Winter Harvest – Il caso Dozier a Verona

Il regista Max Leonida a Verona per girare Winter Harvest - il nuovo film sul caso Dozier.

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In questi giorni a Verona si stanno girando le scene di un film molto particolare: si tratta di Winter Harvest, un docufilm girato sulle vicende che nel 1981 hanno visto come protagonisti il generale americano James Lee Dozier e le Brigate Rosse, autori del rapimento di quest’ultimo. Infatti, il generale della NATO viene rapito nella sua abitazione a Verona il 17 dicembre 1981.

Dopo settimane di frenetico lavoro, il Ministero degli Interni Italiano, in collaborazione con la CIA, identifica una palazzina a Padova, in via Pindemonte. In quel luogo viene trovato Dozier, ancora vivo, che viene liberato dopo 42 giorni di prigionia in un blitz durato meno di un minuto; la rapidità e l’efficacia di quest’operazione sono valsi i complimenti del Presidente Americano all’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini. 

Tuttavia, in seguito alla brillante operazione dell’Intelliegence Italiana, alcuni dei poliziotti incaricati di interrogare alcuni componenti delle Brigate Rosse per scoprire la posizione del Generale, sono stati indagati e accusati di abuso di potere e tortura nei confronti dei delinquenti; i produttori del film non hanno voluto parlare del fatto, dal momento che hanno dichiarato che non verrà in alcun modo sottolineato durante la trama.

La troupe televisiva ha concentrato le sue energie principalmente nella zona di Verona detta “dei Navigatori”, dove Dozier abitò nei suoi anni di servizio presso la sede NATO di Verona. Il regista Max Leonida Bastoni spera che l’uscita di questo film al cinema avverrà verosimilmente durante l’estate dell’anno prossimo; le altre tappe sono Padova, città in cui Dozier era stato portato e dove poi è stato liberato, e la Florida, dove tuttora l’anziano generale vive.

La produttrice Finelli descrive il cast come “esperto, entusiasta di prendere parte alla produzione di un film che collega gli Stati Uniti con l’Italia, mediante un personaggio irriducibile, perché sopravvissuto oltre ai 42 giorni di prigionia, anche ad un recente infarto.”

Lo stesso Dozier è quotidianamente in contatto con il regista Max Leonida; infatti il film viene tuttora alimentato proprio dai ricordi del generale, che infine ha approvato l’ultima stesura della sceneggiatura.

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