
Durante la Grande Guerra, in Italia, ci furono più di 600.000 morti, e oltre 500 provenivano dalla provincia di Verona. Centinaia di giovani scaligeri che sacrificarono la loro preziosa vita per la gloria della Patria. Dopo quasi 110 anni dalla sua scomparsa sul fronte carsico, raccontiamo la storia di uno di loro.

Si tratta di Ottavio Oreste Brunelli, sempre chiamato con il suo secondo nome, le cui spoglie sono oggi conservate al Sacrario Militare di Redipuglia, in provincia di Gorizia.
Nacque il 6 maggio 1891 a Roverè Veronese, in una famiglia povera, e fu l’ottavo di nove fratelli: proprio da questo deriva il suo nome.
Dal suo foglio matricolare sappiamo che, al momento della chiamata alle armi nel 1913, era di bassa statura (m 1,67), aveva i capelli castani ed era di forma “ciccia”. Di professione, come suo padre, faceva il falegname.

Il 10 aprile 1915 venne nominato caporale zappatore e, il 5 giugno dello stesso anno, spedito con la Brigata Barletta (137° reggimento) in “territorio dichiarato istato di guerra” sul Monte Sei Busi.
Per distinte azioni e per la sua grande noncuranza della vita pur di servire la Patria, il 31 luglio 1915 fu promosso caporal maggiore zappatore.
La sua guerra proseguì tra prima linea e brevi periodi di riposo: dal 7 settembre al 17 novembre 1915 la sua brigata si trovò nella zona di Mortesins, ma già dal giorno successivo fu rimandata in prima linea nei pressi di Polazzo, per prendere parte alla quarta battaglia dell’Isonzo.

La vita, come prevedibile, era dura. Il 28 novembre 1915, durante un attacco nei dintorni di Polazzo, Oreste venne colpito al petto da un’arma da fuoco. Il rapporto del colonnello Leoni, che certifica la sua morte, riporta proprio queste parole: “Ferito al petto d’arma da fuoco riportata in uno scontro con truppe nemiche.”
Prima di morire, lasciò anche un pensiero ai suoi cari: “Chi mi vuol bene non si abbandoni a inutili rimpianti, ma si ricordi di me come io mi ricorderò di esso nella vita futura se dovessi morire.” Queste furono le ultime parole ascoltate da chi gli era vicino.

Aveva 24 anni. Era pieno di vita e di sogni, ma la guerra, purtroppo, non guarda in faccia a nessuno. Tutte queste preziose informazioni — e molte altre sui veronesi caduti nella Grande Guerra — sono consultabili sul sito dell’Albo d’Oro dei Caduti del Comune di Verona.
In alternativa, come ha fatto la redazione di Ermes, è possibile consultare il foglio matricolare del soldato, conservato all’Archivio di Stato. A Verona si trova in via Santa Teresa ed è consultabile su prenotazione tramite l’indirizzo e-mail indicato sul sito dell’archivio.












