Il 18 Gennaio 2021 Dario Franceschini, Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, ha annunciato che l’isola di Procida sarà la nuova Capitale italiana della Cultura 2022:«Viva Procida che ci accompagnerà nell’anno della ripartenza. Oggi è un segnale per guardare al futuro» afferma il ministro.
La decisione è stata presa durante una cerimonia di proclamazione, tenutasi online, da una giuria presieduta da Stefano Baia Curioni, professore all’Università Bocconi di Milano e direttore della Fondazione Palazzo Te di Mantova.
Le altre nove città finaliste erano Ancona, Bari, Cerveteri, L’Aquila, Pieve di Soligo, Taranto, Trapani, Verbania e Volterra.

«È un anno complicato per tutti – spiega il ministro Franceschini all’inizio della cerimonia – stiamo cercando di sostenere in ogni modo le attività culturali e turistiche e la designazione oggi della Capitale italiana della Cultura per il 2022 è un segnale per un futuro, la ripresa».
Il titolo di Capitale italiana della Cultura, nato nel 2014, ha come obiettivo quello di attirare il turismo nella città vincitrice, tramite eventi e manifestazioni programmati durante tutto l’anno e, per la prima volta dalla sua nascita, a vincere è stato un borgo e non un capoluogo di provincia.
Attualmente Procida rappresenta la quinta città ad aver vinto questo titolo, preceduta da Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena nel 2015, Mantova nel 2016, Pistoia nel 2017, Palermo nel 2018 , Matera nel 2019 come Capitale europea della Cultura e, infine, Parma nel 2020-2021.
“La cultura non isola” è il nome del dossier con il quale l’isola campana ha presentato la sua candidatura: «La terra isolana è luogo di esplorazione, sperimentazione e conoscenza, è modello delle culture e metafora dell’uomo contemporaneo. Potenza di immaginario e concretezza di visione ci mostrano Procida come capitale esemplare di dinamiche relazionali, di pratiche di inclusione, nonché di cura dei beni culturali e naturali».
Perché Procida è stata scelta per ricoprire questo titolo
All’inizio della cerimonia, Franceschini e Baia Curioni hanno sottolineato che per premiare la Capitale italiana della Cultura si valuta soprattutto la capacità di progetto delle realtà candidate, non la bellezza o la storia del luogo.
Dopo aver osservato attentamente i dossier delle dieci città finaliste, la giuria ha proclamato come vincitrice l’isola campana di Procida: «Il contesto dei sostegni locali e regionali pubblici e privati è ben strutturato. La dimensione patrimoniale e paesaggistica del luogo è straordinaria. La dimensione laboratoriale che comprende aspetti sociali di diffusione tecnologica è importante per tutte le isole tirreniche, ma è rilevante per tutte le realtà delle piccole isole mediterranee. Il progetto potrebbe determinare, grazie alla combinazione di questi fattori, un’autentica discontinuità nel territorio e rappresentare un modello per i processi sostenibili di sviluppo a base culturale delle realtà isolane e costiere del Paese. Il progetto è inoltre capace di trasmettere un messaggio poetico, una visione della cultura che dalla piccola realtà dell’isola si estende come un augurio per tutti noi, al Paese nei mesi che ci attendono».

L’isola di Procida
Procida, situata nel golfo di Napoli, è un’isola di origine vulcanica: per il modo in cui si è formata e per la sua morfologia, si avvicina molto alla zona dei Campi Flegrei, di cui fa geologicamente parte.
Molto curiosa è l’origine del suo nome, legata al mondo greco e latino: secondo una prima teoria, deriva da “Prima Cyme”, ovvero “prossima a Cuma”, e si riferisce alla migrazione dei coloni greci dall’isola di Ischia a Cuma. Una seconda ipotesi fa derivare questo nome dal greco πρόκειται (prokeitai), “giace”, per indicare come appare l’isola vista dal mare. Infine, il nome Procida deriverebbe dal verbo latino profundo: infatti, l’isola sarebbe stata profusa, ossia sollevata, dal fondo del mare o dalle profondità della Terra.
L’isola di Procida appare nel mondo letterario, dove fu già descritta, in epoca classica, da numerosi autori, tra cui Giovenale, Stazio e Virgilio.
Nella letteratura volgare, Procida diviene la scena della sesta novella della quinta giornata del Decameron di Giovanni Boccaccio: in essa si narra l’amore di Gian da Procida, nipote di Giovanni da Procida, per la giovane Restituta.
In epoca moderna, l’isola viene nominata nel romanzo Graziella, scritto da Alphonse de Lamartine, e ne L’isola di Arturo, del 1957, della scrittrice Elsa Morante, vincitore del prestigioso Premio Strega.
Nonostante l’isola di Procida non goda della stessa fama delle rispettive isole campane di Ischia e Capri, i suoi panorami e la sua architettura tipica mediterranea hanno fatto sì che venisse scelta come set cinematografico per diversi film: tra questi ci sono “Il postino”, con Philippe Noiret e Massimo Troisi, e “Il talento di Mr. Ripley”, con Matt Damon, Sophia Loren e Giancarlo Giannini. Inoltre, Il Castello D’Avalos fornisce l’ambientazione per il carcere del film drammatico “Detenuto in attesa di giudizio”, con Alberto Sordi.
