Ricordiamo la famosa frase “never give up” che è assolutamente esplicativa di questo concetto, ossia quello di non mollare mai anche se ci si ritrova in situazioni problematiche e difficili. La vita, si sa, ci pone continuamente davanti ad ostacoli da superare e uno di questi può essere proprio la disabilità che potrebbe sembrare “un impedimento” nel mondo dello sport e non solo. Ma Così non è.
Per affrontare le situazioni difficili è necessario focalizzare un obiettivo che si vuole raggiungere e seguirlo con tutti i mezzi che si hanno a disposizione. In questo modo, gli ostacoli spariscono.
Diversi tipologie di disabilità
In generale la disabilità a livello motorio può distinguersi in due categorie: congenita e traumatica.
La disabilità congenita, la si riscontra sin dalla nascita con la spasticità, che riguarda la contrazione dei muscoli ipertonici che rendono complicato il movimento, oppure con la distrofia muscolare, ma anche con la spina bifida, ossia una chiusura incompleta di una o più vertebre della colonna vertebrale, ed infine con la poliomielite, che riguarda un malfunzionamento del sistema nervoso dell’individuo.
Per quanto concerne le disabilità traumatiche, possiamo dire che si riscontrano per esempio dopo un incidente, nel quale si potrebbe rischiare di diventare paraplegici (paralisi arti inferiori) tetraplegici (paralisi di tutti e quattro gli arti) emiplegici (paralisi di una sola parte del corpo) può verificarsi una disabilità traumatica anche a livello psichico oppure talvolta si ricorre addirittura all’amputazione di determinati arti o di tutti.
Ci possono essere anche disabilità a livello sensoriale come: mutismo, cecità, sordità e così via, che rendono più difficile la partecipazione ad alcuni sport, ma non impossibile. Anzi.
La storia di Bebe Vio

A proposito di superamento deli ostacoli, Chi non conosce la storia di Bebe Vio? Campionessa paralimpica ed emblema di quello che è il coraggio e la tenacia con la quale ha affrontato la sua malattia (meningite) e con la quale ha saputo rialzarsi, oseremmo dire quasi più forte di prima ed ora si impegna a tramandare un messaggio di positività a tutti i giovani che sono stati messi davanti a delle difficoltà che avevano già riscontrato alla nascita o addirittura nuove ed a cui non erano mai stati abituati a conviverci.
Bebe Vio non ha avuto una vita facile, tuttavia ha dimostrato di essere una persona forte, dal momento che prima di essere un’atleta paralimpica di scherma è soprattutto una donna, nelle sue fragilità ed insicurezze e che oggi, a 23 anni, ha raggiunto una fermezza morale ed una sicurezza incredibili e senz’altro invidiabili.
Ciò che ci possiamo portare via come insegnamento dalla nostra Bebe Vio è sicuramente quello di non arrendersi mai, nonostante ci siano difficoltà o complicazioni di qualsiasi genere, l’importante è agire e non demoralizzarsi, facendo della propria vita ciò che si è sempre desiderato, ma soprattutto cercare di realizzare i propri sogni, proprio come ha fatto e sta facendo lei.
Basket in carrozzina alle Stimate

Anche al liceo alle Stimate di Verona, gli studenti di alcune classi hanno avuto l’opportunità lo scorso anno di provare una attività sportiva riconosciuta anche a livello paralimpico, cioè il basket in carrozzina, ed è stata certamente un’esperienza unica e anche molto complicata, nonostante dall’esterno sembri “facile”.
La nostra scuola ha ospitato uno degli allenatori dell’associazione “Olympic basket Verona” consentendoci di toccare con mano e vivere in prima persona quello che determinate persone sono costrette a fare ogni giorno.
Ricordo che molti di noi studenti, me compresa, avevano l’istinto naturale di alzarsi e slacciarsi le gambe che ovviamente erano state allacciate per simulare la “paralisi” e ciò che ci ha fatto riflettere molto. Per non parlare della difficoltà di fare canestro, dal basso e per altro anche seduti.
Un’esperienza che ricorderemo a lungo.