Con l’avvento del giornalismo online e dei social media reperire informazioni non è mai stato più facile. Chiunque disponga di un dispositivo mobile o di un computer può farlo.
Il fatto che molte più persone possano accedere ad informazioni online significa anche che molte più persone possono scrivere articoli e pubblicare contenuti. Le informazioni che ci arrivano sono quindi sempre, al più al meno, filtrate, molto semplicemente perché sono riportate da persone che, volontariamente o involontariamente, influenzano il loro scritto con le proprie idee, posizioni…
Fino a che si è a conoscenza del fatto che ogni tipo di informazione che ci arriva è per forza filtrata e non rappresenta al cento per cento la realtà dei fatti, non si creano grandi problemi; il problema sorge quando le informazioni che vengono esposte, sono volontariamente manomesse.
Spesso, infatti, si omettono fatti e nozioni essenziali o addirittura si modifica la realtà dei fatti al fine di sostenere le proprie ragioni ed interessi. Stiamo vedendo l’importanza dell’informazione nell’attuale conflitto tra Russia ed Ucraina, una guerra che si combatte tanto sul campo quanto fuori.

Le informazioni che ci arrivano dalle due fazioni differiscono in tutto e per tutto; da un lato si gonfia il numero dei soldati Russi morti in combattimento dall’altro si sentono cifre esigue, e così per molte altre statistiche. Certo è una guerra, e ognuno vuole mostrare quanto stia prevalendo sull’altro, ma questo ci fa capire quanto bisogni analizzare con occhio critico le informazioni che ci arrivano e ci fa capire che a volte è estremamente complicato portare dati che effettivamente rispecchiano la realtà.
La propaganda di ogni regime autoritario o filo-autoritario è basata sulla manipolazione di mezzi di informazione.
Governi come quello russo, cinese ed egiziano sono tra i più conosciuti per la loro ‘’virtù’’ nel sabotare la corretta informazione: social, siti web, canali televisivi, ricerche sul web sono controllati dallo stesso governo.

I paesi democratici vivono una situazione differente, ma non sono del tutto al sicuro: casi come quello di Julian Assange, giornalista che rischia di essere estradato dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti e confinato in una delle più dure prigioni per aver pubblicato articoli scomodi, fanno un po’ riflettere su quello che dovrebbe essere il diritto di libertà di informazione e stampa.
Nelle democrazie il punto più critico forse sono i social network, in quanto questi, tramite un complesso algoritmo, possono essere utilizzati per spingere informazioni o nasconderne altre esattamente dove e a chi si vuole.
L’informazione è un’arma, e chi possiede la capacità di portare informazione alle masse dovrebbe utilizzare la propria posizione con cognizione di causa.