La nostra bellissima Pompei non finisce mai di stupirci, e per gli amanti dell’archeologia, gli scavi che sono continuati all’interno del sito, nonostante l’emergenza Covid, hanno fruttato una scoperta indicibile e davvero eccezionale come sottolinea il direttore Massimo Osanna, il quale è da settembre 2020 alla guida della direzione dei musei pubblici.
«Per la prima volta dopo più di 150 anni è stato possibile realizzare calchi perfettamente riusciti e precisi delle vittime e delle cose che avevano con sé nell’attimo in cui sono stati investiti e uccisi dai vapori bollenti dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C».
Probabilmente i prossimi scavi potranno rivelarci con più sicurezza dove questi due uomini fossero diretti e forse chiarire quale fosse il loro ruolo nella residenza in cui sono stati ritrovati, ossia nella località di Civita Giuliana (a 700 m a nord ovest di Pompei) nonché nella lussureggiante tenuta di epoca augustea, in cui nel 2017 emersero i resti di tre cavalli bardati d’oro e i resti dell’abitazione con una grande terrazza panoramica sul il Golfo di Napoli e Capri.
Si presume che i due resti umani siano uno un ricco pompeiano insieme al suo schiavo, ma questo deve essere ancora accertato.
La prima vittima potrebbe essere un ragazzo tra i 18 e i 23 anni, alto circa 1,56 cm con capo reclinato, denti e ossa del cranio parzialmente visibili, inoltre, indossa una tunica con pieghe di tessuto probabilmente fatto di fibre di lana. Il braccio sinistro è leggermente piegato con la mano appoggiata sull’addome, mentre il destro poggia sul petto. Le gambe sono scoperte dalla veste e a ridosso del volto vi sono frammenti di intonaco bianco.
Ciò che ci fa pensare che una delle due vittime sia uno schiavo sono le notevoli serie di lesioni vertebrali, inusuali per un giovane se non appunto dovute a lavori pesanti.
Il secondo uomo, invece, si trova in una posizione completamente diversa, il volto è rivolto al suolo e ne viene delineato con precisione il mento, le labbra e il naso, mentre si conservano parzialmente gli occhi e le ossa del cranio. Le braccia sono piegate con le mani sul petto, mentre le gambe sono divaricate e con le ginocchia piegate. L’abbigliamento è particolare e ricercato rispetto al precedente, infatti, si notano impronte di tessuto riconducibili a un mantello in lana, che veniva fermato sulla spalla sinistra. E la robustezza del corpo ci suggerisce che si tratta di un uomo, però più anziano con un’età compresa tra i 30 e i 40 anni e alto circa 1,62 metri.
Nel frattempo, anche il ministro della cultura “Dario Franceschini” parla e si rende conto che si tratta di una scoperta «stupefacente e importante per l’intero patrimonio culturale».