Viene da San Rocco di Piegara, in Lessinia, Maria Caprara Martini, la ragazza che ha saputo prendere in mano la sua vita e cambiarla in meglio. Classe 1999, era al quarto anno di liceo artistico quando il papà è venuto a mancare per un infarto.
Maria racconta di come era insoddisfatta della sua vita durante l’adolescenza, la scuola che aveva scelto non si era rivelata quella giusta per lei e questo influenzava molto tutta la quotidianità.
Il motivo primario che l’aveva spinta a scegliere il liceo artistico era la speranza che, un giorno, avrebbe potuto lavorare creando qualcosa tutto da sola.

Aveva pensato di parlarne con i genitori, ma non sapeva come affrontare l’argomento. Poi, un giorno, qualche mese prima della morte del padre, dopo averla vista sofferente per molto tempo, le aveva proposto di mollare la scuola e iniziare a lavorare con lui in falegnameria. Maria era entusiasta e non perse tempo; iniziò la sua formazione da falegname affiancata dalla supervisione del padre che per otto mesi le insegnò i segreti di questa professione antica e bellissima.
All’inizio Maria si limitava a produrre piccoli oggetti e regali, ma dopo lo sfortunato evento decise che sarebbe diventato un impiego a tempo pieno e che avrebbe perseguito la tradizione di famiglia, iniziata sei generazioni prima.
La grande tenacia di Maria le ha permesso di trasformare una necessità, quella di mantenere la famiglia, in un sogno, che giorno per giorno porta avanti coraggiosamente. Al momento Maria lavora su commissione, da sola, mettendo nei suoi progetti tutto il suo impegno e la sua dedizione, per rendere orgoglioso il padre Claudio.
Maria, pensi che tra qualche anno rimpiangerai la decisione di aver abbandonato la scuola prematuramente?
Non penso che mi pentirò della mia scelta, soprattutto se ripenso agli otto mesi infernali che ho passato prima di decidermi definitivamente. Il solo ricordo di quel periodo della mia vita mi suscita un grande dolore che spero di non dover provare più. Sono convinta inoltre, che con il tempo il mio pensiero non cambierà, visto anche ciò che ho realizzato in seguito. Nonostante la sofferenza, sono consapevole che tutto ciò mi abbia dato la spinta e il coraggio giusti per prendere la decisione giusta e ne sono contenta.
Se la necessità di prendere in mano le redini della famiglia non fosse sopraggiunta così presto, pensi che avresti comunque portato avanti la tradizione di famiglia?
Certo che si! Già prima della morte del papà avevo intenzione di proseguire con la tradizione di famiglia e il fatto che io abbia iniziato così presto è stata solo un’anticipazione di quello che avrei fatto in futuro. La perdita in fin dei conti mi ha dato la grinta per buttarmi, anche senza sapere come sarebbe andata.
Vista la tua giovane età, come ti immagini tra dieci anni?
Allora… è una domanda difficile! Per il momento non voglio farmi troppe illusioni o aspettative, sono sempre stata una persona con la testa sulle spalle. È ovvio che abbia dei sogni e delle speranze sul futuro più prossimo, mentirei se dicessi il contrario, e tra queste c’è il progetto di allargare l’azienda, assumere dei dipendenti che mi aiutino con i lavori più pesanti. Vorrei riuscire ad includere mia sorella Francesca nel progetto, affidandole la contabilità e, chissà, magari riuscire a produrre materiali di mia progettazione invece che solo su ordinazione.
Sei cresciuta in un contesto piccolo come quello di Roverè, ritieni che questo fattore sia limitante per la tua crescita personale? Altrimenti, quali sono gli eventuali vantaggi?
Come tutte le cose, vivere a Roverè ha pro e contro. Tra i vantaggi maggiori ci sono sicuramente lo stretto rapporto con i clienti, che se soddisfatti passano la parola a parenti e amici; un altro grande vantaggio che abbiamo noi artigiani dei piccoli paesi è il fatto di conservare le usanze e la materia prima della tradizione, senza modernizzarci, allontanandoci dalle radici antiche di questa professione. I pezzi che abbiamo sono unici nel suo genere e di una qualità incredibile. Alcuni svantaggi sono invece la lontananza con colleghi e fornitori (che si concentrano nelle zone di Legnago e Bovolone) e le poche richieste dovute alla scarsa conoscenza dell’azienda.
Ringraziamo tantissimo Maria, le auguriamo un grande in bocca al lupo e ricordiamo a tutti di non smettere mai di credere nei propri sogni.