Cuba e l’istruzione, tra eccellenza e oppressione

Il sistema educativo della Repubblica cubana è uno dei migliori al mondo per via di tasso di scolarizzazione, ma non tutto è così positivo come sembra.

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Cuba, meglio denominata Repubblica di Cuba, è uno stato insulare nell’America centrale. Dalla Costituzione del 1976 si definisce uno “Stato socialista di lavoratori”, e ha come unico partito politico legale il Partito Comunista. È un regime politico che poggia le basi sulla difesa di una democrazia popolare e che si direziona instancabilmente verso uno stato completamente socialista

Sistema d’istruzione cubano

La scuola a Cuba è obbligatoria dai 6 ai 16 anni di età ed è completamente gratuita, inclusa l’università. Dagli anni Sessanta iniziò un importante lavoro per l’alfabetizzazione della popolazione, con l’apertura di nuove scuole, centri studio e biblioteche nelle zone rurali, e la nazionalizzazione di quelle private e parrocchiane già esistenti. 

Attualmente il tasso di scolarizzazione è del 100% fino ai 11 anni, e l’indice di analfabetismo si è attestato all’1,9% nella popolazione compresa tra i 10 e i 49 anni. Il dato assoluto della popolazione analfabeta è del 3,8%, uno dei più bassi al mondo.

Lo Stato per l’educazione fornisce agli studenti e alle famiglie tutti i mezzi e il materiale necessari gratuitamente, tra cui libri, ma anche alloggio, come nelle così chiamate “escuelas de becarios”, vestiario, dando infatti divise anche diverse per i diversi indirizzi e gradi, alimentazione e trasporti, e sta riuscendo a farlo con successo, anche in questi ultimi anni, nonostante le forti difficoltà economiche, anche causate dalla pandemia.

L’istruzione si divide in tre cicli: la scuola primaria che va dai 4 o 5 anni ai 10 anni, con sei gradi d’istruzione; la scuola secondaria dagli 11 ai 14 anni, con tre gradi, e la scuola pre-universitaria, dai 14 ai 18 anni, con tre gradi. Mentre l’università dura sei anni.

Durante la scuola primaria vengono insegnate le prime materie, mentre nella scuola secondaria si alterna lo studio al lavoro, svolto o la mattina o il pomeriggio, nelle campagne. Oltre a ciò, nelle scuole dove si alloggia anche tornando a casa nei fine settimana, i ragazzi collaborano anche alla mensa e nei lavori di pulizie. Nel sistema educativo cubano una caratteristica importante è la combinazione dello studio con il lavoro, caratteristica che rappresenta sul piano metodologico uno dei risultati più importanti della pedagogia cubana.

Con la scuola pre-universitaria, invece, due sono le tipologie di percorsi che si possono intraprendere: una è quella dove i ragazzi vengono preparati esclusivamente per l’ingresso all’università e nell’altra invece vengono preparati per l’università, ma viene insegnata anche una professione

Al termine dell’intero ciclo d’istruzione, avviene poi l’escalafon, ovvero una classificazione degli alunni in base all’esito di esami e al loro andamento scolastico, per la seguente assegnazione delle professioni. Infatti è lo Stato a stabilire, a seconda del livello, quale lavoro si potrà intraprendere. Il settore più ambito è quello della medicina, poi quello dei professori e dei giornalisti, andando a scalare fino a lavori nell’ambito della meccanica. 

Vista la loro preparazione, i medici cubani sono considerati tra i più validi in tutto il mondo, tanto da andare anche all’estero a insegnare le loro competenze. 

Tutti i maschi, prima di intraprendere l’università e il percorso assegnato, vengono mandati obbligatoriamente al servizio militare per circa tre anni, sospendendo temporaneamente la loro carriera di studio.

La retribuzione a Cuba è bassissima: anche figure dai lavori importanti come i medici prendono stipendi miseri e, di conseguenza, molte persone, nonostante sia proibito dallo Stato, lavorano anche in privato.

Poca libertà nello sviluppare le proprie idee

Uno dei principali obiettivi della Rivoluzione Cubana fu quello di garantire a tutti uno dei diritti indispensabili all’essere umano: il diritto ad apprendere e sviluppare le proprie idee. Come ben possiamo vedere dai dati di scolarizzazione, il primo diritto, quello di apprendere viene perfettamente garantito, ma c’è qualcosa da ridire su quello che invece è la libertà di sviluppare le proprie idee.

