«Non avevo nessun sintomo, stavo normalmente scendendo in campo e giocando in ogni partita. Mi sentivo al 100% fisicamente, ma questa trade in qualche modo ha rivelato cosa stava succedendo all’interno del mio corpo. Si può dire che questo scambio possa aver finito per salvarmi la vita». Queste le parole del 26enne Caris LeVert, giocatore di basket degli Indiana Pacers dopo aver scoperto di avere una massa nel rene sinistro.
Dopo lo scambio che lo ha visto passare da Brooklyn a Indianapolis, il giovane, come di norma, si sottopone ai test di routine e per sua disgrazia si rileva un qualcosa che prima era impensabile. Non si sa ancora con esattezza la natura di questa massa. Un’altra dura prova per LeVert, dopo alcuni infortuni, la morte del padre ormai avvenuta dieci anni fa e infine la lotta della madre contro la sclerosi multipla.

Incerto il ritorno in campo del giocatore. Ma oggi è lo stesso LeVert a mettere il tutto in un’altra prospettiva: «Credo in Dio e le esperienze della vita mi hanno rafforzato. Non sappiamo se quella che hanno trovato nel mio rene sia una massa tumorale, aspettiamo gli esami di approfondimento. È ovvio che mi piacerebbe tornare in campo presto e continuare a giocare, ma adesso non è questa la cosa più importante».
Non è la prima volta che nel mondo dello sport escono, come un fulmine a ciel sereno, notizie del genere. Tra le più celebri, quella del calciatore Francesco Acerbi, attuale difensore della Lazio, che ha dovuto fronteggiare per ben due volte un tumore al testicolo. Ora però il ragazzo sta bene, è definitivamente guarito ed è un pilastro importante dei biancocelesti.

Poi occorre ricordare Eric Abidal che ha dovuto affrontare questa dura lotta: il 15 marzo del 2011 gli diagnosticarono un tumore al fegato, poi subito esportato. Due mesi dopo tornò in campo. Il 28 maggio dello stesso anno giocò la finale di Champions League contro il Manchester United, vinta poi per 3-1 dai Blaugrana. Al momento della premiazione, la bandiera e capitano del Barcellona, Carles Puyol, cedette la fascia ad Abidal così da permettergli di alzare la coppa dalle grandi orecchie. Il 10 aprile 2012 gli venne donato il fegato da suo cugino Gerard e seppure con cure speciali, il giocatore ha proseguito la carriera agonistica.
Tra gli altri che si potrebbero citare ci sono Magic Johnson e l’HIV, Gianluigi Buffon e Demar Derozan con la depressione, Domenico Fioravanti che per una malattia cardiaca genetica ha dovuto ritirarsi.

Tuttavia, non sempre ce la fanno gli sportivi o non sempre vengono diagnosticate subito queste gravi problematiche. Tra i più celebri c’è sicuramente quella di PierMario Morosini, venuto a mancare per arresto cardiaco dopo il match Pescara-Livorno del 14 aprile del 2012. Più recente è la morte del capitano della Fiorentina Davide Astori, morto nella sua stanza di hotel per arresto cardiaco improvviso. In sua memoria nella Hall of Fame del calcio italiano c’è un premio per il fair play intitolato al numero 13. Inoltre i viola e il Cagliari hanno ritirato il suo numero, il quale indossava in onore di Alessandro Nesta.
Insomma ci stringiamo tutti intorno a Caris LeVert nella speranza che vada tutto per il meglio.