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Mercoledì 16 giugno alcuni studenti delle classi seconde della scuola superiore Alle Stimate sono stati convocati dal sindaco di Verona, Federico Sboarina, per ricevere un riconoscimento in merito alla creazione di slogan semplici, ma efficaci, contro l’azzardopatia.

Gli studenti liceali della scuola Alle Stimate in Sala Arazzi

I ragazzi, accompagnati dal preside Umberto Fasol e dal direttore padre Simone Piacentini, sono stati accolti nella suggestiva Sala Arazzi di palazzo Barbieri e hanno ricevuto ciascuno una pergamena come apprezzamento per il lavoro svolto.

Non sono solo gli studenti stimmatini ad essere stati coinvolti in questo progetto di sensibilizzazione e riflessione contro l’azzardopatia, infatti hanno preso parte anche il Comune di Verona ed in particolare la consigliera Maria Fiore Adami, con delega ai servizi sociali e all’istruzione, in quanto da sempre impegnata a favorire la comprensione del fenomeno tra i giovani.

I ragazzi, uno ad uno, ricevono la pergamena

Al progetto hanno partecipato tutte le classi seconde superiori della scuola: guidati da padre Simone Piacentini, i ragazzi hanno affrontato questo tema, svolgendo ricerche, raccogliendo dati e in seguito le classi, divise in gruppi, hanno ideato alcuni slogan persuasivi per far comprendere la pericolosità della dipendenza. Ne sono usciti vincitori quattro slogan: Non giocare d’azzardo se vuoi raggiungere un traguardo (2^ linguistico, alunni Polo, Isalberti, Parenzan); Non giocare d’azzardo, non raggiungerai nessun traguardo! (2^ scientifico opz. scienze applicate, alunni Bartolomei, Boni, Caporali, De Marchi); Chi del gioco si innamora presto o tardi va in malora (5^ Ginnasio, alunni Graldi, Gandini, Bombieri); Non ti azzardare a giocare (2^ scientifico, alunni Kezirian e Desideri).

In merito a ciò, noi del giornale Ermes Verona abbiamo avuto l’occasione e il piacere di intervistare Maria Fiore Adami, consigliera comunale e presidente della quinta circoscrizione consiliare che ha molto a cuore questo progetto.

Come mai avete voluto coinvolgere gli studenti nel progetto?

Innanzitutto, come Amministrazione crediamo molto nel valore dei giovani e nella loro formazione: solo con la conoscenza si può arrivare ad una vera cittadinanza attiva.

Il nostro è un progetto che vuole avere una adeguata rilevanza: noi crediamo che voi giovani virtuosi dobbiate fare rumore e penso che il riconoscimento da parte della città e da parte del primo cittadino vi dia merito del lavoro svolto, anche in un periodo difficile come questo, poiché la pandemia non vi ha reso il percorso agevole.

Quanto pensate possa essere d’impatto questo progetto?

Per me queste sono le opere virtuose e voi dovete essere contagiosi. L’apprendimento viene solo per imitazione o meglio, inizialmente avviene per imitazione: se voi giovani fate rumore, vi fate sentire, probabilmente qualche altro vi seguirà e vi accompagnerà.

Quali provvedimenti sono stati presi dal Comune contro l’azzardopatia?

Ci sono delle prescrizioni molto severe che recepiscono le linee guida della Regione. Noi abbiamo chiesto ancora un maggiore inasprimento di queste direttive. Chiaramente la pandemia non ci ha aiutato poiché tutte le attività sono state chiuse, quindi solo ora siamo entrati nella fase operativa per mettere in campo tutte le contromisure che abbiamo chiesto.

In futuro pensate di fare altri progetti simili coinvolgendo gli studenti?

Questo è un tema molto trattato nelle varie scuole e viene considerato come prioritario. Spero che dalla pubblicità che è nata con il vostro progetto qualcun altro prenda spunto e attivi progetti simili. L’importante è non disperdere mai l’attenzione, e continuare a sensibilizzare contro l’azzardopatia e credo che altre realtà possano ispirarsi proprio agli studenti e ai giovani. Vorrei che questo progetto non finisse qui: sto lavorando per attivare attraverso i vostri slogan altre opportunità, ma ad oggi non annuncio ancora nulla, quindi sicuramente ci risentiremo.

Gli studenti della V ginnasio, ideatori di uno degli slogan vincitori “Chi del gioco si innamora, presto o tardi va in malora”. Da sinistra Elena Gandini, Marco Bombieri e Sofia Graldi.
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Ho 15 anni e vivo in provincia di Verona, più precisamente in un piccolo paesino di nome Rivoli Veronese, vicino alla Valpolicella. Fin da bambina ero serena, ma curiosa: osservavo con grande attenzione tutto ciò che mi circondava. Sono cresciuta insieme a mia sorella maggiore, che era, ed è ancora oggi, il mio punto di riferimento e la mia confidente. Quando sono triste o giù di morale so che posso contare su di lei. Nel mio tempo libero adoro guardare le serie televisive e i film. Amo il cinema in ogni sua sfaccettatura, i miei generi preferiti sono il fantasy e il romantico, ma nutro anche una grande passione per il genere drammatico. Mi piace leggere, soprattutto in estate sotto l’ombrellone, con il sole che mi sfiora la pelle e il rumore delle onde in sottofondo oppure in inverno davanti al caminetto acceso, con una bella tazza di tè caldo in mano. Inoltre, durante il fine settimana trascorro alcune ore a passeggiare lungo il fiume Adige insieme alla mia cagnolina, Rendy.

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