Prezzi aumentati di un quarto nei supermercati veronesi: “Colpiti dipendenti e pensionati”

Rilevato l’aumento dei prezzi dal 2021 al 2024 attraverso l’Osservatorio del Ministero, alcuni cibi sono saliti drasticamente.

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supermercato

Un semplice panino al bar, nel giro di tre anni, a Verona ha subito un alzamento medio del 70%, altri prodotti che normalmente fanno parte della nostra lista della spesa, come l’olio d’oliva e il riso, sono aumentati dell’85% e del 68%. Per non parlare di alcuni ortaggi, tra cui la nostra amata lattuga aumentata del 112%. 

L’associazione Adico ha infatti esaminato 42 prodotti del carrello della spesa che hanno segnato dal 2021 un incremento medio del prezzo del 23,20%, altri 34 tra ortaggi e frutta cresciuti mediamente de 31,91%, undici prodotti per la cura della persona (+16,21%) e 28 servizi essenziali (+3,58%). 

Come ci spiega il presidente Adico Carlo Garofolini, finiscono per gravare soprattutto «sul ceto medio, in particolare i lavoratori dipendenti e i pensionati, sono tagliati fuori da tutti i benefici riservati alle situazioni più estreme. Cosa ci aspetta nel 2025 è già ampiamente previsto e prevedibile. L’anno inizia con gli aumenti dei pedaggi, che potrebbero costare agli utenti veronesi quasi 250 euro in più in un anno rispetto al periodo precedente».

ortofrutta

Supermercati e ortofrutta

Oltre ai già citati olio e riso, a Verona sono cresciuti farina di frumento e succo di frutta (entrambi a +62%), il caffè tostato (+55%) il cui aumento fa sentire l’effetto anche sulla tazzina al bar. Rincari anche per crescenza e stracchino, burro e latte scremato (+53,6%, +51,2%, +43,3%). 

Scorrendo l’elenco, un chilo di cipolle bianche è aumentato del 57,5%, del 52,8% quelle rosse, le patate (+54%) e le carote (+47,6). Perfino le mele golden delicious, tra le più coltivate nel Veronese, sono aumentate del 34,9% e le delicious rosse del 47,2%. Si salvano da questa corsa i pomodori da sugo tondi (-3,5%) e la cicoria catalogna (-48,7%). La lista è molto lunga e quelli appena citati sono solo esempi di quello che ci aspetta nel 2025. Possiamo quindi affermare che l’ortofrutta è, in assoluto, la categoria che dal 2021 ha segnato i rincari maggiori. 

«L’olio d’oliva l’anno scorso è aumentato perché non pioveva, quest’anno perché ha piovuto troppo, e lo stesso si può dire di molti prodotti ortofrutticoli», lamenta Garofolini. «A fronte di una speculazione fuori controllo», aggiunge, «mancano interventi che vadano a colpire i furbetti. Le catene di supermercati ormai non fanno quasi più pubblicità, tanto applicano i prezzi che vogliono e in offerta propongono solo i cibi in scadenza. Così mentre gli stipendi restano al palo, il costo della vita cresce in modo incontrollato»

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