Questa pieve, che si dice di una chiesa con annesso un battistero, risale all’VIII secolo e fu ricostruita successivamente in gran parte nell’XI secolo, in periodo medioevale, durante il quale era a capo di uno dei tre “piovadeghi” in cui era divisa, amministrativamente, la Valpollicella. All’epoca era inoltre una chiesa collegiata, con canonici che impartivano lezioni base di latino ai ragazzi locali.
Inizialmente, dalla sua costruzione fino a XII secolo, era adibita prevalentemente al culto pagano, sostituito poi da quello cristiano in seguito al terremoto del 1117, anche se ufficialmente questa trasformazione avvenne nel 1145.
Il fonte battesimale, situato sul lato sinistro della costruzione, e gli affreschi all’interno della chiesa, consumati dal tempo, sono databili entrambi al XII secolo. Il campanile, invece, risulta più recente, probabilmente edificato sulla base di uno preesistente.
Sul lato destro della chiesa, invece, sono presenti alcuni affreschi più recenti, come una rappresentazione dell’”Ultima Cena”, danneggiata dai numerosi interventi nei secoli, e di Adamo mentre si ciba della mela proibita. Anche il lato sinistro è affrescato ma le pitture sono quasi completamente staccate o illeggibili. Appese alle pareti delle navate minori vi sono alcune tele, tra le quali la “resurrezione di Cristo” di Palma Il Giovane del XVI secolo.
L’attuale altare maggiore, originariamente usato come ciborio, è di particolare importanza artistica e storica per le iscrizioni incise sulle due colonnine, grazie alle quali siamo riusciti a capire l’anno di costruzione della pieve: qui le decorazioni a nastro intrecciati e le crocette votive sono tipiche delle opere longobarde.
Vi è inoltre un museo archeologico dietro la Pieve nel quale sono esposti numerosi manufatti, come sculture e rilievi longobardi e carolingi, oggetti d’arte di epoche differenti tra loro, varie vetrine con ammoniti giurassiche rinvenute nel territorio circostante e dieci stele romane iscritte.