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Lettura dell’articolo da parte di Camilla Fezzi

I sempre più frequenti e drastici cambiamenti climatici stanno sollecitando iniziative in tutta Europa: città e regioni si stanno già adattando, grazie all’adozione di soluzioni più sostenibili e basate sulla natura, intese a ridurre l’impatto delle inondazioni, e di usi dell’acqua più intelligenti e sostenibili, al fine di permettere la convivenza con la siccità.

Costa brasiliana a San Paolo

Cosa sta accadendo in Europa?

Banco di pesci

L’Europa è colpita dai cambiamenti climatici e gli impatti non sono avvertiti solo sul suolo. Anche i suoi corpi idrici – laghi, fiumi, oceani e mari del continente – ne sono interessati. Poiché la superficie della Terra è ricoperta più da acqua che da suolo, non sorprende che il riscaldamento degli oceani abbia rappresentato il 93 % circa del riscaldamento del pianeta sin dagli anni ‘50.

Sviluppo dell’inquinamento in una centrale nucleare

Questo riscaldamento si verifica a causa dell’aumento delle emissioni di gas a effetto serra, soprattutto di anidride carbonica, che a sua volta ha intrappolato sempre più energia solare nell’atmosfera. La maggior parte di questo calore intrappolato viene infine immagazzinato negli oceani, incidendo sulla temperatura dell’acqua e sulla sua circolazione.

Le temperature superficiali dei mari al largo delle coste europee stanno aumentando più velocemente di quelle negli oceani del globo terrestre. Le temperature dell’acqua costituiscono uno dei più forti regolatori della vita marina e gli aumenti di temperatura stanno già provocando grandi cambiamenti sott’acqua, tra cui significative modifiche nella distribuzione delle specie marine.

Tartaruga immersa nella plastica

Ad esempio, il merluzzo, lo sgombro e l’aringa nel Mare del Nord migrano dalle loro zone storiche verso il nord, in acque più fredde, seguendo la loro fonte di cibo: i copepodi. Questi cambiamenti, compresa la migrazione degli stock ittici commerciali, possono chiaramente avere un impatto sui settori economici e sulle comunità che dipendono dalla pesca e da tale tipo di esportazione

 Altri cambiamenti in arrivo

Veduta dall’alto di costiere

I cambiamenti climatici stanno influenzando anche altri aspetti legati all’acqua marina. Recenti notiziari che segnalano un drammatico e diffuso sbiancamento della barriera corallina, causato principalmente dalle temperature più calde nell’Oceano Pacifico e nell’Oceano Indiano, hanno attirato l’attenzione sugli effetti che le “ondate di calore oceaniche” hanno sugli ecosistemi marini locali. Anche un piccolo cambiamento di un qualsiasi aspetto cruciale, come la temperatura dell’acqua e i livelli di salinità o di ossigeno, può avere effetti negativi su questi sensibili ecosistemi.

Molte proiezioni climatiche suggeriscono che precipitazioni più elevate nella regione del Mar Baltico potrebbero portare a una diminuzione della salinità in alcune sue zone in alcune zone di esso, incidendo sull’ubicazione dell’habitat di diverse specie.

Immagine che descrive la situazione dell’attuale barriera corallina, rispetto a cosa, un tempo, era e stiamo distruggendo.

Un aumento della temperatura dell’acqua dovuto ai cambiamenti climatici nel Mar Baltico sta inoltre contribuendo a un’ulteriore espansione delle “zone morte” impoverite di ossigeno, che sono inabitabili per la vita marina. Si prevede che il Mar Mediterraneo andrà incontro a un aumento della temperatura e anche della salinità, innescato da una maggiore evaporazione e da minori precipitazioni.

Si stima che gli oceani, ossia il più grande pozzo di assorbimento del carbonio sul nostro pianeta, abbiano assorbito circa il 40 % di tutta l’anidride carbonica emessa dagli esseri umani a partire dalla rivoluzione industriale. È probabile che un’eventuale riduzione della capacità degli oceani di catturare l’anidride carbonica ne aumenti la concentrazione complessiva nell’atmosfera e quindi concorra ulteriormente al cambiamento climatico.

Le riduzioni osservate dei livelli di pH dell’acqua, soprattutto in Europa, sono quasi identiche in tutti gli oceani del mondo e nei mari europei. Quelle nei mari europei più settentrionali, il Mare di Norvegia e il Mare della Groenlandia, sono in realtà più importanti della media globale.

La bellezza…al naturale!
Veduta dall’alto del mare, a rappresentare cosa possiamo preservare e ciò che sicuramente abbiamo.

Aumento di inondazioni, siccità e altri fenomeni meteorologici estremi

Molta attenzione è stata data a quello che sembra essere un aumento dei fenomeni meteorologici estremi in tutta Europa. Dal “vortice circumpolare” o “bestia dall’Est” dell’inverno 2017-2018, che ha portato venti artici insolitamente freddi in molte parti d’Europa, fino all’estate del 2017 con l’ondata di caldo definita Lucifero, gli europei possono aspettarsi altre insolite temperature estreme in futuro.

Meduse che rappresentano ancora la parte colorata del fondale marino.

I cambiamenti climatici hanno anche aumentato la temperatura media dell’acqua di fiumi e laghi, accorciando la durata delle stagioni di copertura del ghiaccio. Questi cambiamenti, insieme all’aumento dei flussi fluviali in inverno e alla riduzione in estate, hanno impatti importanti sulla qualità dell’acqua e sugli ecosistemi di acqua dolce. Alcune delle modifiche innescate dai cambiamenti climatici aggravano le altre pressioni sugli habitat acquatici, incluso l’inquinamento. Ad esempio, un flusso fluviale ridotto a causa della diminuzione delle precipitazioni comporta una maggiore concentrazione di inquinanti, in quanto vi è meno acqua per diluirli.