Infatti non viene rispettato: in questo regime, che si considera socialista ma si avvicina in realtà più al comunismo, i giovani, pur ricevendo un’istruzione esemplare, vengono piegati dall’ideologia dello Stato, non potendo scegliere il proprio lavoro, ma dovendo accettare quello che gli spetta secondo l’idea di andamento scolastico dello Stato. Una persona che a Cuba non accetta il lavoro che gli è assegnato, non può svolgerne nessun altro ed è costretta a non lavorare o a dover trasferirsi.

Questa dunque non è libertà di pensiero! Il lavoro è una delle parti fondamentali della vita, che deve, nelle possibilità, essere anche una passione, facendo ciò che piace, altrimenti diventa solo soddisfare le proprie necessità.

Inoltre, ci sarebbe da riflettere anche riguardo l’obbligo del servizio militare a tutti i cittadini maschi, esperienza che, al giorno d’oggi, non dovrebbe essere imposta ma dovrebbe essere una scelta personale.

La libertà di utilizzo dei social e di Internet è limitata. In passato non veniva neanche data la possibilità di accesso, gli unici ad averla erano istituzioni e imprese, mentre oggi è consentita ma molto limitata, costa inoltre molto e rimane prerogativa dei centri pubblici.

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Ho 14 anni. Sono nata il 7 novembre del 2005 e sono del segno dello Scorpione. Sono una persona con un carattere molto altalenante, a tratti estroverso e allegro, ad altri introverso e riservato. Vivo a Caprino Veronese, in provincia di Verona. Frequento la seconda superiore, V ginnasio, al Liceo Classico dell’Istituto Stimate. Le materie che preferisco sono quelle umanistiche: più di tutte la letteratura e le lingue. La scelta di questo indirizzo è stata un puro colpo di fulmine, io ero prontissima a intraprendere la strada del linguistico, ma, trovandomi per caso alla presentazione del Classico, mi sono completamente innamorata di questo liceo. Una parte fondamentale delle mie giornate è ricoperta dalla musica: è una delle mie più grandi passioni e ci sono molto legata, il genere che ascolto io è l’indie italiano. Per il futuro non sono ancora certa della mia strada, ma mi affascinano le lingue, la psicologia e anche lettere.

2 Commenti

  1. Osservazioni incontestabili nell’ottica di un cittadino nato in un paese occidentale, in un sistema a trazione liberale, con un’economia sufficientemente forte alle spalle, inserito nella Nato. Bisogna pure fare lo sforzo, però, di calarsi nei panni di un paese di dimensioni piccolissime e costretto alla completa autarchia. Il Blocco Cubano, imposto per volere dei soli USA e Israele in tutto l’apparato ONU, è forse una delle misure economiche più pesanti attualmente in corso su tutto lo spettro geopolitico. Ben più pesanti delle tanto decantate super sanzioni che l’asse atlantico dovrebbe ora applicare alla Russia alla luce dei fatti recenti. Con la differenza che Cuba non ha commesso crimini internazionali, anzi. All’opposto i continui tentativi di destabilizzare il paese provenienti dagli USA di sicuro non garantiscono le condizioni per una distensione sociale all’interno di Cuba. Facile fare le morali dall’alto di una democrazia occidentale protetta da un grande apparato imperialista, quando si parla invece di un piccolissimo paese emancipato a stento dal sistema (neo)coloniale. Non facciamo finta, inoltre, di non sapere che un’apertura economica incontrollata di carattere liberista, per un paese simile, non significherebbe altro che la privatizzazione pervasiva di ogni sua struttura sociale e risorsa materiale, e la sua reductio, nuovamente, a periferia neocoloniale. Mi sembra piuttosto chiaro il perché Cuba sia costretta ad adottare politiche ambigue in tema di sicurezza interna, controllo politico/sociale e relazioni internazionali. Potrebbe essere più interessante pensare invece a come emanciparla da questo giogo, magari ridiscutendo anche il nostro sistema economico predatorio. Probabilmente avrebbe gli strumenti di garantire maggiori libertà alla propria popolazione.

  2. Che lo stato sceglie il lavoro dei cittadini e che se non accettano il lavoro non possono lavorare altrove e sono costretti a trasferirsi non é assolutamente vero, è vero che hanno tantissime limitazioni sopratutto politicamente parlando perché non possono esprimersi contro la politica, ma non esageriamo, chi non vuole essere medico , ad esempio, ha tante altre opzioni, e corsi a disposizione, può iscriversi all’università in altre carriere, oppure fare qualunque lavoro che non abbia bisogno di una particolare preparazione.

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