Il programma di Biden per i prossimi quattro anni

Joe Biden è il nuovo presidente degli Stati Uniti: ecco il programma che caratterizzerà il suo mandato e che avrà delle ripercussioni su tutto il mondo, Italia compresa.

Joe-Biden
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Joe Biden è ufficialmente il 46° presidente degli Stati Uniti d’America. La cerimonia trionfale a cui abbiamo assistito, un vero e proprio spettacolo con l’esibizione di Lady Gaga e Jennifer Lopez, è stato il manifesto del cambiamento tanto acclamato dalla stessa amministrazione, che si propone di rivoluzionare le politiche del suo predecessore, Donald Trump, arrivando, secondo alcuni, anche a traviare radicalmente la profonda natura tradizionale dello stato patrono della libertà. Il cambio di rotta, a detta di Biden, vuole essere totale, con un programma che si estende dalla lotta ai cambiamenti climatici fino al contrasto alla pandemia, divenuto il cavallo di battaglia durante il testa a testa della campagna elettorale. Esaminiamo insieme, dunque, il programma del nuovo inquilino della Casa Bianca.

Tassazione ed economia

Una confezione di Parmesan Cheese

La principale differenza con il tycoon la ritroviamo nell’approccio al commercio internazionale. In questo ambito Biden ha l’intenzione di favorire trattati sul libero scambio, ponendo un freno al protezionismo che aveva caratterizzato gli anni di Donald Trump e che aveva penalizzato anche l’Italia; pensiamo ad esempio al caso dei Parmesan Cheese. Questo prodotto americano, avvantaggiato dai dazi doganali, aveva sbaragliato la concorrenza dei formaggi italiani, uno fra tutti il Parmigiano Reggiano.  

Sempre in contrasto con Trump, la nuova amministrazione vuole alzare la tassazione per i redditi superiori ai 400 000 dollari, portando l’aliquota dal 21 al 28%. Nonostante sia un provvedimento che andrebbe a colpire le categorie più abbienti, questa proposta aveva creato dei malumori anche tra i sostenitori dello stesso Biden. Si tratterebbe, infatti, di una scelta senza precedenti nella storia recente americana e non caso Trump, in campagna elettorale, aveva fatto leva su questo punto per cercare di screditare l’avversario.

L’ex senatore del Delaware punta ad alzare la paga minima oraria a 15 dollari e continuando sulla strada intrapresa da Donad Trump, ha minacciato delle pesanti penali per tutti quelle aziende che decideranno di delocalizzare i propri stabilimenti, favorendo in questo modo l’occupazione degli operai americani.

Sanità

«Oggi cancelliamo i danni fatti da Trump». Così Joe Biden subito dopo aver firmato due ordini esecutivi che invertono la prospettiva sull’Obamacare, indebolito negli ultimi anni da una serie di decreti dei repubblicani.  L’intenzione del nuovo presidente è quella di allargare la platea dei beneficiari, rendendola ancora più vasta rispetto agli anni dell’amministrazione Obama. Non si tratterebbe, però, di una riforma “Medicare for all”, cioè non renderebbe il governo il principale fornitore di assicurazioni sanitarie. Nulla a che fare, quindi, con le coperture sanitarie europee, inconcepibili nella visione calvinista della mentalità americana, nella quale il benessere è conseguenza del lavoro.

Riguardo la pandemia, ha imposto l’utilizzo della mascherina e ha dichiarato che vaccini e tamponi saranno gratuiti per tutta la popolazione.

Ambiente

Prende il nome di “New Green Deal” e sono una serie di ordini esecutivi con lo scopo di ridurre le emissioni di petrolio, gas e carbone e raddoppiare la produzione di energia tramite fonti sostenibili. Gli Stati Uniti rientreranno negli accordi di Parigi, con l’intenzione di aumentare la spesa a 1,7 trilioni di dollari per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Dopo aver ascoltato il parere di un’unità operativa che darà dei consigli sul tema, Joe Biden decreterà lo stop alle nuove trivellazioni di gas e petrolio, stop ai sussidi per l’industria petrolifera, regole più rigide per ridurre l’inquinamento atmosferico e la sostituzione dei mezzi federali con veicoli elettrici.

Diritti civili e giustizia

Sul piano della giustizia Biden vorrebbe eliminare le carceri private, la pena di morte, ormai applicata in pochissimi dei 50 stati e la libertà su cauzione, che, secondo la sua amministrazione, andrebbe a favorire i ricchi, evidenziando delle disparità sociali.

l’arcivescovo Joseph F. Naumann

Fin dall’inizio schierato con la sfera moderata del movimento “Black Lives Matter”, è comunque contrario a tagliare i fondi alla polizia, volendo puntare maggiormente a una riforma che vada a ridefinire l’organizzazione delle Forze dell’Ordine, a rivedere i loro metodi di intervento e che garantisca una maggiore trasparenza sulle loro azioni.

Significativa la sua posizione sull’aborto, sostenuto, nonostante la sua fede cattolica, come una libera scelta garantita dalla legge. In ambito internazionale, inoltre, il presidente potrebbe chiedere di abolire l’emendamento Helms, che dal 1973 richiede che l’assistenza degli Stati Uniti non possa essere utilizzata da organizzazioni straniere per fornire aborti. Questa decisione ha subito scatenato le reazioni di molti vescovi americani: «È grave che uno dei primi atti ufficiali del presidente Biden promuova attivamente la distruzione di vite umane nelle nazioni in via di sviluppo. Quest’ordine esecutivo è antitetico alla ragione, viola la dignità umana ed è incompatibile con l’insegnamento cattolico. Noi e i nostri fratelli vescovi ci opponiamo fermamente a questa azione». Così l’arcivescovo Joseph F. Naumann di Kansas City, presidente del Comitato per le attività pro-vita della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti, e il vescovo David J. Malloy di Rockford, presidente del Comitato per la giustizia e la pace internazionale.

Politica Estera

Gli Stati Uniti probabilmente usciranno dalla bolla dell’isolazionismo a cui ci aveva abituati Donald Trump, ma sarà ancora da capire se rivedremo in modo completo quell’America interventista che ha dominato il panorama internazionale dalla fine del secondo conflitto mondiale.

Il presidente Xi Jinping

Sembrano scongelarsi le tensioni con Iran e Cuba, mentre per quanto riguarda la Cina, la questione sarà più complessa. Attraverso il teatrale intervento di Xi Jinping di qualche giorno fa, che secondo una descrizione dei giornali cinesi “ha illuminato il turbolento viaggio economico mondiale” e “trascende il tempo e lo spazio”, il presidente cinese sembra aver quasi minacciato l’amministrazione americana, parlando addirittura di un ritorno alla guerra fredda. Joe Biden, nonostante non abbia lo stesso carisma di Trump, che probabilmente avrebbe risposto a tono, vuole continuare sulla linea del predecessore, cercando di limitare il più possibile l’egemonia della Repubblica Popolare Cinese. 

Affine al The Donald, infine, l’intenzione di ritirare le truppe dall’Afghanistan, ponendo fine ad una missione che dura da vent’anni.  Questa decisione avrà delle conseguenze anche sull’Italia, che senza l’alleato storico, dovrà dimostrare di saper onorare la grande responsabilità, condivisa con gli altri stati della Nato, nella gestione della complicate dinamiche proprie dell’Afghanistan. 

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