Visione dello scioglimento dei ghiacciai

Pianificazione e adattamento

Mitigare i cambiamenti climatici, ossia ridurre le emissioni di gas a effetto serra, costituisce un obiettivo centrale delle politiche dell’UE in tale ambito. Tuttavia, le esperienze e le previsioni relative all’aumento di inondazioni e siccità, innalzamento del livello dei mari e altri fenomeni meteorologici estremi stanno spingendo sempre più gli organismi pubblici in tutta l’UE ad agire per adattarsi alle nuove realtà climatiche. Usare e sprecare meno acqua è un elemento fondamentale di queste strategie di adattamento. I paesi europei hanno predisposto strategie e piani di adattamento e condotto valutazioni della vulnerabilità e dei rischi che li aiuteranno ad affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici.

Venezia

Prendiamo come esempio l’emblematica città di Venezia, vicina a noi, conosciuta non solo per il suo patrimonio culturale, ma anche per i regolari eventi di piena. Si prevede che l’innalzamento dei livelli del mare legato ai cambiamenti climatici causerà inondazioni ancora più frequenti nella città. Ecco perché Venezia ha intrapreso un ambizioso progetto da molti miliardi di euro per costruire barriere subacquee, che possono essere sollevate in caso di maree estremamente alte. Tuttavia, è improbabile che il progetto impedisca il normale allagamento che colpisce punti bassi come piazza San Marco.

Manta

Anche i Paesi Bassi hanno fatto affidamento per secoli sulla costruzione di dighe e barriere costiere per tenere lontana l’acqua. Tuttavia, dopo essersi rese conto delle carenze delle strutture edificate, le autorità si stanno ora spostando verso un mix di strutture e modalità naturali di contenimento dei rischi di inondazione.

Se avete mai fatto un bagno in mare, magari con maschera e boccaglio per godervi i colori del fondale, avrete notato un dettaglio: più scendete in profondità, più i colori sembrano spegnersi. Gli stessi pesci, o coralli, che visti da fuori dall’acqua sono trionfi cromatici si ingrigiscono se li osservate da sotto la superficie. C’è ovviamente un motivo, legato al modo in cui la luce viaggia attraverso l’acqua, ma ci sono anche delle conseguenze, perché i colori brillanti sono uno dei metodi di comunicazione più usati dalla fauna (e anche dalla flora) sottomarina.

E i pesci?

Tartaruga marina, animale a forte rischio di estinzione

Con il riscaldamento degli oceani, sempre più animali marini stanno spostando il loro habitat più in profondità, in cerca di acque più fresche; un team della Exeter University ha provato ad analizzare quali potrebbero essere le conseguenze di questo slittamento verso il basso, e ha pubblicato i (poco rassicuranti) risultati su Proceeding of royal society.

Negli ultimi cinquant’anni, il trasloco di profondità è diventato sempre più diffuso tra i pesci: uno studio di qualche anno fa dimostrava che tra il 1968 e il 2007 molte specie che vivono al largo delle coste nordorientali degli Stati Uniti hanno spostato verso il basso il loro habitat al ritmo di un metro all’anno, in seguito a un aumento della temperatura di 1 °C. Uno dei dettagli più importanti da tenere a mente è che più ci si sposta in profondità più l’acqua dell’oceano assorbe certe lunghezze d’onda, e l’ambiente circostante si “scolorisce”

Pesce leone, questo è ciò che il mare ci può offrire, non sprechiamolo!

Prima di tutto, il rosso 

In particolare, la prima lunghezza d’onda che sparisce è quella del rosso: è un problema, perché proprio il rosso è uno dei colori più utilizzati in natura per mandare segnali visivi, per esempio per attrarre un partner o tenere alla larga i predatori. La crisi cromatica non colpisce tutta la fauna marina allo stesso modo: stando allo studio, le specie più a rischio sono quelle che vivono in mari chiusi (per esempio il Mediterraneo) e che, a fronte di un aumento della temperatura dell’acqua, non possono cambiare latitudine e spostarsi verso i poli in cerca del fresco, ma sono costrette a scendere in profondità, dove il mondo è meno colorato.

Un video che ci introduce quanto sia importante la barriera corallina.
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Amo il mio nome, dotato di una duplice sfaccettatura: dolce e affettuosa, ma, al contempo, forte e decisa. Mi chiamo Camilla e il mio carattere rispecchia questa duplicità. Amo scrivere e leggere romanzi, anche storici, perché possono farci vivere momenti di vita passata da non dimenticare. Però i libri fantasy e di fantascienza mi hanno aperto le ali della fantasia, portandomi a trovare sublime anche la più minuziosa descrizione. Amo l’aria aperta, vivere ciò che può essere vissuto, percepire il vento sulle guance e i raggi solari che si intrecciano alle ciglia. Mi piace l’attività fisica: da cinque anni pratico tennis, seppur la mia carriera sportiva nasca con la danza classica e la pallacanestro. Suono il pianoforte che, al pari di me, è dotato di note alte e basse, tasti bianchi e neri. Apprezzo tutte le materie nelle loro diversità: da quelle umanistiche centrate sul pensiero, la filosofia e l’animo umano fino a quelle scientifiche che con numeri e formule ci portano alla statistica, al concetto illuminista e alla ragione. Avere 15 anni vuol dire trovarsi nell’inquieta adolescenza, da attraversare e vivere cercando di trovare ogni giorno la sfaccettatura migliore.

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