Luca Corradi comincia a pensare ad una carriera giornalistica dopo gli studi scientifici al Liceo veronese Galileo Galilei, iniziando a frequentare la facoltà di Scienze della comunicazione all’università di Verona.
Sin dagli ultimi anni delle superiori ha l’idea di unire in un lavoro unico le sue due passioni principali: il calcio e la scrittura.
Così, dopo la laurea in scienze della comunicazione e mentre sta frequentando la specializzazione in giornalismo, nel 2005, Luca inizia la sua prima esperienza nell’ambito del giornalismo sportivo scrivendo per il sito internet Pianeta Calcio, che si occupa del calcio dilettantistico veronese.

Contemporaneamente inizia a fare collegamenti dagli stadi per conto della trasmissione radiofonica della medesima testata, e ricorda con piacere la sua prima esperienza: «La partita era un Settimo – Peschiera, era una giornata di pioggia e il mio primo collegamento telefonico l’ho fatto con l’ombrello in una mano e con il telefono nell’altra».
A questa prima esperienza sul campo, ne sono seguite diverse altre esperienze: «Questo è stato l’inizio, poi col tempo l’esperienza in radio mi ha portato a collaborare con alcune emittenti più conosciute; ricordo con piacere i miei tre anni a Radio Bellla e Monella in cui facevo sempre i collegamenti dallo stadio seguendo stavolta il Chievo e l’Hellas Verona».
Col passare degli anni Corradi ha avuto alcune occasioni importanti: «Nel 2008 ho avuto la bellissima opportunità di fare uno stage estivo a Sport Mediaset, dove ho lavorato nella redazione motori.
Sapevo già che non c’erano particolari sbocchi perché era una sostituzione estiva, ma da quel momento ho capito che il giornalismo sportivo era la mia strada».
Dopo la breve esperienza in Mediaset, Luca inizia a lavorare per Radio Adige, nel 2008, come giornalista e redattore.
L’esperienza di telecronista per la Serie A
Dopo nove lunghi anni, Luca lascia Radio Adige, che nel frattempo cessa le trasmissioni, per dedicarsi alle telecronache della Serie A: «Nel 2017 è nata una collaborazione con Infront, la società che gestisce i diritti radiotelevisivi della Lega calcio. Adesso lavoro lì da quattro anni e il mio compito è quello di preparare, a partire da un match visto in televisione, una sintesi della telecronaca, con gli episodi più importanti dell’incontro».
«All’inizio del mio lavoro da Infront si facevano le telecronache in diretta di tutte le partite; la mia prima telecronaca di serie A è stata in Bologna Chievo, il 20 marzo 2017. Poi negli ultimi anni solo tre squadre hanno richiesto una telecronaca fissa per ogni match: Milan, Inter e Juventus”.
Questo è dovuto alla crisi: «Negli ultimi anni le squadre di serie A non hanno richiesto la telecronaca di ogni partita, per questo motivo noi di Infront abbiamo iniziato a realizzare delle mini sintesi dei match di serie A, focalizzandoci sui momenti salienti».
Così il giornalista veronese inizia a raccontare di cosa tratta il suo lavoro e quali sono gli strumenti che usa: «Per realizzare le telecronache delle partite, è necessaria una fase preparatoria che io svolgo a casa, in cui raccolgo informazioni, statistiche stagionali e totali per ogni giocatore delle squadre; in media ci vogliono 8-12 ore.
I luoghi in cui registriamo sono delle mini cabine, dotate di una piccola scrivania, un monitor, un piccolo mixer per comunicare con i tecnici; la stanza è ricoperta di materiale fono assorbente.
Un cronometro e dei fogli su cui mi segno gli appunti sono gli oggetti che preparo prima delle partite e che uso in telecronaca».

La fase preparatoria di una sintesi
Luca spiega poi meglio quali informazioni inserisce nei suoi appunti: «Per ogni giocatore metto l’anno di nascita, statistiche stagionali, numero di anni in cui è in quella squadra, nazionalità, prima squadra da professionista, ex squadre italiane in cui ha giocato (se ci sono), gol totali in serie e gol totali con la squadra attuale».

Notevole è l’attenzione da usare durante la fase preparatoria: «L’aspetto difficile è indovinare la formazione prima della partita; se un calciatore non parte titolare però non è necessario cancellarlo nello schema, ma fare solo una x, in caso entri durante la partita.
Le informazioni si possono preparare prima della telecronaca, però serve spontaneità. Il tuo peggior nemico è il cronometro, perché rischi di perdere il tempo e le immagini vanno già all’azione successiva; per questo è necessario avere delle buone capacità di sintesi».
Luca si sofferma poi sulla parte tecnica della realizzazione di un highlight: «Una volta la sintesi della partita si faceva tagliando la telecronaca dell’intera partita, mentre ora guardiamo le partite insieme al tecnico, segnandoci su un foglio le azioni salienti per poi sintetizzarle in un breve video».
«L’aspetto più interessante di questo nuovo metodo è che abbiamo delle immagini scelte con l’audio originale delle dirette allo stadio e su questo possiamo parlare sopra (finta diretta)».
Luca infine conclude dando un messaggio importante per un giornalista e per una persona in generale: «Nel lavoro come nella vita è necessario avere un’etica e una professionalità. Ad esempio ci sono dei telecronisti pagati per fare un po’ i tifosi, quasi esagerando, che risultano però a volte eccessivi».