Le pietanze che da tempo sono emblemi della cultura culinaria italiana potrebbero diventare patrimonio dell’umanità tra il 2024 e il 2025. L’iniziativa è stata promossa dai ministri dell’Agricoltura e Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, e della Cultura, Gennaro Sangiuliano, con il sostegno del sottosegretario alla Cultura e responsabile del Governo per quanto riguarda l’Unesco, il veronese Gianmarco Mazzi.
Inoltre, tre importanti comunità di riferimento hanno “sposato” questa importante candidatura e sono l’Accademia italiana della cucina, fondata nel 1953; la Fondazione Casa Artusi fondata nel 2007; infine, La Cucina Italiana che è stata fondata nel 1929 ed è la più antica rivista gastronomica del mondo, ancora presente.
C’è anche Verona…

Alcuni dei “candidati” sono tortellini, lasagne, cacio e pepe, pizza, sfogline di Bologna e infine spunta anche la cucina veronese, rappresentata dalla pearà.
Mazzi afferma a riguardo: «Io amo molto la pearà, che davvero potrebbe uscire dai confini locali, magari grazie all’estro degli chef più importanti. Penso a Giancarlo Perbellini, probabilmente il nostro più illustre rappresentante dell’alta cucina, anzi lo invito a proporre un’interpretazione della pearà di un certo livello, gli stessi chef hanno un potere enorme di trascinare l’intero comparto culinario, anche in ottica della candidatura a patrimonio dell’Unesco».