Con l’avvento dei social media, il processo di socializzazione si è ampliato e le piattaforme digitali sono ora punti chiave di interazione e formazione dei consumatori: non è un caso, quindi, che tra le strategie pubblicitarie più efficaci degli ultimi anni si proponga proprio l’influencer marketing.

L’influencer marketing si colloca al centro dell’ecosistema degli influencer, individui che, grazie alla loro presenza sui social media, influenzano le opinioni e le decisioni di acquisto dei follower.
D’altro canto, i content creator sono figure professionali che si occupano dell’ideazione e produzione di contenuti scritti, audio o video destinati a social media o blog, puntando tutto sulla qualità e originalità dei contenuti, necessariamente belli, coinvolgenti e trasmettitori di valore.
È evidente, però, quanto il confine tra le due figure si stia facendo sempre più sfumato, poiché molti creator acquisiscono nel tempo la capacità di influenzare il loro pubblico, mentre molti influencer sviluppano competenze creative di alto livello.
A questo proposito, abbiamo intervistato l’influencer veronese Elena Armellini, laureata all’Istituto Marangoni di Milano in fashion styling, sul motivo per il quale al giorno d’oggi le aziende preferiscono investire su influencer e content creator rispetto alle campagne pubblicitarie tradizionali.

Secondo te, perché le aziende scelgono sempre più spesso gli influencer o i content creator per promuovere i propri prodotti?
Secondo me, il motivo principale è dato dalla fiducia che gli osservatori possono contrarre nei nostri confronti. Noi, infatti, abbiamo creato la nostra community e abbiamo delle persone molto affezionate che si fidano del nostro operato. Questo accade perché i consumatori sono più inclini a fidarsi di persone come noi che vedono ogni giorno sulle piattaforme digitali, che sentono parlare e che ormai fanno parte della loro quotidianità, piuttosto che di una celebrità o uno spot in tv. Quando il cliente è già fidelizzato, se facciamo vedere un prodotto, si fida maggiormente ad acquistarlo, anche perché noi testiamo tutti i prodotti prima di sponsorizzarli per testarne realmente la qualità.
Quali vantaggi credi che un’azienda ottenga collaborando con un influencer rispetto all’uso di metodi pubblicitari tradizionali?
Credo che un’azienda, in questo modo, possa ottenere maggiori vendite avendo già clienti fidelizzati. Inoltre, se un brand realizza una campagna di influencer marketing strutturata bene e per un determinato periodo di tempo, i clienti vedono quel prodotto sponsorizzato da varie influencer, notando dunque che il prodotto apprezzato dai loro content creator più amati e saranno più invogliati ad acquistarlo. Questo è un processo di acquisto che entra nell’inconscio in maniera più naturale.
Quanto conta l’autenticità e il rapporto di fiducia con il pubblico per il successo di una campagna di marketing sui social?
Sicuramente la fiducia è una componente chiave per portare a termine un’efficace campagna di sponsorizzazione ma non basta. L’agenzia di marketing deve fare un’attenta analisi strategica scegliendo i giusti influencer con cui collaborare, i quali devono avere una community appartenente alla specifica sfera di interesse del prodotto che dev’essere sponsorizzato. Per esempio, non si può far sponsorizzare un rossetto a un influencer che tratta di cucina: alla sua community, infatti, non interesserebbe quel prodotto e sarebbe solo un dispendio di tempo e denaro.
C’è una strategia particolare che ritieni vincente per le collaborazioni tra brand e influencer?
All’apice del processo è importante che il prodotto valga in sé, dev’essere la prima cosa che funziona, altrimenti il cliente, una volta effettuato l’acquisto, resterà deluso e perderà fiducia nel brand o nell’influencer. Ad oggi, un’altra strategia per la vendita di un prodotto è la realizzazione di un packaging efficace, necessariamente bello da vedere, infatti l’aesthetic funziona tantissimo.
Un’ulteriore strategia di marketing alquanto efficace, nella sponsorizzazione di prodotti make up e beauty, è quella di affiancarli a cibi come dolci, miele o una torta per coinvolgere al meglio il cliente dentro al prodotto, cosicché anche senza averlo mai provato sarà invogliato ad acquistarlo. Questo procedimento è potenziato dal fatto che ad oggi la gente preferisce fare acquisti online, piuttosto che comprare in maniera fisica.
L’effetto combinato delle influencer che sponsorizzano un prodotto pagate, e che quindi si mostrano in ADV (Advertising), e di quelle che lo ricevono in gift (come regalo),contribuisce a diffondere sempre di più il prodotto, che sarà visionato continuamente dal cliente o dal follower, il quale verrà inevitabilmente influenzato maggiormente all’acquisto.
Molti vedono il lavoro dell’influencer come semplice e divertente, ma quali sono gli aspetti nascosti e le difficoltà che non si vedono dall’esterno?
