La Giornata Mondiale contro il Bullismo e il Cyberbullismo, che si celebra oggi, è stata istituita il 7 febbraio del 2017 su iniziativa del Miur, il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, e da allora è divenuta un’importantissima occasione per riflettere su questi temi e contrastare la disinformazione o il disinteressamento riguardo questi fenomeni che, ancora oggi, costituiscono uno tra i più gravi problemi per la comunità.
In concomitanza con questa ricorrenza è fissata anche la Giornata Europea della Sicurezza in Rete (Safer Internet Day), iniziativa organizzata e promossa dalla Commissione Europea che si celebra contemporaneamente in oltre cento nazioni di tutto il mondo.
Si tratta di progetti e proposte sociali che mirano a portare al centro dell’attenzione tematiche quali, appunto, il bullismo e il cyberbullismo, così da educare bambini, giovani e adulti su tali fenomeni. Allo stesso tempo, l’obiettivo è far riflettere chiunque sull’uso consapevole della rete e sul ruolo attivo e responsabile di ciascuno nel garantire internet un luogo positivo e sicuro.
Perché è necessario sensibilizzare riguardo queste tematiche?
I fenomeni del bullismo tradizionale e di quello online, comunemente chiamato cyberbullismo, rappresentano una sfida globale impossibile da ignorare.
Le statistiche più recenti elaborate dalle Nazioni Unite informano che nel mondo uno studente su tre, tra i 13 e i 15 anni, ha vissuto esperienze di bullismo. In significativo aumento anche i casi di cyberbullismo, diffusi specialmente negli ultimi anni a seguito dell’ampio utilizzo di internet e social media da parte di preadolescenti e adolescenti. Le indagini condotte nei Paesi industrializzati dimostrano che le percentuali di minorenni che lo hanno sperimentato oscillano tra il 5% e il 20% della popolazione minorile, e che, nella maggior parte dei casi, le vittime hanno riscontrato conseguenze dannose sia alla propria salute fisica che psicologica.

In Italia, secondo i più recenti dati ISTAT diffusi dall’Unicef, più del 50% degli adolescenti partecipanti all’indagine ha subito qualche episodio offensivo o violento da parte di altri ragazzi o ragazze nei dodici mesi precedenti al sondaggio, e, sempre nello stesso arco di tempo, il 63,3% dei ragazzi e adolescenti ha dichiarato di aver assistito a comportamenti oppressivi e irrispettosi di alcuni ragazzi verso altri. Il cyberbullismo, invece, ha colpito il 22,2% di tutte le vittime di bullismo.
Tutti i dati raccolti tramite indagini, sondaggi e studi di vario genere rivelano che le vittime di bullismo e/o cyberbullismo hanno probabilità più alte di sviluppare ansia sociale, difficoltà a relazionarsi, sentirsi depressi e soli, avere scarsa autostima o anche provare pensieri suicidi.
Perciò, parlare e diffondere informazioni riguardo il bullismo è la prima arma per contrastarlo: più persone si attivano contro questo fenomeno, più diminuiscono le possibilità che qualcun altro ne soffra.












