Perché è importante la giornata mondiale contro l’omofobia?

Oggi, 17 maggio, ricorre la giornata mondiale contro l'omofobia e la transfobia: data in cui, più degli altri giorni, si tenta di sovrastare pregiudizi e discriminazioni riguardo a genere e orientamento sessuale.

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Bandiera arcobaleno per la Giornata mondiale contro l'omofobia.
Bandiera arcobaleno per la Giornata mondiale contro l'omofobia.
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Con il termine “omofobia” si va ad indicare la paura e l’avversione irrazionale e ingiustificata nei confronti dell’omosessualità, della bisessualità e della transessualità basata sul pregiudizio. Dal greco ὁμός [homos] (stesso, medesimo) e φόβος [fobos] (paura), “omofobia” letteralmente significa “paura dello stesso”, anche se, in questo caso, intendiamo “fobia” come una generica avversione.

Considerata in moltissimi paesi una vera e propria data per denunciare ogni forma di razzismo e sessismo nei confronti di chi ama liberamente, la Giornata Mondiale contro l’Omofobia e la Transfobia, istituita nel 2007 dall’Unione Europea, vuole condannare tutte le discriminazioni che, purtroppo, ancora troppe persone sono costrette a subire sulla base del loro orientamento sessuale.

La data scelta per la ricorrenza ricorda il 17 maggio 1990, giorno in cui l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) eliminò l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali: si dovette aspettare fino al 1994, tuttavia, perché la decisione divenisse effettiva ed operativa grazie all’approvazione del Diagnostic and statistical manual of mental disorders (DSM). Nonostante ciò, la giornata mondiale contro l’omofobia si celebra solo dal 2004 ed il suo obbiettivo è quello di promuovere ed organizzare eventi (come ad esempio i Pride) pronti a mobilitarsi per contrastare qualsiasi tipo di discriminazione e maltrattamento nei confronti dei componenti della comunità LGBTQ+.

Purtroppo, nonostante i vari passi da gigante fatti dall’Italia nel corso del tempo, si leggono spesso notizie riguardanti episodi di discriminazione compiuti non solo da “normali cittadini” ma anche dal governo, dai politici e dai funzionari pubblici. In Italia sarebbero dunque oltre 50 ogni giorno le persone che subiscono discriminazione e addirittura violenza, arrivando ad un ulteriore peggioramento solo nell’ultimo anno, che registra un aumento del 9% degli abusi domestici a causa della pandemia che stiamo vivendo.

Nonostante le persone LGBT affrontino ancora ostacoli dal punto di vista legale per quanto riguarda adozioni e riconoscimento del matrimonio egualitario contratto all’estero, si può comunque considerare l’Italia una comunità che pian piano si sta aprendo dal punto di vista liberale, anche se, soprattutto nelle zone rurali, la mentalità conservatrice delle persone contribuisce comunque ad un aumento esponenziale dei comportamenti omofobi.

Ci sono inoltre ancora alcuni paesi europei che non riconoscono in alcun modo le coppie dello stesso sesso, così come anche parecchi luoghi in Africa e in Asia, dove l’omosessualità è considerata addirittura un reato punibile legalmente. Negli Stati Uniti, quando ancora in carica c’era il quarantacinquesimo presidente Donald Trump, si era favorevoli alla possibilità di licenziare le persone e negar loro servizi basandosi sulla persona amata e sull’identità di genere.

Alla base di questi comportamenti discriminatori si trova soprattutto una buona percentuale di disinformazione riguardo la materia trattata: in molti danno per scontato il significato di comunità LGBT, ignorando completamente la miriade di significati nascosti dietro queste poche lettere.

Nel corso degli anni sono state aggiunte altre lettere a completamento della comune sigla, ad indicare altri orientamenti sessuali e altre identità di genere, così come alla bandiera arcobaleno sono stati aggiunti altri colori: questo è frutto di una serie di studi di genere e di una maggiore sensibilità riguardo questi temi.

Oggi con le prime quattro lettere “LGBT” ci riferiamo a tutte le persone non eterosessuali e non cisgender, cioè lesbiche, gay, bisessuali e transgender. Solo nel 1996 viene inserita anche la categoria queer, segnalata con la lettera “Q”, ovvero per quelle persone che esprimono un dissenso verso l’eteronormatività (cioè la convinzione che l’eterosessualità sia l’unico orientamento legittimo). E’ stata aggiunta anche una “I” per simboleggiare gli intersessuali, cioè persone con caratteristiche fisiche diverse da quelle tradizionalmente associate a maschi e femmine.

LGBTQI è quindi la versione estesa e completa di LGBT, anche se, negli ultimi anni, sono stati parecchi i dibattiti per quanto riguarda l’aggiunta anche di altre lettere, corrispondenti ovviamente ad altri generi e orientamenti: per questo si è deciso di inserire un “+” alla fine della sigla.

Bandiera arcobaleno.

Questa comunità, definita anche più generalmente “comunità gay” è supportata dalla famosa bandiera arcobaleno, creata nel 1978 a San Francisco dall’artista Gilbert Baker e avente in origine otto colori che si riferivano alla simbologia New Age come spiritualità, vita e natura. Venne sventolata per la prima volta a San Francisco nella marcia Gay Pride del 25 giugno 1978. L’originale si trova dal 2015 presso la galleria d’arte moderna MOMA ed è costituita da sei colori: rosso, arancione, giallo, verde, blu e viola.

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Dopo la scuola media, ho seguito la mia passione per la storia e la letteratura decidendo di cimentarmi nel liceo classico. Da 12 anni coltivo l’amore per la musica classica: suono infatti il pianoforte fin da bambina, riuscendo anche, nel giugno 2016, ad essere ammessa al conservatorio di Verona come terza classificata. Ho giocato a calcio da prima punta per un paio d’anni, ma purtroppo a causa dei troppi impegni ho dovuto fermarmi. Sono nata a Verona ma la mia famiglia è napoletana: Napoli è la mia seconda casa e adoro ritornarci ogni anno. Non è infatti un caso che io sia fin da piccola una super tifosa della squadra partenopea. Non ho particolari idee per il mio futuro, credo però che, finito il liceo, mi piacerebbe molto intraprendere un percorso di medicina, dato che mi affascina molto.

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