Victor Zanfretta, in arte Victor Diamandis, è un autore e booktoker ventenne di Verona. Nel 2022 ha iniziato a pubblicare contenuti sulla piattaforma Tiktok: tra recensioni di libri e consigli letterari, ha raggiunto in poco tempo grande seguito da parte di molti lettori, soprattutto tra i più giovani, grazie al suo approccio comunicativo leggero. La sua passione per la lettura lo accompagna sin dall’infanzia. Il suo sogno più grande era quello di pubblicare un libro, sogno che insegue da quando ha iniziato a scrivere racconti sul pc di suo padre a 12 anni.
Nel 2024, ha pubblicato il suo primo romanzo per Magazzini Salani, Daylight. È una storia d’amore e la protagonista è Alison, una ragazza appena giunta a Londra per cominciare una nuova vita, lasciandosi indietro quella vissuta fino a quel momento in Scozia, che le aveva portato molte delusioni. Come l’autore della sua storia, Alison ha una grande passione per i libri, in cui si è sempre rifugiata per scappare dalla realtà. Trova lavoro in una libreria in cui incontra Nate, un ragazzo perfetto, dolce e romantico. La loro relazione viene raccontata nel corso del romanzo, tra lettere appese al muro di Cornelia Street (strada immaginaria in cui persone da ogni dove lasciano lettere anonime per confidare i propri sentimenti e paure, in cerca di consigli) e gli alti e bassi della vita della protagonista. Tuttavia il destino ha riservato per loro due un finale tragico.
I vari riferimenti alla cultura pop, come alla cantante Taylor Swift, la dolcezza e genuinità della relazione tra Alison e Nate e una marea di libri, la rendono una lettura coinvolgente. Zanfretta ha deciso di parlare di questo amore, nato e cresciuto in mezzo alle pagine e agli scaffali di una libreria, proprio per omaggiare la lettura. Infatti ha affermato che tutto l’amore che conosce, o almeno nella sua forma più pura, l’ha incontrato grazie ai libri.
La redazione ha avuto il piacere di intervistarlo e di porgli alcune domande.
Com’è nata l’idea di Daylight?
Daylight è nato come un racconto che avevo scritto un paio di anni fa e che poi si è trasformato nel romanzo che è oggi. L’idea è partita dalla voglia di raccontare una storia che affrontasse tutti i lati dell’amore. Infatti all’interno troviamo un amore romantico, quello tra Alison e Nate, un amore familiare, quello che Alison prova nei confronti del ricordo della madre, e c’è anche l’amicizia.
Da dove arriva la tua scelta di ambientare la vicenda a Londra?
Il romanzo è stato ambientato a Londra perché l’ho sempre ritenuta la città dell’amore, oltre a Verona ovviamente. Mia madre, quando era giovane, ha fatto un viaggio a Londra e lì ha conosciuto il suo primo amore. Quando ero piccolo, mi raccontava spesso episodi di questa sua esperienza e in più mi faceva vedere molti film romantici, essendone appassionata. Mi ha trasmesso questa passione con film come “Notting Hill“, che è appunto ambientato in questa città. Quindi, l’ho sempre ritenuta un luogo pieno di amore.

Quale personaggio della storia ti è più affine?
In realtà sia Alison sia Nate presentano una mia sfumatura. Alison rappresenta la mia paura di amare, di fare il primo passo e di aprirsi con le altre persone. Lei rappresenta un periodo che ho vissuto alla fine della mia adolescenza e che ho voluto esternare nelle pagine del romanzo. Nate invece riflette il mio lato romantico, che fa follie e cerca di vedere nell’amore il principio di tutto.
Perché il libro preferito di Alison, la protagonista del tuo libro, è proprio “Cime Tempestose”?
La risposta riguarda sempre mia madre, perché “Cime Tempestose” è il suo classico preferito. Quando ero più piccolo me l’ha fatto leggere ed è un libro che mi è entrato nel cuore. Quando ho dovuto scegliere il romanzo preferito di Alison, quindi ho pensato subito a questo. Anche perché non è un libro d’amore ma è un romanzo romantico, fa parte della corrente letteraria del Romanticismo. Parla di un amore che diventa sempre più oscuro e avvelenato dal passato e dai ricordi, è una storia molto potente. Mi è sembrato anche affine con la figura del padre di Alison, una persona avvelenata dal dolore che ha provato per la perdita di sua moglie.