Sicuramente la cosa più difficile è l’inizio. Non è facile mettersi a parlare davanti a uno schermo e si viene subito criticati non tanto dalla gente online quanto da amici e conoscenti. Bisogna seguire il proprio scopo ed è importante pubblicare con costanza, essere lineari nei contenuti e attenti a quello che si diffonde sulle piattaforme digitali, non parlando di tematiche sensibili o che potrebbero dare fastidio a una determinata fascia di pubblico. È sempre meglio cercare di stare al di fuori del gossip fatto per ottenere hype e follower, poiché avere tanti follower non vuol dire sempre lavorare tanto. Le aziende cercano influencer con un’immagine pulita, che possa rispecchiare al meglio il loro brand.
Come riesci a bilanciare la promozione dei brand con la tua identità personale e l’autenticità dei tuoi contenuti?
Tanti anni fa le aziende, per le collaborazioni, fornivano proprio uno script dove bisognava dire esattamente quello che veniva stabilito dal brand. Ad oggi questo meccanismo è completamente cambiato perchè si è capita la sua inefficienza. Gli osservatori si rendono conto che il contenuto così strutturato non viene in maniera naturale dagli influencer. Al presente, la maggior parte dei brand permette agli influencer di sponsorizzare il prodotto come meglio si sentono di farlo, fornendo loro solo alcune linee guida.
Il processo prevede una prima fase nella quale l’azienda scrive alla mail dell’influencer oppure alla sua agenzia chiedendo un post o un video su tik tok finalizzato alla sponsorizzazione di un prodotto; viene poi stabilito il prezzo e stipulato il contratto includente anche le tempistiche. In seguito, il brand manda comunque all’influencer uno script, contenente delle informazioni utili sul prodotto, rimanendo però molto vago e incitando l’influencer a mantenere il suo tone of voice, magari fornendogli anche degli esempi ai quali può ispirarsi sempre seguendo la sua linea creativa. L’influencer, poi, realizza il proprio script, descrivendo il modo in cui ha ideato la realizzazione del contenuto di sponsorizzazione. Lo script dev’essere mandato al brand per l’approvazione. Una volta approvato lo script, si procede con la realizzazione del video o post anch’esso sottoposto all’assenso dell’azienda. Infine, approvato il contenuto, non resta che decidere la data di pubblicazione concordata e intervallata anche in base a quella delle altre influencer ingaggiate dall’azienda per la campagna di promozione.
Molto spesso, però, la data effettiva di pubblicazione non concorda con quella stipulata, perché entrano in gioco molteplici altri fattori, come le agenzie di marketing in collegamento col brand, il consenso dei collaboratori dell’influencer etc.. Quindi, al contrario di ciò che traspare sui social, i contenuti di noi influencer prevedono una catena processuale molto lunga.
Qual è, secondo te, il pregiudizio più comune che le persone hanno sugli influencer?
L’idea più sbagliata che la gente ha sulla figura dell’influencer è che sia un lavoro facile, quando in realtà è molto impegnativo e difficile, nel quale bisogna sfruttare al meglio le risorse che si hanno a disposizione, a partire da fattori come la luce naturale, importantissima per la realizzazione di qualsiasi contenuto, fino all’impiego delle proprie capacità creative. Inoltre, un aspetto fondamentale è l’adattabilità, la capacità di variare sempre i contenuti in base al mercato in continuo cambiamento. Infine, aggiornare le proprie competenze e stare al passo con i nuovi trend sono la chiave per il successo.
Questo è quello che distingue un content creator di successo da uno che non riesce ad emergere,oppure che emerge per un periodo di tempo limitato
Qual è il segreto per costruire una community così fedele e coinvolta come la tua?
Il segreto è essere sempre sé stessi, perché nascondendosi dietro a un personaggio prima o poi si precipita. Quindi bisogna sempre mantenere la propria naturalezza nell’esprimersi e nel rapporto con la community ,senza farsi influenzare troppo dal mondo esterno.
Che consiglio daresti a chi vuole intraprendere un percorso sui social come influencer o content creator?
Innanzitutto ci vuole tanta convinzione nell’intraprendere questa strada. Ad oggi c’è una vasta gamma di persone che vorrebbero cimentarsi in questo lavoro perché spinti dai benefici e dai guadagni che si vedono dall’esterno. È Importante essere forti mentalmente e con un’autentica fermezza d’animo per far fronte anche ai commenti negativi e al giudizio degli altri. Poi è fondamentale, prima di cominciare a buttarsi nel mondo dei social, costruirsi una strada alternativa, completando gli studi e dotandosi di competenze trasversali.
È meglio sempre scegliere di avere meno follower ma essere più sicuri e leali, piuttosto che crescere velocemente con i numeri e prendere molti soldi ma rovinare i propri valori come persona.











