Parliamo con Patrizia Ceriani, titolare insieme al marito Andrea Verardo di una piccola azienda a Peschiera del Garda di abbigliamento sportivo, produttrice tra i tanti articoli della famosa bandana Ring’o.
Innanzitutto ci parli un po’ della vostra attività
La nostra è una piccola attività a livello familiare che nasce 25 anni fa e viene portata avanti da me, mio marito e alcuni nostri collaboratori. Ci siamo sempre occupati di abbigliamento sportivo producendo per alcuni marchi del settore ciclistico e anche outdoor. Tra la vasta gamma di articoli che trattiamo, nel 2005 abbiamo introdotto anche un interessante accessorio che viene utilizzato sia nel mondo sportivo sia nel tempo libero; E’ una bandana multifunzione che può essere portata in svariate maniere, quindi è un articolo molto versatile e ci sta dando molte soddisfazioni.
Che impatto ha avuto il coronavirus sulla vostra azienda?
Il coronavirus ha avuto un impatto piuttosto allarmante, soprattutto perché già dall’inizio i nostri clienti, sia piccoli che grandi, hanno bloccato pagamenti e ordinativi, per cui hanno generato molto panico, ma questo credo sia successo un po’ per tutte le attività. Dopo un primo momento di stupore e di ansia per quello che stava accadendo, ci siamo prontamente organizzati per mettere in sicurezza i nostri dipendenti. Abbiamo predisposto lo smart working immediato, cercando in questa soluzione la continuità lavorativa e devo dire che è andata bene garantendo il proseguimento del lavoro. Paradossalmente, per noi questo momento di emergenza è diventato anche una grande opportunità lavorativa piuttosto interessante. Mio marito, che ama tantissimo il suo lavoro ed è sempre pronto a pensare nuovi progetti e nuove sperimentazioni, ha avuto una fortunata intuizione. Ha ideato un nuovo prodotto utilizzando come base di partenza la nostra bandana.
Ci racconti di questa nuova bandana
Come dicevo, durante il lockdown visto il clima d’emergenza che si era creato, mio marito Andrea ha pensato di dare al nostro articolo un valore aggiuntivo. Ha deciso di trattare la stoffa con la quale viene prodotta la bandana con un particolare trattamento per renderla impermeabile, quindi è stata resa adatta all’utilizzo protettivo di mascherina contro il virus. Tante aziende hanno prodotto mascherina durante questo lockdown, però volevamo qualcosa che fosse un pochino più simile ad una mascherina chirurgica. Inoltre, i test che abbiamo fatto su questa stoffa trattata ci hanno veramente stupito in senso positivo, siamo rimasti sorpresi dall’efficacia della nostra bandana in termini di protezione. In questo caso la nostra bandana classica deve essere utilizzata con 2 morbidi elastici in seamless che abbiamo ideato perché possa essere indossata propriamente come una mascherina con diversi strati protettivi. Al termine di questo utilizzo specifico la si può puoi continuare ad utilizzare negli svariati modi per cui è conosciuta, sia nello sport che nel tempo libero.
Come ultima domanda le volevo chiedere come vi siete comportati durante la quarantena con i vostri dipendenti
Abbiamo preso la decisione di evitare la cassa integrazione e continuare il più possibile con lo smart working, il quale ci ha dato buoni risultati; Siamo stati tutti contenti, anche se è stato uno sforzo economico non indifferente. Secondo me, era nostro dovere morale infondere un po’ di ottimismo nei nostri dipendenti che sono tutti ragazzi giovani, posso dire che in questo momento hanno potuto imparare che anche le situazioni più inattese e difficili come quella che è stata ed è ancora un po’ quella del coronavirus, possono offrire delle possibilità di sviluppo, solo se queste vengono affrontate con uno spirito propositivo. Questa per me è un po’ una metafora di vita che tengo sempre a sottolineare, cioè che anche dalle cose più negative, se lo spirito è propositivo ed è positivo possono nascere cose favorevoli.