Qual è il tuo libro preferito?
Non ne ho solamente uno, ma alcuni dei romanzi più belli che ho letto nell’ultimo periodo sono stati due: “Cuore nero” di Silvia Avallone e “Le schegge” di Bret Easton Ellis. Leggo quasi tutto, dai romance alla narrativa, passando poi ai romanzi di formazione e i thriller. L’unico genere che non affronto è il fantasy, non è nelle mie corde.
Come è stato fare il grande salto da lettore a scrittore?
E’ stato un grande salto, sia in positivo sia in negativo. Diventare scrittore è stata la realizzazione di un sogno: è sempre stato quello che volevo fare sin dai tempi delle scuole medie. Come lettore però sono molto puntiglioso e porto con me questa tendenza anche quando scrivo. Penso che, nonostante le paure e le insicurezze iniziali, rifarei lo stesso percorso altre mille volte.
Com’è il tuo rapporto con gli altri scrittori?
Ho un ottimo rapporto, in particolare con le colleghe della mia casa editrice. Ci vediamo spesso, andiamo a Milano insieme e ci diamo consigli se qualcuno è bloccato su una parte di una storia. Alcune scrittrici per me sono come delle sorelle maggiori, persone con cui vivere esperienze incredibili.
Studi recenti affermano che in Italia è aumentata la percentuale di libri letti tra i giovani. Pensi che il fenomeno del booktok possa aver aiutato questo aumento d’interesse?
Credo che il booktok abbia aiutato molto, in particolare grazie al modo in cui io e i miei colleghi parliamo di libri. Raccontare una storia può essere anche un divertimento. Ad esempio, io ho iniziato a pubblicare sui social parlando della “Canzone di Achille” di Madeline Miller e, invece di raccontare la trama del romanzo, ho mostrato le clip in cui piangevo per il finale. Mostrando le emozioni provocate dalla lettura di un determinato libro, crei un legame con quelle persone che vogliono provare le stesse emozioni e quindi si affidano al tuo consiglio letterario. Grazie a Tiktok si è riuscito a mandare a tutti, soprattutto ai giovani, il messaggio che la lettura è emozione, esperienza e avventura, non solo per i protagonisti ma anche per i lettori stessi.
Parlando di scuola, secondo te una delle ragioni del perché i giovani leggono poco può essere il modo di insegnare loro la letteratura?
Ho opinioni contrastanti a riguardo. Trasmettere le emozioni che può darti un libro a una classe di venti o trenta studenti è molto difficile. Penso che i professori facciano del proprio meglio, soprattutto se è un romanzo che ha dato loro qualcosa. Secondo me l’unica cosa che si sbaglia è imporre certe letture. La lettura è un qualcosa di molto sensibile, personale e basta dare ad un ragazzo il libro sbagliato e questo odierà la letteratura. Sarebbe meglio dare una lista con vari titoli e poi lasciare la scelta del libro a ogni studente.
Come riesci a gestire l’università, la scrittura e la creazione di contenuti social?
Richiede molto impegno, soprattutto ora che sto scrivendo il nuovo romanzo e ho avuto la sessione all’università. Per me il segreto è l’organizzazione: mi divido la giornata in base a quello che devo fare e alla priorità del momento. Per esempio, adesso che la scadenza del mio nuovo romanzo si avvicina, so che devo dedicare quell’ora in più alla scrittura. Utilizzo il metodo di scrittura di Donna Tartt. Lei per tre ore al giorno scrive e, se dopo quelle tre ore si accorge di non aver fatto un ottimo lavoro, allora smette; se invece la scrittura è stata proficua, scrive anche tutto il giorno.
Come ti vedi tra dieci anni?
Sinceramente non lo so. Fino a tre anni fa, quando avevo iniziato a postare i primi video, se qualcuno fosse venuto da me a dirmi che avrei scritto un libro che sarebbe stato amato da tante persone, gli avrei dato del pazzo. Però ho una speranza: vorrei guardarmi indietro e non pentirmi di nulla.












