L’Italia un Paese di grandi contraddizioni. Infatti, nonostante detenga il maggior numero di siti riconosciuti dall’Unesco come molti monumenti, di cui uno dei più iconici è il Colosseo, essa è uno dei Paesi che in Europa investe meno nella cultura (solo lo 0,3% del Pil annuo), cosa che rischia di far perdere valore e popolarità a molti siti archeologici e non solo.

Investimenti maggiori da parte dello Stato, infatti permetterebbero a molti piccoli musei italiani di emergere e di essere resi noti anche ai giovani che sempre in minor numero visitano musei o monumenti.
A Verona siamo fortunati. Nella città scaligera troviamo tracce di diverse epoche storiche: dalla Verona romana a quella signorile, da quella medievale a quella asburgica. Nel centro della città possiamo fruire di monumenti come l’Arena, Ponte Pietra o il Teatro Romano e come le mura, fatte edificare per la maggior parte da Cangrande della Scala, le quali ancora oggi attraversano la città, e molti altri meno noti.
Negli ultimi anni, specie dopo la pandemia di Covid 19, la fruizione da parte dei giovani è diminuita drasticamente; per esempio, tra i 15-17enni è passata dal circa il 50% all’8.8%. In Italia, però, per contrastare questo fenomeno lo Stato ha pensato a misure di agevolazione soprattutto di tipo economico: in molti musei italiani l’ingresso è gratuito o comunque calmierato per i minori.

A livello locale nel veronese si stanno avviando alcuni progetti per cercare di aumentare la presenza dei giovani; tra le idee che potrebbero funzionare si potrebbe collocare l’implementazione dell’uso della realtà aumentata nella fruizione di beni culturali, in modo da unire il divertimento con la cultura.












