A causa dell’invasione russa in territorio ucraino, più di 1,3 milione di persone sono già fuggite dall’Ucraina. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) ha calcolato che potrebbero arrivare in Europa dai cinque ai dieci milioni di profughi. In Italia sarà possibile accoglierne 650mila o un milione, ossia 13% del totale, dato che nel paese vivono già 248 mila persone ucraine.
E mentre in diverse città italiane ed estere si svolgevano grandi manifestazioni per la pace, proprio in Italia si è cercato di dare subito una risposta anche in termini di solidarietà.

Ci sono già migliaia di famiglie che sono pronte ad accogliere nelle proprie case le donne e le bambini ucraini. Sono state avviate anche raccolte dei farmaci, degli abiti e di altri generi di prima necessità.
Ci sono tantissime associazioni di volontariato e ong italiane o estere, ma con la base in Italia, che si occupano di sostenere i cittadini ucraini durante l’invasione.
Le ong italiane
Subito si erano attivate le ong italiane storicamente presenti in Ucraina, come Avsi, Soleterre, Aibi – Amici dei bambini.
Avsi si è avvicinata all’Ucraina con il tempo, grazie alla collaborazione con l’associazione ucraina Emmaus. Il lavoro cominciò nel 2016, al sostegno delle famiglie sfollate a causa del conflitto cominciato nel 2014 e trasferite a Kiev e a Charkov.

Ora è attivata nuovamente per l’aiuto alle persone in fuga verso Polonia e Romania, con il sostegno dei partner “AVSI Polska” e “Asociatia FDP – Protagonisti in educatiae”. Inoltre ha lanciato un appello per raccogliere i fondi per l’acquisto di medicine e di generi di prima necessità. Così hanno raccolto in meno di una settimana 300mila euro con l’hashtag #HelpUkraine.
Soleterre, in collaborazione con l’associazione ucraina “Zaporuka”, ha messo a disposizione la propria casa per i bambini malati di cancro e ha assicurato loro la continuità delle cure medicine, compreso chemio. Si mobilitano per garantire farmaci, forniture mediche, strumentazione chirurgica.
Aibi opera già dal 1999 con la fondazione di beneficenza ucraina “Drusia Ditiei Ukraina” (Amici dei Bambini Ucraina), la cui sede è a Kiev. Ha lanciato fin dall’inizio della guerra la campagna “Emergenza Ucraina #Bambinixlapace” che prevede il sostegno a interventi di supporto psicologico e la fornitura di aiuti come vestiti, alimenti, materiale scolastico e tutto ciò che è necessario per i bambini.
Le reti di solidarietà
Migliaia di cittadini italiani in ogni città stanno donando il cibo, le coperte, le medicine, i vestiti.Con l’aiuto delle associazioni di volontariato Caritas e di associazioni ucraine presenti in Italia, si cerca di far partire i container verso i primi campi profughi.
Caritas: quella italiana sostiene i centri attivati subito in tutta l’Italia per accogliere le famiglie, portare i bambini in zone meno pericolose e organizzare gli spostamenti delle persone. Inoltre ha aperto anche una raccolta fondi, mettendo subito a disposizione 100mila euro per i bisogni immediati.

Riguardo invece la donazione è robustissima la mobilizzazione di aziende e imprese che in pochi giorni hanno messo insieme da Nord a Sud milioni in beni e denaro.
A Verona l’Associazione delle donne ucraine ha aperto un centro operativo di aiuti in accordo con l’Ambasciata e con altre associazioni di tutta Italia.
La Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei) – ha lanciato una sottoscrizione straordinaria. Le campagne attivate a livello nazionale sono molte : Croce Rossa Italiana ha lanciato una raccolta fondi per rispondere alle enormi necessità. In più ci sono anche Unhcr e Unicef.

Cevsi ha inviato i camion carichi di cibo in scatola, pannolini, kit igienici, forniture mediche, sacchi a pelo e altri beni di prima necessità.
I sindaci pronti per l’accoglienza
I sindaci di Firenze, Milano, Palermo, Bologna, Novara, Napoli si stanno attrezzando per accogliere i rifugiati e favorire i ricongiungimenti familiari. Inoltre tutti i presidenti delle Regioni assicurano la loro collaborazione, offrono l’accoglienza un po’ ovunque.
Non tanto tempo fa hanno cominciato ad arrivare i bus con i rifugiati.