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«Su un campione di 5.000 alunni delle superiori, quasi la metà, quando è in classe, batte i denti per via delle basse temperature in aula». E’ quanto riporta Skuola.net che denuncia come anche quest’anno a fare le spese dell’inverno rigido sono proprio le scuole italiane e di conseguenza i giovani che le frequentano.

Una delle cause è quella del caro energia dovuto alla guerra in Ucraina. I costi energetici sono infatti aumentati di molto, impossibilitando le scuole a fronteggiare questa spesa e lasciando così gli studenti senza una fonte di riscaldamento. Oltre un quarto dei ragazzi intervistati racconta che ciò avviene per la necessità di risparmiare sui consumi, “sacrificando” così le necessità delle persone di stare al caldo. Ad aggiungersi c’è il problema del Covid, minaccia che bisogna ancora fronteggiare e tenere a bada, e per riuscire in questo si richiede che le finestre vengano tenute aperte per quanto possibile per evitare la circolazione di tale virus.

In alcuni edifici, sebbene i riscaldamenti siano regolarmente accesi, la scarsa manutenzione e la presenza di infissi che ormai non isolano più, non consentono di raggiungere temperature adeguate. In altri invece o l’impianto è sofferente e per questo funziona solo per parte della giornata o è proprio guasto e nessuno si occupa della riparazione.

Come si adattano le scuole?

Gli alunni si coprono con delle coperte per combattere il freddo (foto da Leggo.it)

Per fronteggiare questa situazione tutti si sono adoperati per trovare delle soluzioni che possano alleviare il freddo. La maggior parte ha optato per tenere giacche e cappotti durante le lezioni. Altri invece scelgono di portare una coperta calda o una stufetta elettrica. Purtroppo c’è anche chi è stato privato della possibilità di frequentare in presenza e quindi costretto a rimanere a casa, chi fa orari ridotti e chi si sposta nelle aule più calde. Una piccola parte ha invece deciso di protestare, assentandosi dalle quotidiane lezioni.

Come sappiamo, con l’inizio dell’inverno, siamo circondati dal freddo sia fuori che dentro alle scuole. Tra edifici vecchi, impianti a corto di manutenzione e enti locali che non riescono a sostenere i costi energetici, quasi la metà degli studenti delle superiori svolge lezioni in classe come se fossero all’esterno, adattandosi come possono. Sicuramente la necessità di tenere aperte le finestre non aiuta per niente. Purtroppo però questa situazione, ormai conosciuta da tempo, senza un piano energetico efficace per gli edifici scolastici è destinata a rimanere.

Protesta per il freddo nelle aule (foto presa da VENEZIATODAY)

La situazione a Verona?

A differenza di molte città italiane, Verona non sembra avere queste criticità. Qualche problema si è verificato presso il liceo Montanari, come riportato dal quotidiano l’Arena, ma la situazione sembra essere rinetrata.

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Sono Lavinia Falzone, una studentessa del liceo classico “alle Stimate”. Ho quindici anni e vengo da San Briccio, una piccola frazione del comune di Lavagno. Sono una ragazza estroversa e solare, mi piace divertirmi ma allo stesso tempo riuscire a organizzare e bilanciare il tempo nella vita privata, scolastica e sportiva. Gioco a pallavolo da otto anni, sport che mi ha recato molte gioie e anche alcune delusioni, che mi hanno però insegnato molto e forse è proprio grazie a queste che negli ultimi tempi sono diventata sempre più ambiziosa e competitiva. Purtroppo, a volte, riuscire a mantenere tutti gli impegni quotidiani risulta difficile, ma questo mi spinge sempre a voler dare il meglio in qualsiasi situazione.

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