavori del progetto Romeo per l’aeroporto di Verona Valerio Catullo, in vista delle Olimpiadi invernali di Cortina d’Ampezzo 2026, si stanno per ultimare. Ciò porterà sicuramente ad una gestione più efficiente, non solo dei voli, ma anche di tutto ciò che gira attorno alla vita aeroportuale. Molte compagnie che operano sullo scalo di Verona beneficeranno di questo upgrade.

aeroporto di Verona Valerio Catullo al tramonto visto dalla pista di atterraggio
Aeroporto di Verona Valerio Catullo al tramonto visto dalla pista di atterraggio

Tra queste, trova spazio anche Volotea, compagnia iberica fondata nel 2011 da Carlos Munoz e Lazaro Ros, la quale tra i suoi comandanti conta Emanuele Albertini, pilota veronese classe 1981. 

Il comandante e capo pilota di Verona di Volotea Emanuele Albertini
Il comandante e capo pilota di Verona di Volotea Emanuele Albertini

Spesso il lungo percorso che si deve affrontare prima di diventare comandante di aerei di linea non è del tutto noto a chi ambisce a lavorare in questo ambito, come afferma il pilota: “Non sapevo quale sarebbe stato il mio percorso“. Nonostante ciò, la sua passione è sempre stata il volo, per il quale ha frequentato l’Istituto Tecnico Aeronautico a Forlì, restando lontano da casa e dalla sua famiglia dall’età di quattordici anni fino alla laurea ottenuta nella stessa scuola.

La sua prima vera intenzione era quella di effettuare i corsi per lavorare come militare, facendo prima domanda per entrare nell’Aeronautica militare e dopo per diventare allievo ufficiale. A causa di questioni salutari, però, non venne ammesso e quindi, con la volontà di continuare questo lavoro, scelse di perseguire la strada civile.

Questa strada si presenta molto lunga: “Dopo aver preso il brevetto commerciale, subito ho trovato lavoro aereo, ovvero ciò che riguarda il monitoraggio ambientale o lavori come il traino di striscioni pubblicitari sopra le spiagge, il quale è durato per ben due anni“. L’umore che ci si potrebbe aspettare da una persona che, dopo essere quasi passato per entrare nelle fila dell’Aeronautica militare, si ritrova a volare con un piccolo aereo per lanciare messaggi pubblicitari non è alle stelle, invece per l’attuale comandante di Volotea “è stata una bellissima esperienza perché dava la possibilità di avere un lavoro con responsabilità maggiore“.

Dopo il biennio di lavoro aereo, l’attuale comandante è riuscito a ottenere un lavoro per una compagnia di jet privati, grazie alla quale ha compreso ancora di più l’importanza di un ruolo sempre più rilevante. Successivamente è stato assunto dalla compagnia aerea di Air Dolomiti e, infine, come pilota esperto è approdato in Volotea, dove guida come comandante jet di linea, mezzi più grandi e complessi degli aerei a turboelica.

I comandante di Volotea Emanuele Albertini in cabina di pilotaggio mentre sta parlando ai passeggeri tramite il citofono
Il comandante di Volotea Emanuele Albertini in cabina di pilotaggio mentre sta parlando ai passeggeri tramite il citofono

Oltre al ruolo di comandante, Albertini ricopre anche quello di capo pilota di Volotea all’aeroporto di Verona: “Quelli di comandante e di capo pilota sono due aspetti del lavoro diversi, perché il primo è più legato al volo di per sé, tra cui la gestione dell’aeroplano e delle operazioni di sicurezza, di decollo, di atterraggio, e di controllo delle condizioni del velivolo. Il secondo, invece, è un aspetto del mio lavoro più manageriale, il quale mi porta a gestire e lavorare sotto circostanze meno tecniche ma più umane, come la direzione delle persone a me subordinate”.

Infine, il pilota per quanto riguarda la scelta della propria professione dichiara: “Sono molto contento del mio lavoro perché faccio quello che ho sempre sognato, perciò non mi pesa, sebbene ci siano giornate più intense di altre, e perché mi dà molte soddisfazioni. Per chi ha la passione, consiglierei questo lavoro perché cambia da un giorno all’altro, anche se richiede molti sacrifici per il raggiungimento dell’obiettivo di diventare pilota di linea o militare. Quindi, per realizzarlo bisogna avere pazienza ed essere disposti a fare tanti sforzi come ho fatto io, perché ancora oggi credo che sia uno dei lavori più belli”. 

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