Era storpio, gobbo, zoppo. Con la sua testa puntuta, coperta di capelli radi, Tersite era veramente lo scandalo dell’Iliade. Come si poteva essere così brutti in un mondo in cui tutti erano belli? Oltretutto Tersite era anche insolente, se la prendeva con i re per far divertire i soldati. Ma come osava costui spettegolare, deridere, insultare, in un mondo in cui tutte le parole erano nobili? Per questo Achille e Agamennone lo odiavano.
Solo che, quando questo parlò in assemblea, davanti agli Achei, accadde qualcosa che nessuno, forse neppure Omero, avrebbe potuto prevedere. «Atride Agamennone» gridò infatti Tersite indirizzandosi al capo dei Greci «che cosa cerchi ancora? Hai le tende piene di bronzo, e delle donne più belle. E’ a te che noi Achei le consegniamo per primo, quando conquistiamo una città». Poi si rivolse agli altri Greci, e li apostrofò in questo modo: «Smidollati, svergognati, siete delle Achee, non degli Achei! Almeno torniamocene a casa con le navi, e questo qui lasciamolo a Troia a digerire il bottino… Lui che ha offeso persino Achille, un uomo molto migliore di lui. Gli ha preso la donna, e se la tiene!». A questo punto Ulisse perse la pazienza e lo colpì sulla schiena con lo scettro, usando tutta la forza di cui poteva disporre. Tersite si piegò sotto il colpo, e pianse.

Che cosa era avvenuto? Non si trattava solo del violento discorso di Tersite, e della ancor più violenta reazione di Ulisse. Il fatto è che questo «oratore scriteriato», come lo aveva definito lo stesso Ulisse, aveva osato dire nientemeno che la verità. Aveva rivolto ad Agamennone le stesse accuse che gli aveva rivolto Achille, ma senza che nessuno si sognasse di contraddire il Pelide.
IL TERSITISMO
Molti secoli dopo, il retore Libanio metterà perfettamente a fuoco la questione: «Non vi pare grave il fatto che il medesimo discorso, quando lo pronunzia Achille, non è considerato insensato, mentre lo è quando lo pronunzia Tersite?». Era ufficialmente nato il «tersitismo»: quel complicato incrocio di circostanze che vede gli umili ribellarsi ai potenti, i brutti aggredire i belli, pronunziando parole oltraggiose, ma dicendo la verità. Tersite non affascina, certo, e nel confronto con il bellissimo Achille, o con il paziente Odisseo, egli è destinato per forza a soccombere. Ma le sue parole odiose, la sua testa appuntita, la sua gobba livida sotto la percossa dello scettro regale, vanno dritte alla coscienza.
È molto probabile che se Tersite vivesse oggi – con il piercing dell’ anarchico fantasista o con il gesto ostinato del suonatore di bongo – urlerebbe nelle piazze dei no-global. E questo ce lo conferma anche la rete. Porta infatti il nome di Thersites la «home page» di una persona che si definisce così: «Un’ impiegata eco-femminista, anarco-socialista, anti-realista, teologico-umanista ed esistenzialista sartriana».
Dalla Repubblica, Tersite il brutto la storia lo rivaluta

TERSITE OLTRE LE APPARENZE
Nell’episodio che vede coinvolto Tersite in un acceso dibattito contro Agamennone, ciò che emerge maggiormente di questa figura sono gli innumerevoli aspetti negativi del suo aspetto e del suo carattere. L’autore vuole presumibilmente mettere in risalto la figura negativa dell’Acheo, vuole chiaramente farlo trasparire come l’antieroe della vicenda; Tersite interna infatti tutte quelle caratteristiche che vanno in netta contrapposizione con i classici valori dell’eroe come possono essere Ettore, Achille o Odisseo.
Tersite viene innanzi tutto pregiudicato per il suo aspetto fisico: le spalle curve, la testa appuntita e con pochi capelli, la camminata da zoppo…; e, in questo modo, la prima impressione che gli altri hanno di lui non è di certo di disponibilità all’ascolto. È già stato stabilito che ciò che lui dirà sarà ritenuto sbagliato.
Questo tipo di predisposizione nei confronti degli altri non si allontana molto dalla superficialità dei giorni nostri; colui che ci appare diverso, che ha un’idea differente dalla nostra viene rifiutato, escluso da tutti. Questo atteggiamento è secondo me dovuto al fatto che ciò che è nuovo ci spaventa terribilmente. Siamo una società troppo impostata su degli schemi fissi, poco disposti ad aprirci ad una mentalità nuova e diversa dalla nostra. È il meccanismo di difesa che una società adotta per restare unita contro un nemico comune.
Tale criterio è molto accentuato dalla superficialità, dal fidarsi ciecamente delle apparenze e dal non soffermarsi sulle cose davvero importanti; così, proprio come nel caso di Tersite, a chi non è all’altezza delle aspettative imposte dalla società, viene negato il diritto di esprimere la propria opinione, in quanto diversa. Infondo, l’unica colpa di questo personaggio è stata quella di aver detto la verità, di avere avuto il coraggio di prendere posizione correndo il rischio di mettersi contro i più potenti.
Riflettiamo: se Tersite avesse avuto un aspetto diverso, come avrebbero reagito gli altri? Alla fine, Tersite, elevato dal contesto dell’Iliade, non è da considerarsi una persona così spregevole, ma anzi piena di coraggio e di fiducia in se stesso.
Bene il commento, mi piace. Bene anche il sonno,ed il sogno,suppongo, anche se ho perso molto tempo per ciò. Viaggiare è 8nteressante, basta non fare il “turista”. Auguri.