«Il focus è portare avanti per l’ex cinema Astra questo progetto. L’obiettivo cui puntiamo è che diventi un sito monumentale e archeologico (…) e stiamo dialogando con la proprietà affinché questa idea si possa concretizzare. È per me una priorità, la Verona Romana è di vastissimo interesse». Queste sono le parole del sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi, relativamente ai resti romani ritrovati nel 2004 in Via Oberdan. In particolare esse si riferiscono al progetto di trasformazione dei resti di epoca romana, ritrovati sotto l’ex cinema Astra, in museo.

Questa nostra “piccola Pompei” è stata scoperta quando la proprietà del cinema pensava di trasformarlo in un multisala, andando a scavare un ulteriore piano interrato. Durante gli accertamenti archeologici però, è emerso che, sotto appena un metro dalle poltrone, si trovava una costruzione romana, presumibilmente un albergo di lusso. Esso era dotato di ampie stanze impreziosite da affreschi di colore rosso pompeiano e grigio antracite del I secolo d.C., abbellite con decori floreali stilizzati e mosaici della seconda metà del II secolo d.C, entrambi di eccezionale conservazione. Inoltre, ogni stanza era dotata di riscaldamento a pavimento autonomo attivato dal prefurnio, un grande forno ricavato nel terreno in cui ardevano delle braci che producevano aria calda.

Si tratta del sito romano più importante di Verona, in quanto un evento eccezionale, un incendio, ha “cristallizzato” lo status quo dell’epoca, ricordando per questo quanto successe a Pompei. Tra le cause dell’incendio che distrusse l’albergo, forse nel IV secolo d.C., non è da escludere la componente dolosa, poiché l’interno delle stanze era vuoto.
Ora spetta alla proprietà privata la decisione circa la futura destinazione dei resti dell’immobile .












