Quello appena trascorso è stato un anno estremamente difficile, che ha visto la chiusura e la riapertura costante delle scuole, il rispetto costante delle restrizioni anti contagio e il convivere continuo tra speranza e paura.
La stanchezza e l’incessante voglia di finire si fanno sentire, ma manca sempre meno al giorno che andrà a concludere il travagliato anno scolastico anno scolastico 2020/2021. Le prime regioni a chiudere, oltre al nostro Veneto, saranno Marche, Molise ed Emilia Romagna, il prossimo quattro giugno. L’otto giugno termineranno anche Valle D’Aosta, Lombardia, Sicilia e Lazio, mentre tra il nove e il dieci finiranno anche tutte le altre regioni Italiane.
Un anno fa, in questo periodo, dopo tre lunghi mesi di lezioni davanti al computer, ci preparavamo alla fase due: la riapertura. Oggi, a 365 giorni di distanza, possiamo dire che la situazione non sia poi così cambiata, anzi: mentre a marzo 2020 abbiamo trovato tutto condensato in pochi mesi, quest’anno, con i contagi sempre in aumento, le restrizioni più altalenanti hanno portato ad un affaticamento maggiore.
Nonostante la ripartenza in presenza di settembre e ottobre, caratterizzata da un nuovo tipo di normalità tra banchi distanziati e mascherine, a novembre è stato fatto un enorme passo indietro, che ha visto un ritorno della DAD per tutti i liceali.

Dopo un inizio al 75%, si è subito passati ad un Didattica a Distanza al 100% a causa dei numerosissimi contagi registrati giornalmente. Oltre a non poter più andare a scuola, anche bar, ristoranti e negozi hanno dovuto subire un’improvvisa chiusura, portando ad una seconda ondata che si prospettava già da inizio estate.
Anche l’intero periodo natalizio è stato caratterizzato da DAD e restrizioni, posticipando il rientro a scuola, per alcune regioni, al primo febbraio 2021, e non più al 7 gennaio, come originariamente previsto. Nonostante le speranze di studenti e professori per un ritorno al 100% in presenza, purtroppo si è dovuto ricorrere ad una misura alternativa: 50% dei ragazzi in presenza e il restante a casa.
La gestione di queste nuove misure è stata affidata ai presidi delle scuole, che, insieme agli insegnanti, hanno provato a capire quali fossero le misure più efficienti da adottare in una situazione simile. In molti hanno deciso di dividere le classi in due gruppi che, col passare dei giorni, avrebbero alternato DAD e presenza. Altri, invece, hanno preferito mantenere i ragazzi insieme, dividendo l’istituto intero in due parti: in questo modo, ogni giorno, in presenza ci sarebbero state un determinato numero di classi intere, e stessa cosa per quelle a distanza.
A fine marzo, complice la parziale riapertura del mese precedente, è stato ritenuto doveroso un ulteriore stop per le scuole, e questa volta non solo per i licei, ma anche per medie ed elementari.
Con la fine delle vacanze di Pasqua, la situazione è pian piano scesa. Medie ed elementari sono tornate fisse in presenza, mentre gli studenti della scuola secondaria di secondo grado hanno dovuto continuare la DAD ad un minimo del 50%. L’unica eccezione è stata fatta a maggio per i ragazzi di quinta liceo, che sono riusciti a presentarsi a scuola cinque giorni su cinque, dato l’imminente esame di maturità, che anche quest’anno è stato adattato al periodo di pandemia che stiamo vivendo.

Gli orali dell’esame di stato 2021, infatti, inizieranno il 16 giugno alle ore 8:30 e la commissione potrà sentire massimo cinque candidati al giorno (salvo ulteriori disposizioni). Anche quest’anno, poi, non ci saranno le prove scritte ma solamente un orale rinforzato che durerà circa un’ora e che, come lo scorso anno, verrà svolto in presenza. La commissione sarà interna, al colloquio potrà assegnare un massimo di 40 punti mentre i restanti 60 derivano dai crediti scolastici.
«Se continuiamo su questa via e non sgarriamo, il Veneto potrà essere promosso a breve a Zona Bianca. Per quanto riguarda la scuola, confidiamo in una ripartenza il più normale possibile a settembre, senza DAD. Rispetto allo scorso anno sono cambiate molte cose, siamo più preparati e pronti per il futuro» ha affermato Luca Zaia, governatore del Veneto.