Saturnino nato nel quartiere di Puente Castro, in Spagna, l’11 febbraio 1909 era il più giovane di sei fratelli. Nel settembre scorso, a 112 anni, era stato riconosciuto dal Guinness dei primati come l’uomo più anziano del mondo.

Il 16 gennaio, solo due giorni prima della dipartita di Saturnino, ci ha lasciato l’ultima persona vivente in Italia a essere nata anch’essa nel primo decennio del XX secolo, Ida Zoccarato. Due vite che intrecciano il loro destino nella loro ultima ora dopo aver superato entrambe due pandemie, la Spagnola e il coronavirus, e due guerre mondiali.
Il nonno di Spagna, conosciuto da tutti i suoi concittadini come “El Pepino”, fin da ragazzetto calzolaio del paese, era riuscito a mettere in piedi una fiorente attività, che lo aveva portato a creare stivali per i soldati dell’esercito spagnolo. Nonna Ida invece era nata a Perarolo di Vigonza il 24 maggio 1909 da una famiglia di campagna.
La vita è stata generosa ma non ha risparmiato loro dolori e difficoltà. Ida infatti, sposatasi il 18 febbraio 1939, era rimasta vedova a 35 anni di Mario Nostran, crescendo da sola due figli, Edda e Pietro. Poi l’infarto, e a 111 anni anche il Covid, superato serenamente.
Saturnino, invece nella guerra civile spagnola del 1936 scampò per un pelo alla morte poichè un aereo della Legione Condor si schiantò nella casa in cui si trovava.
Ma il segreto della loro longevità è stato quello di aver vissuto una vita dedicata alla famiglia e alle proprie passioni. Queste due persone lasciano una risposta ad una delle domande che almeno una volta tutti ci facciamo e che è stata loro rivolta prima della dipartita: qual è il segreto per vivere una vita lunga e serena? Condurre la propria esistenza “Senza ferire nessuno”, aveva risposto Saturnino.

Una frase semplice ma che porta una grande verità: una vita vissuta con cuore, nella gioia di condividere la felicità con chi ci è accanto, magari lasciandoci contagiare dall’entusiasmo per la vita stessa, aiuta a rimanere vivi soprattutto nello spirito.
Ida invece si è spenta nella sua casa dopo aver vissuto una vita serena e tranquilla e aveva trasmesso a figli e nipoti tutta la sua esperienza e i ricordi che l’hanno accompagnata fino alla fine.
Ha vissuto la sua vita nel paese in cui era cresciuta e che amava, lasciando un vuoto incredibile nella comunità di Ponte di Brenta che si estende a tutti i veneti che hanno letto e conosciuto la sua storia.