Zanotti era partito nell’aprile del 2016 per la zona di Hatay, a pochi chilometri dalla Siria, per imprecisate ragioni di lavoro, probabilmente finalizzate a saldare un debito che aveva accumulato. Il viaggio dell’uomo doveva durare pochi giorni, ma, dopo averne perso le tracce una volta arrivato in Turchia, i famigliari ne avevano denunciato la scomparsa.
Alla notizia della sparizione, l’Unità di Crisi della Farnesina in coordinamento con le Agenzie di Intelligence e Sicurezza, il Ros dei Carabinieri e l’autorità giudiziaria si erano messe immediatamente in movimento, senza però ottenere notizie dell’uomo.
Ricomparve solo a novembre 2016, in un video di 16 secondi, che lo ritraeva in ginocchio in un campo di ulivi con alle spalle un uomo incappucciato e armato di fucile. In quel video Zanotti affermava di essere prigioniero in Siria da sette mesi e chiedeva l’intervento del governo italiano per evitare una sua eventuale esecuzione.
Successivamente nel maggio 2017 era arrivato alle autorità un altro video dell’uomo in cui chiedeva il loro soccorso. Dopo il drammatico video messaggio, dell’imprenditore non c’è stata più traccia per quasi due anni, durante i quali dall’Italia si è continuato a lavorare per arrivare alla sua liberazione, avvenuta venerdì 5 aprile.
L’uomo è stato ascoltato nella caserma del Ros, dal pm Sergio Colaiocco al fine di terminare l’indagine per sequestro di persona con finalità di terrorismo, aperta al momento della sua scomparsa.
Secondo il suo racconto, Zanotti era stato venduto dal suo tassista abusivo a dei miliziani di Al Qaida, che lo avevano narcotizzato. Nel corso della prigionia avrebbe cambiato dieci prigioni nella zona di Aleppo, affermando inoltre di essere stato trattato abbastanza bene.
Il premier Giuseppe Conte annuncia con soddisfazione della liberazione del connazionale, considerandola un ulteriore successo delle istituzioni italiane, in particolare, dell’Aise (Agenzia informazioni e sicurezza esterna), a cui va il suo più vivo e sentito ringraziamento.
Unanime il ringraziamento della politica ai servizi segreti che hanno lavorato senza sosta per raggiungere il risultato. Zanotti potrà finalmente tornare dai suoi cari che mai si sono arresi nella lunga attesa di riabbracciarlo.