“La quarantena ci ha insegnato a vivere con meno” afferma Camilla Dattoli, studentessa delle scuole alle Stimate sin dalle medie, che ci spiega come gli studenti hanno affrontato questo periodo difficile e le attività che sono state organizzate per sentire meno la mancanza della scuola.
Da poco diciannovenne, Camilla, frequenta la 3 classico. Come tutti gli studenti in quinta superiore dovrà anche lei, alla fine di quest’anno scolastico, sostenere la maturità.
Tra simulazioni, ore di studio e di lezioni a distanza, la rappresentante degli studenti è riuscita a rispondere ad alcune domande.
Camilla, com’è diventata rappresentante d’istituto?
In terza superiore, ormai due anni fa, in classe mi hanno eletta come rappresentante e poi successivamente sono stata riconfermata in quarta, poi all’inizio della quinta superiore, nel consiglio dei rappresentanti, quando insieme si è deciso a chi dare in mano le decisioni sono stata votata.
Quando ha capito di poter mettersi in gioco per gli studenti?
Dato il mio carattere espansivo fin da subito, già in quarta ginnasio ero stata eletta come rappresentante di classe e poi in quinta ginnasio avevo mantenuto il titolo. Poi ho visto però che potevo dare una mano anche a livello scolastico, essendo sempre stata una studentessa delle Stimate sin dalle medie, ho deciso quindi di entrare nel consiglio d’istituto.
E’ un ruolo impegnativo il suo?
Secondo me si. Sicuramente non è dei più importanti, però per gli studenti negli anni abbiamo fatto grandi cose che hanno sempre dato una mano. Per esempio il semplicissimo poter portare l’idea di un autogestione a scuola, che secondo me è stata molto grande. Siamo riusciti un paio di anni fa, quest’anno per problemi di Coronavirus abbiamo dovuto interrompere l’iniziativa. Siamo sempre riusciti però a fare delle belle raccolte fondi e a devolvere in beneficenza delle grandi somme.
Com’è il rapporto con i docenti?
E’ sempre stato molto liscio e facile. Ci hanno sempre appoggiati moltissimo, anche perchè abbiamo sempre proposto delle iniziative in linea con l’idea didattica delle Stimate, quindi non siamo mai andati contro la loro stessa ideologia di insegnamento, è forse per questo che è sempre stato appoggiato il nostro operato.
Come sta affrontando questo periodo di quarantena?
Io sono un caso un pò particolare, perchè essendo in quinta sto preparando la maturità, quindi anche oggi mi trovo in sessione studio, perché abbiamo le simulazioni d’esame che di solito si fanno in classe con i compagni, i docenti, invece noi le stiamo facendo sulla piattaforma di Teams. Devo dire che la scuola si è attrezzata veramente in
maniera molto rapida, siamo stati una delle prime scuole del Veneto a riuscire a mettersi in pari subito con la didattica a distanza, in questo si sono fatti molto vivi i professori.
Io la sto vivendo da maturanda chiusa in casa, forse la mia vita non sarebbe stata così diversa senza Coronavirus, però sicuramente aver perso la gita, il viaggio di maturità sono delle esperienze che pesano.
Avete organizzato qualcosa come rappresentanti d’istituto per gli studenti?
La distanza e il non essere presenti di persona è stato un grande peso come rappresentanti perché chiaramente noi lavoriamo interagendo con i ragazzi.
Ci siamo resi conto che sicuramente un appoggio studentesco mancava e abbiamo creato una pagina instagram molto divertente chiamata “stimantena”, come richiamo alla quarantena. La verità è che siamo tutti estremamente impegnati, l’ammontare dei compiti è cresciuto secondo me esponenzialmente e anche le video lezioni tengono molto impegnato il ragazzo, soprattutto perchè sono tante ore davanti alla schermo,quindi la pagina non è decollata come avremmo pensato. Siamo stati vicino però a tanti ragazzi nel mentre, con le ricette piuttosto che con esercizi, video, è stato molto divertente. E’ tutt’ora divertente.
A quali attività hanno dovuto rinunciare gli studenti stando a casa?
Prima fra tutte secondo me c’è l’autogestione. Le Stimate sono una scuola che per definizione non crea autogestione, perchè dovrebbe essere una giornata di pausa dalle lezioni, quando secondo l’ideologia stimmatina le lezioni non sono un peso bensì un piacere. Riuscire a portare l’idea di un autogestione all’interno dell’istituto era stata una guerra ma comunque appoggiata. Noi abbiamo dovuto sospenderla, l’avremmo fatta dopo le vacanze di Pasqua, quindi l’abbiamo persa. Abbiamo poi perso i due balli di istituto, perché il primo era a inizio marzo e il secondo sarebbe stato più o meno in questi weekend.
Come pensa che si potrà risolvere questa situazione, si potrà tornare alla normalità?
Purtroppo su questo non sono estremamente positiva, perché penso che tornare alla normalità sarà un processo molto lungo. Io stessa mi vedo bloccata, non so neppure se riuscirò a cominciare l’anno prossimo l’università, da settembre o da gennaio in sede.
Sono sicura però si troverà un modo per non creare il forte assembramento che è normale negli istituti. Secondo me riprendere la scuola normalmente da settembre è quasi impossibile, però non si sa mai. E’ difficile dare una previsione
Cosa ci insegnerà questa esperienza?
Io personalmente posso dire che il valore della famiglia è stato riconquistato. Eravamo secondo me abituati a vivere vite parallele alle nostre stesse famiglie, senza essere interni a quello che succedeva in casa, almeno io vivevo molto questa sensazione. Mi sono trovata di nuovo al 100% in contatto con mio papà, mia mamma, mia sorella, cosa che appunto era distante dalla mia quotidianità. Sicuramente questa esperienza ci insegnerà che si può sopravvivere con meno, senza uscire il venerdì e il sabato sera si può benissimo essere contenti e tranquilli a casa.