In questi ultimi giorni, migliaia sono state le meduse a raggiungere il golfo della città, regalando uno spettacolo tanto particolare e affascinante quanto pauroso per alcuni. Questo fenomeno è chiamato “bloom” ed è sempre più comune nel nostro mare, nel quale per l’appunto il numero di meduse sta continuando ad aumentare notevolmente con il passare degli anni.

Molti esperti hanno dedotto diverse possibili ipotesi che spieghino questo fenomeno: la prima è che, attraverso la spinta di correnti marine e venti, siano arrivate fino a quel punto; la seconda spiega invece che la vicinanza alla superficie è dovuta al fatto che, essendo primavera, l’acqua sta cominciando a scaldarsi grazie alle temperature più elevate rispetto all’inverno ed essendoci più luce è anche presente più plancton, di cui si cibano; la terza, infine, collega il fenomeno alla pesca intensiva perché, riducendo il numero di pesci nel mare, le meduse hanno degli “avversari” in meno nella ricerca di cibo e di conseguenza riescono a riprodursi di più. Tutte queste, però, per quanto possano essere plausibili sono solo teorie, che saranno sicuramente verificate in modo da individuarne la veridicità.

Due sono state le specie di meduse che hanno caratterizzato in questa ultima settimana le coste di Trieste: la Rhizostoma Pulmo e l’Aurelia Aurita. La prima, anche chiamata Polmone di mare, è la più grande medusa che abita nel Mar Mediterraneo. È però possibile trovarla anche nell’Oceano Atlantico e nel Mar Nero.
Il nome di Polmone di mare è dovuto al tipico movimento palpitante compiuto dalla medusa per muoversi. Le dimensioni raggiungono i 50–60 cm di diametro e i 10 kg di peso, anche se nel 2019 è stato documentato un esemplare grande quanto una persona nei mari della Cornovaglia, regione dell’Inghilterra.

Le seconde, invece, sono tra le più note e diffuse al mondo e infatti si possono trovare in praticamente tutti i mari dell’emisfero boreale, dalle latitudini polari fino ai tropici. Sono più comunemente conosciute come Meduse quadrifoglio e devono questo nome a quattro organi circolari, le gonadi, presenti sulla parte superiore del loro ombrello perfettamente sferico, che formano per l’appunto una struttura a forma di quadrifoglio.
Entrambe le specie di meduse non portano rischi mortali per l’uomo, anche se comunque un contatto con i tentacoli risulterà sicuramente urticante.

Questo speciale fenomeno ha subito attirato la curiosità di centinaia di persone che non hanno perso l’occasione per scattare qualche foto e girare qualche video per poi pubblicarli sui social.
In seguito a questo evento naturale, l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) ha lanciato un appello: “Capire il meccanismo che porta all’aumento dei bloom di meduse non è cosa semplice ma sicuramente è importantissimo raccogliere quanti più dati possibile nel corso degli anni. Spesso le osservazioni di meduse non sono state raccolte in database scientifici e così si sono perse nei ricordi di chi le ha osservate. Oggi anche le vostre osservazioni possono diventare dati scientifici: basta scattare una foto con il vostro cellulare e mandarcela in avvistAPP. Si tratta di una app gratuita che permette di raccogliere segnalazioni di meduse, tartarughe e delfini. Tutte le vostre segnalazioni saranno validate da ricercatori OGS e verranno raccolte per essere utilizzate in futuri studi su queste specie”.
Con questo messaggio possiamo capire dunque che anche una semplice nostra foto può fare la differenza, per aiutare a comprendere a pieno le dinamiche di questi fenomeni.
Fonte immagine in evidenza: UdineseTv